Kiki consegne a domicilio
di Hayao Miyazaki
Kiki consegne a domicilio conferma la sensibilità e l’attenzione di Miyazaki e il livello, quasi irraggiungibile, dello Studio Ghibli. Dettagli, colori, movimenti dei personaggi, character design: tutto contribuisce a impreziosire questo piccolo gioiello.
Piccole maghette crescono
La piccola e graziosa Kiki, come tutte le giovani maghe che hanno compiuto tredici anni, deve passare un intero anno lontano dalla sua famiglia in una città sconosciuta. Con energia ed entusiasmo, Kiki sceglie la marittima Colico e, dopo le iniziali difficoltà, trova ospitalità presso un fornaio e sua moglie. A cavallo della sua scopa – che non controlla proprio benissimo – si inventa un servizio espresso di consegne… [sinossi]
In principio fu Sally la maga (Mahotsukai Sally, 1966). Poi arrivarono le varie Akko (Lo specchio magico, 1969), Chappy (Chappy,1972), Bia (Bia, la sfida della magia, 1975), Lulù (Lulù, l’angelo dei fiori, 1979), Lalabel (Lalabel, 1980), Gigì (Il magico mondo di Gigì, 1982), Ransie (Ransie, la strega, 1982), Creamy (L’incantevole Creamy, 1983) e tante, tante altre. Un filone non molto brillante, spesso ripiegato su se stesso. A parte alcuni titoli, un genere che sembrava destinato a offrire, dal punto di vista qualitativo, ben poco. E poi, un po’ a sorpresa, Miyazaki decise di realizzare una pellicola tratta da un fortunato romanzo di Eiko Kadono. Il romanzo di un’apprendista maga.
Kiki consegne a domicilio (Majo no Takkyûbin, 1989) di Hayao Miyazaki è un film minuto, grazioso. Più che somigliare a una delle varie maghette trasformiste e luccicanti, rimanda alle emozioni sussurrate di Anna dai capelli rossi, serie televisiva diretta nel 1979 dal bravissimo Isao Takahata e curata, per quanto riguarda lo scene design, dallo stesso Miyazaki.
Tra le varie pellicole realizzate dal fondatore dello Studio Ghibli, spesso epiche, travolgenti e fluviali, Kiki consegne a domicilio rappresenta un caso a parte – accostabile, volendo, alle atmosfere nostalgiche e minimaliste di Tonari no Totoro. L’ambientazione rispecchia la precisa volontà di Miyazaki di raccontare la storia di una ragazzina come le altre che, giusto per caso, cavalca una scopa. La città di Colico è un riuscito puzzle architettonico e paesaggistico: il regista giapponese, da sempre a suo agio con i “set” europei, ha mescolato le migliori caratteristiche delle metropoli mediterranee e mitteleuropee, aggiungendovi qualcosa di San Francisco. Ne scaturisce una città ideale, accogliente, calda. Una sorta di paesaggio cittadino estraneo agli avvenimenti bellici del ventesimo secolo, eco urbanistico dell’isola di Hyarbor di Conan, il ragazzo del futuro.
L’apprendistato della streghetta Kiki è ovviamente una metafora del passaggio dall’infanzia a un’età più matura: dalla protettiva casa di campagna alla grande e caotica città, dalla rassicurante presenza dei genitori al confronto con persone sconosciute. Anche le virtù magiche della protagonista diventeranno un banco di prova: in fondo, anche a cavallo di una scopa bisogna rispettare i tempi di consegna. Una storia di piccole cose quotidiane, di piccole grandi difficoltà. Kiki si confronta con il lavoro e le responsabilità, con la solitudine, con l’indifferenza di alcune persone, con il primo amore. Ed ecco, allora, gli incontri “importanti”, l’aiuto di persone semplici che riescono a darle una mano, a incoraggiarla, con un consiglio o una parola buona. Miyazaki ci mostra l’importanza delle brave persone, il valore dei gesti gentili: gli eroi di Kiki consegne a domicilio sono dei panettieri, una giovane pittrice e un’arzilla nonnina.
Coprotagonista della pellicola è il gattino Jiji, amico, confidente e riuscitissima spalla comico-drammatica (forse gli animatori della Disney avrebbero dovuto dare un’occhiata alla filmografia di Miyazaki, prima di sfornare patetiche tazzine sbeccate). Un esempio dell’intenso e simbiotico rapporto uomo-animale che spesso troviamo nell’universo narrativo del maestro giapponese: si pensi al fido Yakkul di Mononoke Hime, alla volpe-scoiattolo Teto di Nausicaä della Valle del Vento, al gabbiano Teki di Conan.
Kiki consegne a domicilio conferma la sensibilità e l’attenzione di Miyazaki e il livello, quasi irraggiungibile, dello Studio Ghibli. La qualità dell’animazione – affidata al compianto Yoshifuni Kondo – è straordinaria. Dettagli, colori, movimenti dei personaggi, character design…tutto contribuisce a impreziosire questo piccolo gioiello.
La distribuzione italiana di Kiki consegne a domicilio è stata, strano a dirlo, assai travagliata. La prima uscita in dvd venne prontamente ritirata, a causa di evidentissimi errori di compressione (soprattutto nella sequenza dei corvi). E la seconda uscita tardò. In fondo, sempre meglio del destino del desaparecido Porco Rosso, la cui uscita in home video venne ufficialmente annunciata per l’ormai lontanissimo novembre 2003.
Info
Kiki consegne a domicilio su nausicaa.net
La pagina di Kiki consegne a domicilio su sito della Lucky Red.
- Genere: animazione, fantasy, sentimentale, teen movie
- Titolo originale: Majo no Takkyûbin
- Paese/Anno: Giappone | 1989
- Regia: Hayao Miyazaki
- Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
- Fotografia: Shigeo Sugimura
- Montaggio: Takeshi Seyama
- Interpreti: Haruko Kato, Hiroko Seki, Kappei Yamaguchi, Kōichi Miura, Kōichi Yamadera, Keiko Toda, Mieko Nobusawa, Minami Takayama, Rei Sakuma, Yuriko Fuchizaki
- Colonna sonora: Joe Hisaishi
- Produzione: Nibariki, Nippon Television Network Corporation, Studio Ghibli, Tokuma Shoten
- Distribuzione: Lucky Red
- Durata: 103'
- Data di uscita: 24/04/2013
