Maschi contro femmine

Maschi contro femmine

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L’oliata macchina da guerra Brizzi-Martani-Bruno, stavolta con l’appoggio dell’ex-blogger Pulsatilla, mette a segno con Maschi contro femmine un altro successo annunciato candidandosi come unico erede del cinepanettone.

Se son rose, appassiranno

Walter e Monica sono alle prese con il primo figlio e sono un po’ in crisi, Walter è un marito ideale, ma non abbastanza per resistere alla bionda pallavolista Eva. I vicini di casa, Chiara e Diego, non perdono occasione per insultarsi a vicenda, lui playboy senza scrupoli e lei infermiera solitaria, dedita fino in fondo alla causa… [sinossi]

Parlare semplicemente di un film, in questo caso, ci risulta assai difficile. L’oliata macchina da guerra Brizzi-Martani-Bruno, stavolta con l’appoggio dell’ex-blogger Pulsatilla (ora passata alle ben più tradizionali case editrici…), mette a segno un altro dei suoi successi (sarà così, non ne dubitate) candidandosi davvero come unici eredi della commedia natalizia di Vanzina, Parenti e De Sica (del resto sono sempre loro che siedono tra gli sceneggiatori). Ma qui non si tratta di un solo film, un semplice spegnete/accendete le luci in sala, ma di ben altro: Maschi contro femmine è puro prodotto di marketing, è product-placement, è già un sequel di se stesso, è un caso più unico che raro (almeno in Italia) di un film che sembra presentarsi come paratesto di qualcos’altro, è infine simbolo e metafora del male che aleggia nella distribuzione italiana, degno rappresentante del marciume morale, economico, commerciale, intellettuale di questo Paese. Partiamo da quest’ultima (pesante) osservazione: a memoria d’uomo non si era mai vista, ma non solo in ambito strettamente cinematografico, ma nell’intero mondo del commercio una distribuzione doppia per un doppio film. Spieghiamo meglio: Maschi contro femmine esce targato Rai (01 Distribution), il sequel che uscirà a febbraio (Femmine contro maschi) uscirà targato Medusa. Ora, in un sistema di libero mercato, di concorrenza serrata tra aziende, vi pare che possibile che accada una cosa del genere? Che due grandi marchi competitivi nello stesso settore tirino uno la volata all’altro? È mai possibile che Maschi contro femmine debba concludersi con un invito ad aspettare febbraio per vedere il secondo capitolo della storia facendo, di fatto, pubblicità ad un altro marchio? No, tutto ciò non dovrebbe essere possibile, almeno in un paese normale. Ma evidentemente questo non lo è, visto che le aziende paiono sovrapporsi come i loro proprietari, innescando una serie di equivoci aberranti, il più grande di tutti porta il nome di conflitto di interessi, tema che evidentemente adesso annoia molto più dei continui tira & molla tra i finiani e i berlusconiani. Poniamo solo una domanda, che cadrà nel vuoto: come continuare a far finta di nulla di fronte ad una situazione di totale sputtanamento per il Sistema-Italia come quella di un’azienda (la Rai), che essendo statale viene condotta dalla parte politica risultata vincente dalle elezioni (il PDL di Silvio Berlusconi), che fa affari e accordi commerciali suicidi con Medusa, azienda privata di proprietà del suddetto Silvio Berlusconi, in questo caso nei panni del semplice imprenditore?

Fatta questa doverosa premessa, che ovviamente non deve influire sul giudizio globale del film, possiamo cominciare a parlare della pellicola in questione. Confortato dal successo di Ex, Brizzi dunque prosegue sulla strada della coralità e della commedia romantica per inseguire il proprio ideale di cinema popolare, molto più attratto dalla commedia americana degli ultimi vent’anni che da quella all’italiana del passato. Un cinema che si ciba essenzialmente di maschere già costruite, dalle personalità ben riconoscibili figlie soprattutto delle precedenti apparizioni (soprattutto televisive), e che intesse tra i personaggi una fitta rete di rimandi narrativi, piuttosto elementari, attraverso i quali Brizzi può, e sicuramente lo vorrebbe, altamanianamente seguire i propri personaggi. Se da una parte l’occhio va dunque verso le commedie a stelle e strisce, soprattutto a Richard Curtis e a Gerry Marshall, dall’altra Brizzi non riesce a cavarsi fuori dal gioco, che anche lui ha contribuito a creare, delle commedie natalizie, vere e proprie scatole in cui rinchiudere i vip di turno creati dal piccolo schermo (pare ci siano trattative per portare nel cast del prossimo Natale a… anche qualche abitante di Avetrana). È un sistema dunque già sclerotizzato quello messo su da Brizzi, che non ha assolutamente nulla di innovativo e che spinge questo tipo di commedia ad una connotazione sempre meno internazionale e sempre più da strapaese. E poco importa che le vendite negli altri paesi vadano bene, quello che conta sarebbe sapere quanto di questo cinema possa davvero restare nell’immaginario spettatoriale estero, a nostro modestissimo avviso ben poco.

Ma c’è di più, perché anche a differenza del precedente Ex, comunque un buon prodotto d’intrattenimento che comunque non rinunciava anche ad una (indispensabile) dose di cinismo, questo Maschi contro femmine è invece tutt’altro, una commedia solo romantica, retorica e melensa, buonista e vagamente moralisticheggiante. Quanto di peggio, insomma, ci possa essere all’interno di una commedia, genere che ci ha sempre abituato (ma ripetiamo che la scuola della commedia all’italiana è quanto di più distante da questo film) ad esser capace di far ridere con un velo di tristezza sulla faccia. Invece qui tutto va per il verso giusto, in un paese alla volemosebene dove però non c’è spazio per tragedie o problematiche che non possano risolversi con un doppiosenso. E dove invece trovano spazio senza soluzione di continuità il sesso e il nudismo, divorzi e chirurgia estetica, tradimenti e l’amore dopo i 40. E l’omosessualità, ovviamente.

Almeno si ridesse ma anche quello lo si fa con il contagocce. Rimane qualche trovata, tipo le vignette stile fumetti sotto l’acqua, ma quello è, una trovata. E poi in un film che fa un uso massiccio della computer grafica (per poter poi usare anche il termine spettacolare, quindi secondo i suoi creatori questa è una commedia romantica spettacolare) poteva sicuramente curare sensibilmente meglio questo aspetto: a parte lo sfarfallio di molti colori, in particolare nelle scene all’interno dei palazzetti dello sport, fanno impressione i vapori digitali dei respiri dovuti al freddo in una scena ambientata in Antartide ma girata ad Ancona. Sembrano tutto fuorché respiri. Respiri brevi, come questi film capaci di lasciare giusto il breve segno di un alito sul vetro.

Info
Il trailer di Maschi contro femmine.
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