L’era glaciale 3 – L’alba dei dinosauri

L’era glaciale 3 – L’alba dei dinosauri

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Giunta al suo terzo capitolo, con L’era glaciale 3 – L’alba dei dinosauri, la saga con protagonista il bradipo Sid mostra pesantemente la corda. Unico motivo d’interesse: l’uso a tratti sensato del 3D.

L’armata brancoleone

Una nuova avventura per i nostri eroi dell’era glaciale. Questa volta il destino, ma sarebbe meglio dire una clamorosa bravata di Sid, li porta in contatto con un nuovo mondo sotterraneo, popolato dai dinosauri… [sinossi]

Nel 1979, quando i Clash cantavano, nel ritornello della miracolosa London Calling, la frase “The ice age is coming, the sun is zooming in/Engines stop running and the wheat is growing thin/A nuclear error, but I have no fear/London is drowning and I live by the river” con ogni probabilità ignoravano che da lì a trent’anni il termine era glaciale non avrebbe più portato con sé le scorie e le paure della Guerra Fredda, l’idea (neanche troppo peregrina) di un improvviso olocausto nucleare, ma avrebbe piuttosto concorso a formare nella mente di uomini, donne e bambini comuni l’immagine di un bradipo, un mammuth e uno smilodonte a spasso per lande gelate e alla ricerca del profondo significato dell’amicizia.

Da quando L’era glaciale, capostipite firmato da Chris Wedge e Carlos Saldanha, stritolò i botteghini (soprattutto quelli d’oltreoceano) imponendosi come uno dei fenomeni commerciali dell’anno 2002, è apparso evidente anche ai più sprovveduti che non ci saremmo liberati del trio delle meraviglie a cui facevamo riferimento in precedenza con tanta semplicità: ecco dunque arrivare prima L’era glaciale 2 – Il disgelo (2006) e ora questo L’era glaciale 3 – L’alba dei dinosauri. Iniziamo da una precisazione che appare quasi doverosa: l’unico motivo di interesse che potrebbe davvero convincervi ad affrontare la calura estiva per raggiungere le – innumerevoli – sale che programmano il terzo capitolo dell’ennesima saga dell’animazione statunitense contemporanea [1], è l’idea di assistere a un film pensato per la tecnologia 3D. Non che L’alba dei dinosauri sfoggi chissà quale miracolosa mise avveniristica, sia inteso, ma quantomeno l’aver congegnato un paio di sequenze d’azione con il 3D permette di ridestare l’attenzione di un pubblico che per il resto corre seriamente il rischio di addormentarsi sulla poltrona. Il perché è presto detto: L’era glaciale 3 non è altro che un accumulo, mai particolarmente riuscito o divertente, di gag. Già i primi due capitoli avevano di fatto svelato la mancanza di una reale base narrativa sulla quale poggiare le battute affidate ai vari personaggi, ma mai come in questa occasione si era palesata con forza la voragine sinottica nella quale vengono gettati a corpo morto gli elementi chiave della vicenda.

L’era glaciale 3 è tutto un mediocre susseguirsi di inseguimenti, scivolate, cadute, corse, agguati e chi più ne ha più ne metta: il fatto che ciò che vi abbiamo appena elencato avvenga sullo schermo è giustificato essenzialmente dalla trovata che vuole la sempre più corposa truppa [2] impegnata nel disperato tentativo di salvare il sempre più goffo Sid dalle fauci di un tirannosauro spuntato fuori da un crepaccio. Un po’ poco, non vi pare? Anche perché, come già detto in precedenza, le intuizioni comiche capaci di strappare una risata a un pubblico neanche sofisticato, ma solo poco ingenuo, si contano a malapena sulle dita di una mano. Intrappolati nella gabbia tipica del “prodotto a tavolino” gli sceneggiatori si sono trovati strozzati tra la volontà di avvicinarsi ai bambini e l’ansia di riuscire a strizzare maliziosamente l’occhio ai genitori – i dialoghi tra Manny ed Ellie, che si vorrebbero metafore del rapporto di coppia nel terzo millennio, sanno di stantio lontani un miglio -, dimenticandosi che l’unica possibilità di salvezza risiede non in ciò che si mostra, ma nella qualità dello stesso. E la messa in scena di cui è dotato L’era glaciale 3, affidata al solito Carlos Saldanha, è davvero poca cosa: entrare in empatia con i protagonisti di questa vicenda appare sfida realmente ardua da affrontare, tanto risulta essere sfilacciata la tessitura dei personaggi e scialba la loro resa sullo schermo.

Verrebbe davvero da consigliare al team de L’era glaciale 3 la visione de Il mio vicino Totoro, capolavoro sommo di Hayao Miyazaki e parto tra i più mirabolanti che il cinema degli ultimi venticinque anni ci abbia donato, di fronte alla visione del quale questo anodino prodotto di mercato svanisce completamente. Quando uscirà in sala Il mio vicino Totoro – a 21 anni dalla sua creazione – siamo certi che L’era glaciale 3 starà ancora accumulando euro su euro: ci piacerebbe che fosse il film di Miyazaki a scalzarlo dalle posizioni nel box office. Ma si tratta di una pia illusione, ce ne rendiamo perfettamente conto: dopotutto l’estinzione sembra essere ancora una chimera lontana.

Note
1. A dicembre è apparso anche nelle nostre sale il pessimo Madagascar 2, con il terzo capitolo già in lavorazione; è in work in progress anche il secondo appuntamento con Kung Fu Panda, per non parlare di Shrek, che tra lungometraggi, corti e sketch televisivi ha raggiunto quasi la decina di titoli.
2. Altro dato essenziale per comprendere le regole che muovono un prodotto pensato in maniera così certosina per il mercato è proprio l’accumulo di personaggi: a ogni nuova avventura si ripresenta il nucleo del film precedente e si innestano alcuni “nuovi acquisti”, arma impropria per rapire furbescamente il cuore degli spettatori.
Info
Il trailer di L’era glaciale 3 – L’alba dei dinosauri su Youtube.
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