Rovine
di Carter Smith
Senza puntare troppo l’accento sugli aspetti più truculenti della vicenda, e saltando a pie’ pari le strizzatine d’occhio cinefile a cui ha abituato Eli Roth, Rovine mantiene una dignità che gli permette di evitare le insidie date dallo scoglio del prevedibile.
Il male mette radici
Durante una spensierata vacanza a Cancun in Messico, un gruppo di amici decide di effettuare una visita alle rovine archeologiche maya nascoste nella giungla dello Yucatan. Quella che doveva essere una gita divertente e istruttiva si trasformerà in un incubo quando i ragazzi si accorgeranno che tra le rovine si annida qualcosa di malvagio e minaccioso… [sinossi]
Sono opere come Rovine a dare il senso, all’incallito cinefilo italiano, dell’arrivo dell’estate. Facezie a parte, il film diretto dall’esordiente Carter Smith (dalla sua finora il cortometraggio Bugcrush, di cui in giro si dice un gran bene), potrebbe apparire come il classico prodotto di genere lanciato sul mercato allo sbaraglio, vero e proprio saldo di fine stagione.
Potrebbe… A guardare con più attenzione, in effetti, si scopre che Rovine è sceneggiato da Scott B. Smith (suo lo script dello splendido Soldi sporchi di Sam Raimi), che ha desunto la versione per lo schermo da un romanzo scritto di suo pugno, e annovera alla fotografia Darius Khondji (Delicatessen e La città dei bambini perduti della coppia Caro/Jeunet, Seven e Panic Room di David Fincher, Io ballo da sola di Bernardo Bertolucci, Anything Else di Woody Allen, Un bacio romantico di Wong Kar-wai, e la versione americana di Funny Games di Michael Haneke), al montaggio Jeff Betancourt (United States Of Leland, The Exorcism of Emily Rose), alle scenografie Grant Major (Un angelo alla mia tavola di Jane Campion, l’ìntera filmografia di Peter Jackson a partire da Creature del cielo). E, come se non bastasse, tra i produttori figura Ben Stiller.
Insomma, converrete con noi che non abbiamo a che fare proprio con l’ultimo degli scarti di fabbrica. Al di là, comunque, della radiografia del team a disposizione di Smith, Rovine è un horror con alcune carte da giocare: pur partendo da situazioni al limite del cliché (belli e giovani yankee in vacanza si spingono in una zona della foresta messicana insieme a un loro amico tedesco: qui trovano delle rovine maya, su cui sembra incombere un male invisibile e mortale), i due Smith riescono a raccontare una storia che ha il grande pregio di mantenere una tensione costante per l’intera ora e mezza. Senza puntare troppo l’accento sugli aspetti più truculenti della vicenda, e saltando a pie’ pari le strizzatine d’occhio cinefile a cui ha abituato Eli Roth, Rovine mantiene una dignità che gli permette di evitare le insidie date dallo scoglio del prevedibile. Anzi, quando il film – dopo un’oretta, su per giù – decide di cambiare passo e rendere finalmente visibile il male che minaccia i nostri “eroi”, lo scarto è tutt’altro che indolore per lo spettatore. Gli (inutili) tentativi di preservare i propri corpi da male che vi si è impiantato – i cattivi di questo film sono delle piante, ma nulla a che spartire con La piccola bottega degli orrori -, conducono i ragazzi a mutilarsi gli arti, a squarciarsi la schiena, ad aprirsi varchi nel costato, in un crescendo grandguignolesco di notevole efficacia. Anche qui niente di nuovo, ma va riconosciuta a Smith una certa sincerità nella messa in scena e il desiderio forte di un cinema viscerale, autentico, violento nel senso più profondo del termine.
In un’ideale classifica degli horror degli ultimi anni, Rovine non riesce a trovare lo spunto che lo collocherebbe tra i gioiellini del genere (The Descent di Neil Marshall, Severance di Christopher Smith, Wolf Creek di Greg McLean), ma si attesta almeno una spanna sopra a tutti quei film che (loro sì) rappresentano gli scarti di fabbrica, i 3×2 di fine stagione, le indigeste giacenze di magazzino. Forse perché una volta tanto la produzione ha voluto (potuto?) puntare su un cast tecnico e artistico (in cui primeggia il bravo Joe Anderson già visto in Across the Universe di Julie Taymor e Control di Anton Corbijn, e si difende con onore la Jena Malone di Donnie Darko, Saved! e Into the Wild) di prima fascia? Chissà…
Info
Il trailer di Rovine.
- Genere: horror, thriller
- Titolo originale: The Ruins
- Paese/Anno: USA | 2008
- Regia: Carter Smith
- Sceneggiatura: Scott B. Smith
- Fotografia: Darius Khondji
- Montaggio: Jeff Betancourt
- Interpreti: Dimitri Baveas, Jena Malone, Joe Anderson , Jonathan Tucker, Laura Ramsey, Shawn Ashmore
- Colonna sonora: Graeme Revell
- Produzione: BenderSpink, DreamWorks SKG, Red Hour Films, Spyglass Entertainment
- Distribuzione: Universal Pictures
- Durata: 93'
