Future Film Festival 2009 – Presentazione
Il Future Film Festival 2009, undicesima edizione, riprende le fila del discorso da dove l’aveva abbandonato un anno fa: lo sguardo sul cinema d’animazione e sulle nuove tecnologie si è fatto ancora più esaustivo, e si muove oramai a 360°.
Ciò che ci stiamo accingendo a scrivere potrà apparire come la solita dimostrazione di fatuo entusiasmo che inquina solitamente la naturale attrazione verso la novità, ma vi possiamo assicurare che non pecchiamo di naiveté nell’interpretare il palinsesto del Future Film Festival 2009 messo in piedi da Oscar Cosulich e Giulietta Fara come uno dei migliori – se non direttamente il migliore – della storia della kermesse felsinea.
Dopotutto cos’altro ci sarebbe da aspettarsi da un festival che si apre con la prima nazionale dell’attesissimo The Curious Case of Benjamin Button, nuova creatura partorita dalla mente di David Fincher? In un periodo storico in cui l’animazione, e più in generale l’attenzione all’effetto speciale (da intendersi nella sua accezione più allargata), sta decisamente rimontando posizioni dopo decenni di immotivato e mediocre oscurantismo critico, il Future Film Festival può davvero aspirare a divenire il punto di riferimento italiano – ma non solo, si spera – per il settore. Perché, come è stato doverosamente sottolineato da Cosulich in occasione della presentazione del festival, per aprire davvero gli occhi è necessario smettere di considerare il cinema d’animazione un genere, e iniziare a leggerlo altresì come un semplice medium, metodo d’espressione valido allo stesso modo del live action. Per quel che concerne questa undicesima edizione, il Future mantiene ferme alcune delle sue sezioni storiche, ne modifica lievemente altre (SeriesMania che prende il posto de Il futuro dei Toons) e aggiunge ai canonici concorso e fuori concorso Follie di mezzanotte, contenitore di quattro titoli fuori dalla prassi, a loro modo estremi e che sembrano promettere davvero molto – pensiamo in particolar modo a Tokyo Gore Police di Yoshihiro Nishimura.
Il resto del panorama consiste in alcuni titoli decisamente forti, e che spaziano in maniera intelligente all’interno di tecniche, poetiche e istanze narrative del tutto in antitesi tra loro: nomi come Bill Plympton (Idiots and Angels), Yuasa Masaaki (presente nel lavoro collettivo Genius Party, ma anche e soprattutto con la serie Kaiba), Tetsuya Nakashima (Pako and the Magical Book) parlano decisamente da soli. Come non hanno fortunatamente bisogno di presentazione i vari Nobuo Nakagawa – tra i registi popolari più importanti del Giappone degli anni cinquanta e sessanta, omaggiato a Bologna per la sua carriera nell’horror – e Ub Iwerks, papà di Mickey Mouse e sodale del giovane Walt Disney. Dal passato delle retrospettive al futuro (o così perlomeno alcuni lo leggono) del 3-D, sulla cui analisi il festival sembra investire non poche energie, fino al punto di organizzare, nella giornata conclusiva dell’1 febbraio, un vero e proprio 3-D Day, durante il quale sarà possibile confrontarsi con questa tecnica che sta tornando in auge grazie alle nuove potenzialità del digitale, (ri)vedendo alcuni dei titoli più interessanti dell’ultima stagione.
Insomma, una vera e propria immersione in un universo a parte, magmatico e nel quale potrebbe essere fin troppo facile perdersi senza una bussola. In attesa che i prossimi giorni ci dicano di più sulla qualità delle opere selezionate – dato mai trascurabile di qualsiasi festival che si rispetti – aspettiamo con trepidazione il Future Film Festival 2009. Ancora una volta.
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