Singolarità di una ragazza bionda

Singolarità di una ragazza bionda

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Singolarità di una ragazza bionda di Manoel de Oliveira, è l’ennesimo splendido titolo di una carriera unica al mondo, quella di un autore capace in vecchiaia di non appiattirsi mai ma anzi, al contrario, di continuare a sorprendere e a sorprendersi di fronte alla macchina-cinema.

Piccoli gioielli da camera

Macàrio è un giovane ragazzo che lavora presso l’ufficio di suo zio. Dalla veranda dello stesso può vedere nella stanza dell’appartamento di fronte dove un giorno scorge una bellissima ragazza bionda che restituisce per nulla imbarazzata lo sguardo. Trovata una scusa per incontrarla Macàrio, ormai perdutamente innamorata di lei, decide di chiedere la sua mano ricevendo in risposta un deciso sì. E quando il più sembra ormai fatto, il ragazzo sarà costretto a scontrarsi con il divieto dello zio che proprio non ne vuole sapere che i due ragazzi si sposino. Per farlo serviranno i soldi e quindi lavorare, a meno che non si voglia rubare… [sinossi]

Non ci stancheremmo mai di Manoel De Oliveira, del suo sguardo rivelatorio e sempre spiazzante, soprattutto quando è immerso in questi piccoli gioielli da camera, lunghi magari poco più di un’ora (come Porto da minha infanzia, tanto per citarne uno). Singolarità di una ragazza bionda, è l’ennesimo splendido titolo di una carriera unica al mondo, quella di un autore capace in vecchiaia (e che vecchiaia, a dicembre ha fatto 100…) di non appiattirsi mai ma anzi, al contrario, di continuare a sorprendere e a sorprendersi di fronte alla macchina-cinema e, perché no, a sfidare le convenzioni borghesi. Singularidades de uma rapariga loura è un film di una leggerezza stupefacente, frivolo e beffardo come solo l’amore sa essere, che guarda con lucido disincantato le parole e gli sguardi che seducono e – al contempo – che condannano. Inevitabilmente…

Al centro della pellicola ancora un amour fou, o meglio, un amor de perdiçao tra due giovani di differenti classi sociali in una Lisbona altoborghese decisamente sorda e disinteressata ai sogni d’amore dei due. L’espediente narrativo per raccontare questa storia è dei più classici, come spesso accade in De Oliveira, con il personaggio principale (pare ormai superfluo precisare che il protagonista in questione sia interpretato dal nipote del regista portoghese, Ricardo Trepa, ormai divenuto un suo vero e proprio alter-ego sul grande schermo) che racconta la propria vicenda ad una sconosciuta compagna di sedile su un treno, tradotto cinematograficamente in un susseguirsi di flashback. Ma ciò che sorprende (ancora?) è la capacità di rivelare uno sguardo umanissimo sul mondo, concedendosi anche qualche momento di cinema puro, attonito, eclissato da tutto ciò che ci circonda. Come in quel pugno di secondi nei quali finalmente i due ragazzi si baciano e il regista stacca sul vezzo un po’ civettuolo di lei che alza il piede, in un dettaglio che vale da solo un film, se non un intero festival, e che riporta alla mente storie d’amore hollywoodiane virate in un bianco&nero secolare. Come il cinema e come Manoel De Oliveira…

Info
Il trailer italiano di Singolarità di una ragazza bionda.
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