Winnie the Pooh – Nuove avventure nel Bosco dei 100 acri
di Don Hall, Stephen J. Anderson
Mantenendo intatta la sublime naiveté propria delle intenzioni di Milne, Winnie the Pooh – Nuove avventure nel Bosco dei 100 acri gioca ripetutamente con lo spettatore, spingendolo a interagire con la pellicola. Ma è l’irresistibile tenerezza di questi ingenui, tontoloni animali di pezza, a scardinare anche le resistenze del pubblico più snob o refrattario a smancerie e calembour per l’infanzia.
Che mostro l’Appresto!
Arrivano nuove avventure per il filosofico Winnie the Pooh, orsetto dal cervello molto piccolo, e i suoi amici Tigro, Tappo, Pimpi, Kanga, Ro e per ultimo, ma non certo in ordine di importanza, Ih-Oh, che ha smarrito la sua coda. Il gufo Uffa spedirà l’intero gruppo di amici in una avventurosa ricerca per salvare Christopher Robin da un pericolo immaginario. La giornata diventerà piuttosto impegnativa per un orsetto che era partito per cercare solo del miele… [sinossi]
Mio tenero e tondo pancino,
so prendermi cura di te!
Winnie the Pooh
Il periodo di assestamento di John Lasseter nel ruolo di direttore creativo dei Walt Disney Studios sta producendo un’altalena di risultati artistici: in particolar modo il nodo della questione sembra sempre più legato alla riscoperta da parte della Casa del Topo della tecnica d’animazione tradizionale, accantonata pubblicamente in un puro gesto di follia durante il periodo produttivo più nero degli studios. Dopo il non completamente soddisfacente La principessa e il ranocchio, interessante ma troppo succube delle dinamiche del duo Clements/Musker, la Disney ci riprova rispolverando dai cassetti della memoria uno dei personaggi chiave della sua storia, l’orsetto Winnie Pooh, tontolone alla perenne ricerca di miele per placare i brontolii del suo pancino. Creato negli anni Venti dello scorso secolo dalla fantasia dello scrittore britannico A.A. Milne, Winnie Pooh divenne proprietà intellettuale della Disney nel 1962, a poco più di un lustro dalla scomparsa dell’autore: utilizzato per lo più per dare corpo a brevi cortometraggi animati, il personaggio fu reso protagonista di un lungometraggio nel 1977, uscito in Italia con il titolo Le avventure di Winnie the Pooh. L’orsetto di pezza più famoso del mondo anglosassone torna dunque a far capolino al cinema dopo ben trentaquattro anni, ed è forse proprio questo dato a connotare con maggior precisione il certosino lavoro di recupero operato dagli autori (Lasseter risulta qui essere accreditato come produttore esecutivo): abbandonando la computer grafica – panacea di tutti i mali secondi molti (mal) pensanti dell’animazione occidentale – la Disney riscopre un’animazione classica, nel senso più puro e profondo del termine.
Se il lavoro sul character design dei personaggi non poteva permettersi quasi nessuna modifica rispetto agli originali, la scelta di determinate timbriche, il modo con cui sono disegnati i fondali, l’attenzione all’uso del tratto a matita, permettono di riscoprire una Disney che sembrava inesorabilmente persa alla rincorsa di chissà quale ricetta miracolosa per rimpolpare i magri bilanci dell’ultimo decennio (si esclude da questo discorso, ovviamente, la propaggine rappresentata dalle produzioni Pixar). L’operazione è talmente puntuale da far intravvedere, dietro i nomi di Stephen Anderson e Don Hall, lo stile e la costruzione delle sequenze che fu tratto peculiare e inconfondibile di Wolfgang Reitherman (autore, tra gli altri, de La carica dei 101, La spada nella roccia, Gli aristogatti e Robin Hood), uno dei massimi registi al soldo della Disney nell’epoca d’oro della sua produzione. Il resto lo fa, non c’è neanche bisogno di sottolinearlo, la truppa di scalcinati animaletti che accompagna Winnie: il melanconico asinello Ih-Oh, il timido e minuscolo maialino Pimpi, lo spaccone e pasticcione Tigro, la dolce cangura Kanga e il suo cucciolo Ro, il coniglio Tappo e il pomposo gufo Uffa. Tutti impegnati a vivere una giornata di ordinaria follia come si trattasse della più epica delle avventure. Chi riuscirà a compensare Ih-Oh della scomparsa della sua coda? E quale strategia bisognerà attuare per far cadere in trappola il fantomatico mostro Appresto, indiziato principale di un rapimento senza rapito?
Mantenendo intatta la sublime naiveté propria delle intenzioni di Milne, Winnie the Pooh – Nuove avventure nel Bosco dei 100 acri gioca ripetutamente con lo spettatore, spingendolo a interagire con la pellicola: si veda l’arguto gioco che intercorre tra i personaggi e il narratore/libro, la stretta relazione tra le lettere del volume e ciò che avviene in scena, e via discorrendo. Ma è l’irresistibile tenerezza di questi ingenui, tontoloni animali di pezza, a scardinare anche le resistenze del pubblico più snob o refrattario a smancerie e calembour per l’infanzia: le canzoncine – mai pedanti o fuori luogo –, il gusto per un nonsense basico ma tutt’altro che superficiale sono le armi vincenti di un film che convince fino in fondo. Intrattenimento gentile ed elegante, proprio ciò che si dovrebbe pretendere da un marchio di fabbrica che ha fatto la storia dell’animazione mondiale. Il consiglio è quello di gustarsi l’ora su cui di dipana la storia che viene narrata (il film non potrebbe durare un minuto di più, e c’è da applaudire la scelta di non lasciarsi tentare da metraggi più lunghi), senza perdere neanche un minuto dei bellissimi titoli di coda che si concludono con una spassosa sorpresa finale. Nel fine settimana di Pasqua questo è il film che dovreste far vedere ai vostri figli e nipoti, senza dubbio alcuno. Una menzione a parte lo merita l’ottimo lavoro musicale, che trova il suo apice nella canzone conclusiva, cantata da Zooey Deschanel e suonata dal geniale polistrumentista Mike Mogis, già al lavoro nei miracolosi e misconosciuti Lullaby for the Working Class.
ps. Il film è accompagnato nelle sale dall’ottimo cortometraggio La ballata di Nessie, pura poesia in movimento che svela anche ai più piccini che “non si deve aver paura di piangere”. Commovente.
Info
Il sito ufficiale di Winnie the Pooh.
Winnie the Pooh su facebook.
Il trailer italiano di Winnie the Pooh.
- Genere: animazione, avventura, fantasy
- Titolo originale: Winnie the Pooh
- Paese/Anno: USA | 2011
- Regia: Don Hall, Stephen J. Anderson
- Sceneggiatura: Brian Kesinger, Clio Chiang, Don Dougherty, Don Hall, Jeremy Spears, Kendelle Hoyer, Nicole Mitchell, Stephen J. Anderson
- Fotografia: Julio Macat
- Montaggio: Lisa Linder
- Interpreti: Bud Luckey, Craig Ferguson, Donald Andersen, Huell Howser, Jack Boulter, Jørgen Teytaud, Jens Zacho Böye, Jim Cummings, John Cleese, Kristin Anderson-Lopez, Lars Thiesgaard, Linda Linder Silver, Lisa Linder Silver, Niels Weyde, Nis Bank-Mikkelsen, Robert Lopez, Sebastian Klein, Tom Kenny, Travis Oates, Wyatt Dean Hall
- Colonna sonora: Henry Jackman
- Produzione: Walt Disney Animation Studios, Walt Disney Studios Motion Pictures
- Distribuzione: Disney Pictures
- Durata: 63'
- Data di uscita: 20/04/2011
