Hop

Hop

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Costruito su misura per un pubblico di famiglie non troppo esigenti, Hop è il mostruoso risultato di una produzione che ragiona sull’animazione come se stesse cercando di portare in tavola un piatto ammirato al ristorante: ma non basta mescolare ingredienti rubacchiati a destra e a manca per essere in grado di portare a termine un film degno d’interesse. E anche nell’uovo di Pasqua più decorato si può trovare una sorpresa deludente.

Coniglio in (bella di) padella

Quando Fred investe accidentalmente il coniglio pasquale non ha la minima idea di quello che dovrà sopportare nei giorni successivi. Per salvare la Pasqua, infatti, dovrà prendersi cura del coniglio mentre è in convalescenza: scoprirà che anche un coniglio pasquale può vivere come una costrizione la propria professione… [sinossi]

Inutile usare molti giri di parole per affrontare una delle tare che gravano pesantemente su Hop, nuova produzione della Illumination Entertainment (la casa fondata da Chris Meledandri nel 2007 e finora conosciuta solo per Cattivissimo me di Pierre Coffin e Chris Renaud) distribuita a livello internazionale dalla Universal: la voce del piccolo e peloso protagonista affidata nella versione italiana a Francesco Facchinetti. Una scelta che dovrebbe davvero far riflettere una volta per tutte sull’assoluta noncuranza con cui si rischia di affrontare il cinema d’animazione: quale valore aggiunto al film diretto da Tim Hill può infatti derivare dal doppiaggio di un personaggio noto della televisione? Il risultato è a dir poco fastidioso, perché oltre a non sfoggiare chissà quale dizione, l’ex Dj Francesco si produce in una reiterata sequela delle sue locuzioni preferite, non ultima la famigerata “bella di padella” che fu il biglietto da visita (sic!) del figlio del tastierista dei Pooh poco meno di un decennio fa. Tra l’altro la scelta di opzionarlo è doppiamente colpevole visto che Facchinetti aveva già avuto modo di mostrare la sua inattitudine al doppiaggio in Robots di Chris Wedge.

A parziale discolpa del conduttore di X-Factor comunque bisogna rimarcare come anche in sua assenza Hop non avrebbe avuto alcuna possibilità di scampare la doverosa stroncatura: prodotto ibrido, che mescola – senza una particolare efficacia tecnica, tra l’altro – l’animazione in CGI a riprese live action, Hop appare stiracchiato e privo di idee fin dal suo incipit, ambientato sull’Isola di Pasqua (che fantasia! Forse gli sceneggiatori avrebbero fatto meglio a ripassarsi la storia, per rammentare come sia Rapa Nui a dovere il suo nome occidentale alla festività cristiana ed ebraica, e non certo il contrario…). È qui che scopriamo come la leggenda del coniglio pasquale – tutta britannica e sassone – sia una realtà ben organizzata: nello stesso momento viene introdotto il personaggio di C.P., erede al ruolo di coniglio pasquale che aspira però a divenire batterista. Da qui la fuga verso Hollywood, dove si imbatterà nello scansafatiche figlio di papà Fred… Il resto, e non si sta in nessun modo forzando la verità, è facilmente intuibile. Canovaccio liso e logoro e poco più, lo script di Hop non viene rinvigorito neanche dal coté comico della vicenda: gag prive di ritmo, situazioni che non smuovono nemmeno al sorriso, una staticità dell’azione che produce ben pochi effetti sull’attenzione del pubblico. Perfino l’apparizione in un cameo di David Hasselhoff si riduce a una macchietta priva di brio, mai realmente ironica o sardonica: e sì che Tim Hill aveva partecipato ai brainstorming in fase di sceneggiatura di Spongebob – Il film, gioiellino troppo presto dimenticato e dove, ironia della sorte, si trova un altro cameo di Hasselhoff, risolto però con un’intelligenza e una capacità satirica imparagonabili. Incapace di reggersi sui suoi protagonisti – C.P. monodimensionale e anche piuttosto antipatico, Fred a dir poco scipito – Hop viene meno anche nella costruzione dell’antagonista: il grasso e goffo pulcino Carlos, che vorrebbe usurpare il ruolo di coniglietto pasquale, strappa al massimo qualche sbadiglio.

Costruito su misura per un pubblico di famiglie non troppo esigenti, Hop è il mostruoso risultato di una produzione che ragiona sull’animazione come se stesse cercando di portare in tavola un piatto ammirato al ristorante: ma non basta mescolare ingredienti rubacchiati a destra e a manca per essere in grado di portare a termine un film degno d’interesse. E anche nell’uovo di Pasqua più decorato si può trovare una sorpresa deludente.

Info
Il trailer di Hop.

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