Sul mare
di Alessandro D'Alatri
Con Sul mare, la parabola artistica di Alessandro D’Alatri continua a dimostrarsi di difficilissima comprensione, raggiungendo forse uno dei punti più bassi dell’intera carriera del regista. Una storia d’amore raccontata con scarsa verve, ben poca inventiva, e cercando un discorso sulle classi sociali che non riesce a trovare mai una sua reale compiutezza narrativa.
In equilibrio precario
La vita di Salvatore, vent’anni, é divisa perfettamente in due parti, quella estiva e quella invernale. Durante l’estate, con la sua barca porta i turisti a visitare la sua isola Ventotene; durante l’inverno, quando ormai i turisti non arrivano più, é costretto a lavorare in nero come muratore sulla terra ferma. Salvatore inizia a mettere in discussione il suo stile di vita, quando incontra Martina, una ragazza di Genova in visita nell’isola per fare delle immersioni subacquee. Fra i due scoppia la passione, ma poi Martina inspiegabilmente sparisce… [sinossi]
Il cinema di Alessandro D’Alatri, nel corso degli anni, ha sviluppato una parabola di difficile comprensione: nato nell’universo pubblicitario, dopo l’esordio in odore di cartolina d’antan di Americano rosso, sembrava aver sterzato in maniera netta e decisa verso un cinema di forte impronta autoriale, prima mettendo in scena una storia d’amore e follia – e non d’amour fou, meglio specificarlo – in Senza pelle e quindi cercando di affrontare addirittura la vita di Gesù il nazareno prima che diventasse il Messia nell’incompiuto ma fascinoso I giardini dell’Eden. La sua carriera sembrava destinata dunque a muoversi sul terreno di cinema d’impegno, popolare ma al contempo arzigogolato, lontano dagli obblighi della contemporaneità, avulso a mode di qualsivoglia tipo.
Il nuovo millennio invece ci ha regalato un D’Alatri completamente diverso, attratto in modo quasi sconsiderato da una poetica minimale, abbarbicata al reale e alla contemporaneità con una forza quasi commovente: è in questo spleen poetico che vedono la luce Casomai, La febbre e persino Commediasexi, la sua personalissima versione dei campioni d’incasso. Un cinema non privo di difetti ma vivo, sincero, capace di osservare la realtà che lo circonda senza scivoloni retorici o pericolose cadute nel cattivo gusto. Era dunque legittimo attendere con una certa impazienza Sul mare, ritorno alla regia a quasi quattro anni di distanza dal già citato Commediasexi. Il film tra l’altro sembrava promettere molto, anche per via di una produzione del tutto estranea agli schemi preordinati solitamente vigenti in Italia: un set agile, per un’opera interamente girata in video con attori del tutto sconosciuti. Insomma, sulla carta quel che verrebbe descritto come cinema “da battaglia”. Peccato che la realtà abbia poi mostrato un volto ben diverso.
Il problema di fondo di Sul mare, evitando di addentrarsi immediatamente nel ginepraio di una messa in scena spesso e volentieri raffazzonata, riguarda la sua incapacità di mostrare solidità: la sceneggiatura di Anna Pavignano, anche autrice del romanzo da cui il film è tratto nonché storica cosceneggiatrice di Massimo Troisi (e di Casomai), si muove con un certo impaccio tra il tormentato amore teenager vissuto tra i due protagonisti (un aitante barcaiolo di Ventotene e una scostante ragazza genovese giunta sull’isola per amore delle immersioni subacquee) e un’analisi sociale e politica del mondo precario che appare francamente posticcia. La lunga digressione sulla vita “invernale” di Salvatore, costretto per sei mesi all’anno ad abbandonare Ventotene per guadagnare qualche soldo in nero come manovale nei cantieri di Formia, è davvero un corpo estraneo al resto della narrazione: allo spettatore non riesce a giungere il dolore di una vita vissuta a metà, l’angoscia di un’esistenza estirpata dal suo habitat naturale per esigenze vitali, anche perché si cerca in maniera pervicace di ovattare il tutto con una voce narrante quantomai fastidiosa e fuori contesto. Per il resto, non è che la situazione migliori particolarmente: la storia d’amore, al di là di una strutturazione fin troppo basica e prevedibile (e striata di un vago sentore di misoginia francamente fastidioso), finisce ben presto per esaurire tutto ciò che vorrebbe dire. A questo punto ad accorrere in soccorso dovrebbe essere la regia di D’Alatri, ed è qui che le note si fanno ulteriormente dolenti: invece di sfruttare un supporto leggero come il video per proporre una messa in scena dinamica, sprezzante delle regole e della prassi, il cineasta romano si fa imbrigliare continuamente, affidandosi a una continua lettura cartolinesca dei folgoranti paesaggi isolani. Non c’è profondità narrativa in Sul mare, ma a mancare è anche un supporto visivo in grado di sopperire alle manchevolezze della sceneggiatura. Anche perché dai due giovani attori, Dario Castiglio (figlio di Peppino Di Capri) e Martina Codecasa, sembrerebbe davvero ingiusto pretendere di più: il loro dovere lo fanno fino in fondo, pur senza mettere in mostra chissà quale sconvolgente capacità interpretativa (in tal senso molto meglio la verve partenopea di Raffaele Vassallo).
Al termine di Sul mare resta ben poco da salvare, e piuttosto che di “cinema adolescenziale” sarebbe forse più giusto parlare di “cinema adolescente”. Non basta un progetto apparentemente minimal – comunque assicurate le duecentocinquanta copie in uscita, scelta a dir poco rischiosa – per riuscire a ritrovare la freschezza perduta, e c’è da sperare che D’Alatri abbia la forza di ritrovare le redini della propria poetica, al momento dispersa al largo della costa laziale, in direzione golfo di Genova.
Info
Il trailer di Sul mare.
- Genere: drammatico, sentimentale
- Titolo originale: Sul mare
- Paese/Anno: Italia | 2010
- Regia: Alessandro D'Alatri
- Sceneggiatura: Alessandro D'Alatri, Anna Pavignano
- Fotografia: Alessio Gelsini Torresi
- Montaggio: Osvaldo Bargero
- Interpreti: Adriana Marega, Anna Ferzetti, Barbara Stellato, Dario Castiglio, Kevin Notsa Mao, Martina Codecasa, Mino Manni, Nunzia Schiano, Raffaele Vassallo, Silvio Semioli, Vincenzo Merolla
- Colonna sonora: Caroline Cohen, Freaks
- Produzione: Buddy Gang, Warner Bros.
- Distribuzione: Warner Bros.
- Durata: 100'
