G.I. Joe – La nascita dei Cobra

G.I. Joe – La nascita dei Cobra

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Dal punto di vista spettacolare e visivo, G.I. Joe – La nascita dei Cobra è un prodotto che potrà soddisfare almeno in parte i fan degli effetti speciali e delle sequenze action, spinte ripetutamente oltre le regole della fisica e della verosimiglianza. Difficile, al contrario, che la pellicola di Sommers possa conquistare i favori di quella fetta di pubblico attenta anche agli sviluppi narrativi e psicologici: troppo superficiali, e persino fuori contesto, i pochi personaggi e gli intrecci che avrebbero potuto offrire qualche spunto drammatico.

La guerra (non) è un gioco

Dalle montagne centroasiatiche ai deserti egiziani, attraverso le affollate strade di Parigi fino ai ghiacci del Polo Nord, la squadra di ultra professionisti nota come G.I. Joe si lancia in un’avventura senza sosta, in cui la tecnologia di ultima generazione e il più sofisticato equipaggiamento militare saranno impiegati per combattere il pericoloso trafficante d’armi Destro ed evitare che la minacciosa e occulta organizzazione Cobra getti il mondo nel caos… [sinossi]

Il limite intrinseco di G.I. Joe – La nascita dei Cobra, diretto con la consueta professionalità e il gusto per l’eccesso visivo e pirotecnico da Stephen Sommers (La Mummia, Van Helsing), si rintraccia prontamente nei celeberrimi soldatini della Hasbro, colosso statunitense che produce giochi e giocattoli [1]. I G.I Joe, primo esempio di action figure, inizialmente ingombranti coi loro trenta centimetri e poi divenuti oggetti da collezione grazie al nuovo formato da sette centimetri, non sono normali soldatini, ma la versione giocattolo di una élite di combattenti dotati di tutte le tecnologie possibili: ai G.I. Joe, in un certo senso, “piace vincere facile” [2]. Vengono quindi a mancare, in primis nella versione cinematografica, le suggestioni epiche che dovrebbero contraddistinguere le eroiche imprese di un normale combattente, il cui plus valore dovrebbe essere il proprio talento e non un armamentario fantascientifico, e le suggestioni tragiche che accompagnano guerrieri tecnologicamente modificati (e la mente corre, restando nell’immaginario cinematografico, ai vari Robocop, Ghost in the Shell, Akira, Alita e via discorrendo).

La palese superiorità (ma sarebbe meglio definirla vantaggio) dei G.I. Joe, più adatta alle fantasie di un ragazzino che allo sviluppo narrativo di un’opera cinematografica, priva gli spettatori di G.I. Joe – La nascita dei Cobra di quel coinvolgimento emotivo che avrebbe dato maggior senso ai vari combattimenti, inseguimenti, esplosioni e tutto quel che segue. Esemplare, in questo senso, la pur apprezzabile e interminabile sequenza parigina, virtuale trasposizione su grande schermo di un adrenalinico livello di un videogame: due dei protagonisti, resi praticamente indistruttibili (e quindi immortali) da una specie di armatura potenziante, sfrecciano per le strade di Parigi come fossero moto da GP e resistono a qualsiasi urto, travolgendo e polverizzando ogni ostacolo. I due baldi giovani (Marlon Wayans, aka Ripcord, e Channing Tatum, aka Duke), novelli scavezzacollo del team comandato da uno spaesato Dennis Quaid (il generale Hawk), incarnano perfettamente l’aspetto ludico dei G.I. Joe, evidenziando l’inevitabile mancanza di pathos del film diretto da Stephen Sommers. La nascita dei Cobra si limita a portare in scena, con scarse possibilità di coinvolgimento emotivo, una serie di scontri tra “buoni” e “cattivi”, con la prevedibile escalation di distruzione.

Dal punto di vista spettacolare e visivo, quindi, G.I. Joe – La nascita dei Cobra è un prodotto che potrà soddisfare almeno in parte i fan degli effetti speciali (non tutti pienamente convincenti, a dire il vero) e delle sequenze action, spinte ripetutamente oltre le regole della fisica e della verosimiglianza. Difficile, al contrario, che la pellicola di Sommers possa conquistare i favori di quella fetta di pubblico attenta anche agli sviluppi narrativi e psicologici: troppo superficiali, e persino fuori contesto, i pochi personaggi e gli intrecci che avrebbero potuto offrire qualche spunto drammatico (si vedano, ad esempio, i contrastati rapporti Duke-Ana e Storm Shadow-Snake Eyes).
A parte la suddetta sequenza parigina, a tratti davvero notevole, segnaliamo il divertente cammeo di Brendan Fraser (La Mummia), l’innegabile sforzo produttivo e l’alto livello, in buona parte rimasto sulla carta, del cast. Speriamo per il prossimo futuro che l’interessante Adewale Akinnuoye-Agbaje (Lost, Oz, La Mummia – Il ritorno) e che la stella coreana Lee Byung-hun (The Good, the Bad and the Weird, A Bittersweet Life) possano trovare a Hollywood e dintorni ruoli migliori. Totalmente sprecato Joseph Gordon-Levitt.
Dopo Transformers e G.I. Joe ci sentiamo pronti per He-Man.

Note
1. La Hasbro, fondata nel 1940, ha conquistato ampie fette di mercato grazie a giochi da tavolo di grande successo, come Monopoli, Risiko, Cluedo, Trivial Pursuit e Scrabble, oltre ai marchi di G.I. Joe, Transformers, Star Wars, Pokémon, Micro Machines. E pensare che tutto era cominciato con Mr. Potato!
2. Le action figure appartengono alla categoria delle miniature, ma a differenza dei normali soldatini, ad esempio, sono dotate di arti snodabili e altre parti mobili. Il termine fu introdotto proprio dalla Hasbro nel 1964, per distinguere i virili G.I. Joe dalle tante bambole, in primis la celeberrima Barbie. Il personaggio di G.I. Joe fu creato da David Breger per una striscia a fumetti destinata alle riviste dell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1964 la Hasbro realizzò il primo modellino, alto circa trenta centimetri. Visto il grande successo, i personaggi si moltiplicarono. Nel 1978, a causa della crisi petrolifera e degli eccessivi costi delle materie plastiche, la Hasbro abbandonò la produzione. Nel 1983 le dimensioni furono ridotte a sette centimetri e la nuova uscita dei modellini fu accompagnata da una (non memorabile) serie animata televisiva e da una serie di fumetti della Marvel.
Info
Il trailer italiano di G.I. Joe – La nascita dei Cobra.
G.I. Joe – La nascita dei Cobra su facebook.
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