Underworld – La ribellione dei Lycans

Underworld – La ribellione dei Lycans

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Underworld – La ribellione dei Lycans è il terzo capitolo della saga fantasy-horror inaugurata nel 2003; questa nuova avventura, diretta da Patrick Tatopoulos, vede la bella vampira Selene per una volta accantonata; si tratta infatti di un prequel, che cerca di raccontare le origini dello scontro all’ultimo sangue tra i vampiri e i lupi mannari lycans.

Licantropi dai campi e dalle officine

Underworld – La ribellione dei Lycans è il terzo episodio della serie di Underworld, ed è un prequel dei due film che lo hanno preceduto. Racconta le origini della guerra centenaria tra gli aristocratici vampiri e le creature che un tempo erano loro schive, i Licani. Centinaia di anni fa un giovane licano di nome Lucian (Michael Sheen) divenne il leader di una rivolta contro Viktor (Bill Nighy), il re dei vampiri che aveva ridotto in schiavitù i lupi mannari. Ad affiancare Lucian in questa sua lotta per la libertà c’è la sua amante segreta, l’affascinante Sonja… [sinossi]

Oramai da qualche anno si era a conoscenza del fatto che la saga di Underworld, venuta alla luce nel 2003 per mano dell’allora trentenne Len Wiseman, si sarebbe composta in una trilogia. L’attesa cresciuta negli ultimi mesi intorno a Underworld – La ribellione dei Lycans, era dunque pienamente legittima. Non c’è molto da svelare sul progetto, in realtà, dato che anche la natura di prequel che il nuovo film incarna era ampiamente prevista; precisiamo fin da subito come non siamo mai stati tra i cultori di questa sanguinosa epopea che vede scontrarsi vampiri e lupi mannari. Riconosciamo al titolo capostipite la capacità di intrattenere il pubblico con armi non disprezzabili, e una capacità di far empatizzare con i personaggi effettivamente notevole, ma francamente nell’intero archivio di titoli horror Underworld non rientra tra i nostri preferiti.
Tant’è, abbiamo comunque affrontato questa nuova avventura con spirito volutamente privo di preconcetti, auspicando una conclusione degna di questo nome: come avremo modo di specificare tra poco, le nostre speranze sono state disattese, ma solo in parte. L’idea di mettere la parola fine iniziando dal principio non è certo nuova – e tra l’altro ha con sé un sentore vagamente e inconsapevolmente debordiano che non può non sedurci con estrema facilità – ma lo slittamento spazio-temporale permette a Patrick Tatopoulos, esordiente alla regia con un passato come curatore degli effetti speciali non certo comune, di prendersi non poche libertà rispetto ai due capitoli precedenti. Questo fa sì che la pellicola acquisti una sua particolare indipendenza, laddove la stretta relazione tra i primi due film finiva per affossare le potenzialità di Underworld: Evolution, appendice a nostro modo di vedere tutt’altro che indispensabile. Underworld – La ribellione dei Lycans, al contrario, non soffre mai la condizione di propaggine, arto estendibile di un processo creativo già ampiamente usurato, e questa novità permette al film di dimostrare una freschezza inaspettata e salvifica.

Al di là del mero gioco del “vediamo com’è successo che…”, al quale al massimo possono sperare di partecipare solo i fedeli di stretta osservanza, questo terzo capitolo mette in campo un dinamismo notevole, e una progressione narrativa magari meno costruita e sfaccettata delle precedenti ma forse proprio per questo priva della struttura dal sapore arzigogolato che fiaccava per buona parte i primi due episodi. Nel portare in scena la storia d’amore alla Romeo e Giulietta fra il lycan Lucian e la vampira Sonja (ed è un piacere incontrare nuovamente sulla nostra strada la bella Rhona Mitra, già ammirata in Doomsday di Neil Marshall), Tatopoulos mette in moto una vera e propria macchina spettacolare, tenendo sempre desta l’attenzione del pubblico grazie al montaggio serrato e a una serie pressoché infinita di combattimenti. Nulla per cui valga la pena strabuzzare gli occhi, sia chiaro, ma per lo meno il tutto fila via senza stancare mai la vista. Certo, chi si aspettava un finale con i fuochi d’artificio sarà rimasto deluso, e ancor più per quell’inutile riallaccio a Kate Beckinsale e al personaggio di Selene che sa tanto di cartolina per un coming soon. Prossimamente che è però già passato – e da anni – per cui diventa realmente difficile comprenderne l’inserimento, a film peraltro ampiamente concluso. Dimostrazione della piattezza di fondo di Underworld (e qui il riferimento è all’intera trilogia), prodotto senza infamia e senza lode che non avrebbe avuto probabilmente bisogno di uno sviluppo così articolato.
Ma non dubitiamo che in questo momento ci siano migliaia di idolatri di Len Wiseman – che qui si ritaglia il ruolo di produttore esecutivo – e della sua creatura in lacrime, increduli di fronte alla triste realtà: anche Underworld ha concluso il suo ciclo. Con una rivoluzione che cambia tutto, come ci insegnò il principe Salina, affinché nulla cambi…

Info
Il trailer di Underworld – La ribellione dei Lycans.
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