Tir
di Alberto Fasulo
Alberto Fasulo delinea un personaggio basico e complesso allo stesso tempo, perfettamente interpretato da Završan. Tir è rigoroso e appassionante, tra le migliori visioni italiane del 2013.
Da qualche mese, Branko, di nazionalità croata, fa il camionista per una ditta di trasporti italiana. Prima era un insegnante, ma il suo nuovo lavoro riesce ad assicurargli uno stipendio tre volte superiore. Guida per le strade di mezza Europa da solo oppure insieme al copilota Maki, un trentenne con un bambino piccolo ad aspettarlo a casa, sempre più indeciso se continuare o meno a fare quella vita. Le telefonate con la moglie o con il figlio sono l’unico contatto che Branko ha con la famiglia… [sinossi]
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Un bel giorno del 2013, a ridosso dell’autunno, buona parte della stampa italiana focalizzata sul cinema ha imparato che esistono anche documentari che non seguono gli standard televisivi e non si occupano solo della savana africana. La vittoria di Sacro GRA alla Mostra di Venezia non è stata utile per sdoganare all’interno dei festival il documentario – svolta avvenuta molti anni fa – ma piuttosto per far sì che anche l’esercito dei “giornalisti dello spettacolo” si accorgesse dell’esistenza di un approccio alla materia cinematografica diverso da quello a cui si erano abituati. L’altro risultato raggiunto dal trionfo di Gianfranco Rosi è stato quello di spingere chiunque a dissertare negli ultimi due mesi sul “cinema del reale”, sulla verità della macchina da presa, e via discorrendo. Discorsi triti e ritriti sovente affrontati da penne che non sono neanche in grado di gettare uno sguardo di insieme sul panorama documentario internazionale.
Questo preambolo serve ad anticipare le reazioni che parte di chi “pensa il cinema” ha avuto all’Auditorium Parco della Musica al termine della proiezione di Tir di Alberto Fasulo, terzo e ultimo film italiano presentato in concorso all’ottava edizione del Festival di Roma: senza soffermarsi in maniera particolare sul senso di un’operazione complessa e affascinante come quella condotta da Fasulo, ci si è accontentati di interrogarsi su quanta “verità” fosse concentrata nella storia del croato Branko, insegnante supplente che ha abbandonato la carriera scolastica per intraprendere quella ben più remunerativa di camionista.
Al di là dell’approccio stilistico di Fasulo e della sua storia autoriale (alle spalle, tra l’altro, lo splendido Rumore bianco, documentario con protagonista il fiume Tagliamento), basterebbe la presenza in scena di un attore dalla carriera trentennale come Branko Završan – Rosencrantz e Guildestern sono morti e No Man’s Land, per citare due esempi – per rendersi conto di quanto Tir giochi con insistenza sul crinale che dovrebbe dividere il cinema di finzione da quello documentario. Il problema risiede probabilmente proprio nella volontà di perseverare in una partizione in compartimenti stagni della Settima Arte, operazione reazionaria e che non tiene conto proprio delle evoluzioni che il cinema sta vivendo nel corso degli ultimi anni.
Che sia ripresa pedissequa del reale o sua rilettura è materia del tutto priva di interesse, e dovrebbe passare in secondo piano di fronte alla conferma di un talento puro della cinematografia italiana. Alberto Fasulo riesce a costruire un’opera indispensabile per ripensare il ruolo dell’industria e delle potenzialità della narrazione: senza quasi mai scendere dal sedile accanto al guidatore – fanno eccezione le cene frugali consumate al bordo dell’autostrada o le brevi dormite sulla brandina – il regista friulano riesce nell’ardito compito di raccontare un’umanità dispersa in giro per l’Europa, diaspora del capitalismo che non prevede mai una meta definitiva. Branko è il figlio di una società che non ha radici, e vive in un non-luogo in eterna mutazione. Attraverso una sceneggiatura scritta in punta di penna, come dimostra la cura che caratterizza i dialoghi/litigi con la moglie al telefono, Alberto Fasulo delinea un personaggio basico e complesso allo stesso tempo, perfettamente interpretato da Završan. Un film rigoroso e appassionante, tra le migliori visioni italiane del 2013.
Info
Il sito della Nefertiti Film, casa di produzione di Tir.
Il trailer ufficiale di Tir.
- Genere: drammatico
- Titolo originale: Tir
- Paese/Anno: Croazia, Italia | 2013
- Regia: Alberto Fasulo
- Sceneggiatura: Alberto Fasulo
- Fotografia: Alberto Fasulo
- Montaggio: Johannes Nakajima
- Interpreti: Branko Zavrsan, Lucka Pockja, Marijan Šestak
- Produzione: Alberto Fasulo (Nefertiti Film), Nadia Trevisan
- Distribuzione: Tucker Film
- Durata: 85'
- Data di uscita: 27/02/2014