Tropic Thunder
di Ben Stiller
Tra irresistibili citazioni di Platoon, crisi d’identità degli attori, pesanti ironie sui produttori, smascheramenti dei trucchi cinematografici, poderose frecciate allo star system e via discorrendo, Tropic Thunder regala varie sequenze memorabili e molti motivi per farsi quattro risate, pur non riuscendo a evitare qualche (prevedibile) esagerazione e un ritmo un po’ troppo blando tra una gag e l’altra.
La guerra (non) è un gioco
Cinque attori, totalmente concentrati su loro stessi, stanno girando un grande film epico di guerra. Quando la produzione del film rischia di non poter continuare a causa dei costi (e di un ego) spropositati, il regista si rifiuta di interrompere le riprese e decide di condurre il cast di primedonne in una remota giungla del sudest asiatico, con la scusa di mirare a un maggiore realismo… [sinossi]
Tugg Speedman (Ben Stiller), la viziata superstar dei film d’azione. Jeff Portnoy (Jack Black), il comico volgare famoso per la serie The Fatties, apoteosi delle flatulenze. Kirk Lazarus (Robert Downey Jr.), vincitore di cinque premi Oscar e sempre alla ricerca di nuove sfide artistiche. Alpa Chino (Brandon T. Jackson), star hip-hop che tenta la scalata di Hollywood. Kevin Sandusky (Jay Baruchel), ragazzo alle prime armi che farebbe di tutto per avere un lavoro. Cinque attori profondamente diversi tra loro, alle prese con un film di guerra con problemi di budget e di “eccessivo realismo”. E, ciliegina sulla torta, i vari Nick Nolte, Tom Cruise e Matthew McConaughey che si offrono senza remore ad una pellicola intrisa di sano cinismo e spassosa demenzialità.
Nonostante qualche limite, Tropic Thunder è un’operazione cinematografica molto interessante, un film dalle molteplici sfaccettature: autoironico, citazionista, volgare, spietato, divertente, metacinematogafico, il film scritto e diretto da Ben Stiller mette in scena il cinema, la figura dell’attore, i war movie, l’ambiguo mondo dei produttori e affini, ridendo di tutti e con tutti, senza alcun freno.
Partendo da un gruppo di interpreti di invidiabile talento e da una sceneggiatura con guizzi geniali (anche se tra una gag e l’altra, soprattutto nella prima parte, il ritmo cala e la pellicola tende ad arrancare), Stiller e soci hanno realizzato un film sicuramente divertente e godibile che, plus valore non da poco, contiene una lunga serie di gag già in odore di culto. La visione dei finti trailer di Speedman, Portnoy e Lazarus e il videoclip di Chino rappresentano uno degli incipit più spassosi degli ultimi anni e hanno il merito di rinverdire quella comicità anni Ottanta (pensiamo a L’aereo più pazzo del mondo) che richiede più talento e ispirazione di quanto si possa credere (e qui il pensiero corre al mal riuscito Zohan – Tutte le donne vengono al pettine). Merita una citazione particolare il trailer del fantomatico Satan’s Alley, con Robert Downey Jr. e Tobey Maguire (in una delle sue migliori interpretazioni…), che meriterebbe una reale trasposizione, al pari del tanto atteso Machete di Robert Rodriguez. Stiller, debitore dello smodato cinismo dei fratelli Farrely prima maniera, ha il grande merito di essere riuscito a coinvolgere attori di spessore (l’interpretazione di Tom Cruise è quanto di più spiazzante si possa pensare, dimostrazione di potenzialità non sempre espresse) in un gioco metalinguistico in perenne bilico tra alto e basso, tra scurrilità e divina illuminazione. Esemplare, in questo senso, la gag del mancato premio Oscar per l’interpretazione del tenero ritardato Jack di Simple Jack, tentativo fallimentare di Speedman – aka Stiller, aka John “Quadrifoglio” Tayback, eroe di guerra – di rifarsi una carriera attraverso il cinema “d’impegno”: la riflessione, se così vogliamo chiamarla, di Lazarus/Downey Jr./Lincoln Osiris sulle differenze tra ritardati è un perfetto esempio di come una brillante analisi del mondo del cinema si travesta da crudele comicità.
Tra irresistibili citazioni di Platoon, crisi d’identità degli attori, pesanti ironie sui produttori, smascheramenti dei trucchi cinematografici, poderose frecciate allo star system e via discorrendo, Tropic Thunder regala varie sequenze memorabili e molti motivi per farsi quattro risate, pur non riuscendo a evitare qualche (prevedibile) esagerazione e, come detto, un ritmo un po’ troppo blando tra una gag e l’altra. Qualche taglio, senza dubbio, avrebbe giovato.
Considerando le precedenti regie (Giovani, carini e disoccupati, Il rompiscatole e Zoolander), le sceneggiature e i film prodotti, Ben Stiller si conferma cineasta interessante, seppur discontinuo, e comico di razza.
Info
Tropic Thunder sul sito della Paramount.
Il trailer di Tropic Thunder.
Una serie di clip di Tropic Thunder.
La pagina wikipedia di Tropic Thunder.
- Genere: avventura, commedia, guerra
- Titolo originale: Tropic Thunder
- Paese/Anno: Germania, USA | 2008
- Regia: Ben Stiller
- Sceneggiatura: Ben Stiller, Etan Cohen, Justin Theroux
- Fotografia: John Toll
- Montaggio: Greg Hayden
- Interpreti: Amy Stiller, Anthony Ruivivar, Ben Stiller, Bill Hader, Brandon T. Jackson, Danny McBride, David Pressman, Dempsey Silva, Eric Winzenried, Jack Black, Jay Baruchel, Jeff Kahn, Jeff Weidemann, Matt Levin, Matthew McConaughey, Nadine Ellis, Nick Nolte, Rachel Avery, Robert Downey Jr., Steve Coogan, Tom Cruise, Valerie Azlynn
- Colonna sonora: Theodore Shapiro
- Produzione: DreamWorks SKG, Red Hour Films, Road Rebel
- Distribuzione: Universal Pictures
- Durata: 107'
- Data di uscita: 24/10/2008

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