Femmine contro maschi

Femmine contro maschi

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Anche i personaggi più televisivi in Femmine contro maschi riescono ad avere una certa consistenza, e qui è l’innegabile talento di Fausto Brizzi, sviluppato anche grazie alla palestra dei “cinepanettoni”.

C’era una volta Ronaldo magro

In Femmine contro Maschi si intrecciano tre storie dedicate ai buffi difetti delle donne, intorno al tema generale della disperata ricerca dell’uomo ideale… [sinossi]

Un “a parte” prima di cominciare. Si dovrà, speriamo “prima” che “poi”, affrontare uno studio sistematico, innanzitutto sociologico, sul perché il cinema italiano in particolare quello giovane o presunto tale sia ormai vittima di una patologica devianza che lo porta esclusivamente a occuparsi (se non “preoccuparsi”…) di far ridere, inseguendo e dialogando unicamente con la televisione, sulla quale ormai (e parliamo unicamente dei canali tradizionali) a farla da padrone è la commedia. È alquanto significativo che ci sia anche una sostanziale percentuale di giovani esordi che, di fronte alla loro opera prima, non hanno altre necessità o velleità che quella di far ridere. Per carità, pratica più che onestissima e senz’altro assolutamente autoctona, però appare strano constatare quanto poco interesse ci sia verso le potenzialità del mezzo-cinema, infinite o presunto tali che siano. Usiamo anche una formula fresca fresca che rubiamo assai volentieri da Paolo Sorrentino, usata durante la presentazione dei cortometraggi di “perFiducia 2.0”: il cinema italiano, soprattutto quello giovane, ha bisogno di film “antipatici”, perché di film “simpatici”, che ammiccano, ne abbiamo fin troppi…
Eccoci arrivati a Femmine contro maschi. Film simpatico, sia chiaro, come tutti quelli di Fausto Brizzi, uno che neanche al primo film ha cercato di essere “antipatico” figuriamoci se inizia dopo che ad ogni film incassa regolarmente minimo 13 milioni di euro. Quindi, insomma, questo non è proprio il discorso da fare a proposito di Brizzi – il quale, con questo dittico Maschi contro femmine e Femmine contro maschi, ha (come già accennavamo all’epoca dell’uscita del prima film) compiuto il miracolo di unire due aziende (apparentemente) concorrenti (01 Distribution e Medusa) che si sono da brave sorelline divise la gallina dalle uova d’oro di turno.

Brizzi, dal canto suo, ha il sogno di diventare uno strano incrocio tra il cinema delle locations strapagate e del product placement (con il mito dell’ultimo Allen davanti agli occhi e con alle spalle l’esperienza dirette nei cinepanettoni…) e delle commedie romantiche inglesi alla Marshall (e i pochi tentativi italiani, Francesco Nuti su tutti). Continua a ripetere che è quello il cinema a cui aspira, non quello dei cinepanettoni che ha contribuito a portare al successo. Comunque sia, Femmine contro maschi non è ovviamente il film della svolta, una nuova alba per il cinema italiano. Nessuno lo pretenderà, speriamo almeno questo. Con tutto ciò dunque ci si può avvicinare a Femmine contro maschi con un leggero sospiro di sollievo (rispetto al primo episodio): pur continuando a ragionare su un sistema, come dicevamo, già sclerotizzato, di cine-televisionismo e dunque portando circa uno zero all’innovazione del linguaggio-cinema, va detto che questa seconda seconda parte del dittico sulla guerra dei sessi segna quantomeno uno scarto verso l’alto. Qui, a dominare in lungo e largo, fino a stravolgere letteralmente la capacità intellettive dei propri trofei (pardon, maschi…), sono le “femmine”, una terribile setta non meglio identificata atta a terribili mistificazioni della realtà fino al suo completo ribaltamento. Dalla serie “misogini allo sbaraglio” si prevedono orde di maschietti in fila ai botteghini dei cinema. Scherzi a parte, provando per un attimo a far critica, dicevamo che questo secondo capitolo sembra indubbiamente più riuscito del primo: sarà del misero maschilismo malcelato dal recensore, eppure tutti i personaggi maschili del film (che qui hanno un peso maggiore rispetto a quello delle donne) funzionano meglio dei corrispettivi femminili del primo episodio. Solfrizzi, Bisio e soprattutto Ficarra&Picone reggono bene il peso di una commedia (equamente declinata in “episodi”, “equivoci” e “romanticismi”) che fila via dignitosamente, tra una marea di citazioni cinematografiche (ma anche discreti spunti di puro “metacinema”: come il “Facciamo cinema!” di Bisio con Bora Bora ricostruita in “studio” su una spiaggia adriatica, che differenza con la monnezza digitale con cui Brizzi aveva condito il film precedente! Brizzi è questo quello in cui riesce meglio, per certi versi “l’artigianalità” italiana ce l’ha nel dna, perché volare altrove?) e musicali (giocato bene lo spunto beatlesiano) qualche lacrima e tante risate.

Anche i personaggi più televisivi, vittime (?) della serializzazione del mezzo, riescono insomma ad avere una certa consistenza, e qui c’è l’innegabile merito di Brizzi, il quale dopo la palestra dei “cinepanettoni” senza dubbio si va scafando sempre di più. Al botteghino, fino ad ora, il successo è sempre stato assicurato: dopo i due “cult” di Notte prima degli esami (con il consueto sequel), Ex e Maschi contro femmine, per Brizzi sembrano ormai più che aperte, spalancate, le porte del cinema che conta. Se sarà vera gloria lo sapremo tra qualche anno. Per il momento accontentiamoci di ridere di fronte alla figurina (strappata) di Ronaldo. Quand’era magro, s’intende…

Info
Il trailer di Femmine contro maschi.
  • femmine-contro-maschi-2012-fausto-brizzi-01.jpg
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