White Irish Drinkers
di John Gray
Tra racconto nostalgico e riflessioni sul destino, scazzottate, amori e rancori, White Irish Drinkers possiede una certa carica emotiva, nonostante qualche forzatura narrativa e un eccesso di buoni sentimenti. Presentato al Torino Film Festival 2010.
Quello che non sei
Brooklyn, autunno 1975. Brian Leary ha diciotto anni e passa il tempo commettendo piccoli crimini con il fratello maggiore Danny. La vera vocazione di Brian non è però delinquere ma dipingere, passione che coltiva segretamente nello scantinato della casa dei genitori, dove si isola per evadere dalla violenza alcolica del padre e dalla depressione della madre. Quando si diffonde la notizia che i Rolling Stones suoneranno nel locale dove Brian lavora, tutto il circondario entra in fibrillazione… [sinossi – catalogo TFF 2010]
Sul destino amaro della working class irlandese trapiantata o meno negli Stati Uniti si è scritto (e soprattutto girato) molto, persino troppo, tanto da rappresentare quasi un sottogenere. Scritto e diretto da John Gray, White Irish Drinkers arriva sul grande schermo dopo una lunga serie di pellicole che ci hanno già raccontato la stessa storia e inevitabilmente non riesce a sfuggire dalla trappola del déjà vu. Le tristi vicende della famiglia Leary, in continuo naufragio tra mareggiate di birra, sono infatti prevedibili fin dalla prima sequenza, con ogni personaggio già marchiato da un destino troppo evidente. A sorreggere le sorti del lungometraggio ci pensano fortunatamente gli attori e la diligente regia di Gray. Del cast, a parte i bravi Nick Thurston (Brian), al primo ruolo importante, e Geoffrey Wigdor (Danny), segnaliamo l’interessante Leslie Murphy (Shauna), giovane attrice che bazzica soprattutto il piccolo schermo. Ottime le performance dei veterani Karen Allen (Margaret, la madre), attrice che avrebbe meritato maggior fortuna, e del caratterista di lungo corso Stephen Lang, classe 1952, fisico possente e volto scolpito nella roccia: conosciuto dal grande pubblico soprattutto per Avatar e Nemico pubblico, lo rivedremo presto nel nuovo Conan di Marcus Nispel. La stazza è quella giusta, la mascella pure.
Attivo soprattutto in televisione, Gray realizza il suo lavoro più importante e ambizioso per il grande schermo, dopo i poco memorabili Delitti inquietanti (1996), Born to Be Wild (1995) e Billy Galvin (1986) [1]. La regia di White Irish Drinkers non soffre di derive o contaminazioni televisive, disegnando movimenti di macchina semplici, quasi invisibili. Il pregio di Gray è l’invisibilità, la capacità di mettersi al servizio degli interpreti e della ricca e seducente colonna sonora. Selezionato per il concorso ufficiale del Torino Film Festival 2010, questa pellicola potrebbe rappresentare per la carriera cinematografica di Gray una buona seconda chance [2].
White Irish Drinkers racconta la dura vita di quartiere, gli amici di sempre, la voglia e la paura di scappare, i sogni nel cassetto, il traguardo impossibile dell’università, le estreme difficoltà delle classi povere, la piaga devastante dell’alcool, la violenza domestica e tutto quel che segue. Tra racconto nostalgico e riflessioni sul destino, scazzottate, amori e rancori, il film di Gray possiede una certa carica emotiva, nonostante qualche forzatura narrativa e un eccesso di buoni sentimenti. Lo schematismo dei rapporti familiari (meglio la storia d’amore tra Brian e Shauna, che si apre con una divertente e artistica scena di corteggiamento) non infastidisce più di tanto, mitigato dalle performance attoriali.
Note
1. Regista di un buon numero di film per il piccolo schermo, Gray è il creatore della nota serie Ghost Whisperer.
2. Il film è passato in concorso anche al prestigioso Toronto Film Festival.
Info
Il sito ufficiale di White Irish Drinkers.
La pagina facebook di White Irish Drinkers.
- Genere: drammatico
- Titolo originale: White Irish Drinkers
- Paese/Anno: USA | 2010
- Regia: John Gray
- Sceneggiatura: John Gray
- Fotografia: Seamus Tierney
- Montaggio: Neil Mandelberg
- Interpreti: Anthony Amorim, Dan Burkarth, Daniel Carpenter, Geoffrey Wigdor, Henry Zebrowski, Jackie Martling, Jimmy Palumbo, Jonathan Dwyer, Karen Allen, Ken Jennings, Leslie Murphy, Lizzy Grant, Michael Drayer, Nick Thurston, Peter Riegert, Regan Mizrahi, Robbie Sublett, Stephen Lang, Steve Ferrarie, Zachary Booth
- Colonna sonora: Mark Snow, The Shillaly Brothers
- Produzione: Annus Mirabilis Inc.
- Durata: 109'