Cowboys & Aliens

Cowboys & Aliens

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Cowboys & Aliens sembra accontentarsi dello spunto di partenza, trattando in maniera superficiale sia la componente western che quella fantascientifica e adagiandosi su una sceneggiatura poco ispirata.

Arrivano i mostri! Arrivano i nostri!

New Mexico, 1875. Uno straniero privo di memoria arriva nella cittadina di Absolution. È ferito e ha fissato a un polso uno strano bracciale metallico. Non gli occorrerà molto tempo per comprendere che non è gradito. Tutti gli abitanti vivono sotto il dominio del colonnello Dolarhyde e debbono subire le angherie del suo tracotante rampollo. Lo sceriffo non esita però ad arrestare il ragazzo e lo straniero che è stato riconosciuto come un pericoloso pregiudicato. Tutto cambia però quando Absolution viene attaccata da strani oggetti volanti che seminano il panico. Lo straniero vede riemergere frammenti di memoria e comprende che il bracciale al suo polso può divenire un’arma vincente per combattere gli alieni. Occorre però che tutte le forze disponibili si uniscano… [sinossi]

Non è certo una novità l’intreccio tra generi apparentemente distanti tra loro e, a ben guardare, l’accostamento tra western e fantascienza non è poi così peregrino. Due i filoni di questo cross-genre: il science fiction western, a cui appartiene Cowboys & Aliens, e il complementare e più suggestivo space western. Al primo sottogenere si possono ascrivere ibridi come gli ingenui antesignani La valle dei disperati (The Beast of Hollow Mountain, 1956) di Edward Nassour e Ismael Rodríguez e Jesse James Meets Frankenstein’s Daughter (1966) di William Beaudine, l’ottimo Il mondo dei robot (Westworld, 1973) di Michael Crichton e, in tempi più recenti, Ritorno al futuro parte III (1990) di Robert Zemeckis e il pasticciato Wild Wild West (1999) di Barry Sonnenfeld. Ben più nobile la filmografia delle frontiere spaziali: dalle saghe di Guerre Stellari e Star Trek, passando al sottostimato Fantasmi da Marte (2001) di John Carpenter, fino alle indimenticabili epopee animate di Leiji Matsumoto [1].

Sembra funzionare di più la trasposizione futuristica del mito della Frontiera, piuttosto che l’innesto di componenti sci-fi nel Selvaggio West. L’operazione di Favreau, e del corposo gruppo di sceneggiatori che hanno scritto e riscritto il romanzo grafico di partenza, risente inevitabilmente dello schematico ricorso ai cliché narrativi dei suddetti generi, appesantiti da una grondante quantità di retorica a stelle e strisce. Dallo straniero senza nome al vigliacco in cerca di riscatto, dal fuorilegge brutto sporco e cattivo al proprietario arricchito e incattivito, Cowboys & Aliens inanella personaggi ritagliati su misura, con un numero di battute e azioni contate e scontate: la mite saggezza del capo indiano, lo stolto coraggio dei pistoleri, l’improbabile sangue freddo di un imberbe ragazzino, il cuore buono del rude protagonista e così via.

Essenziale la trama sci-fi innestata sul western. L’oro della Frontiera è un piatto succulento anche per terribili predatori alieni, tratteggiati sulla scia degli oramai classici Alien e Predator. Purtroppo Favreau tratta troppo sbrigativamente l’impatto sui terrestri dell’improvvisa intensificazione tecnologica[2] e si disinteressa completamente e colpevolmente del fertile parallelo tra alieni/coloni e coloni/nativi: ambientato nel 1875, giusto un anno prima della battaglia del Little Bighorn [3], Cowboys & Aliens sorvola sulle American Indian Wars, proponendo una retorica, unilaterale e storicamente inaccettabile alleanza tra bianchi e nativi. Stucchevoli, in questo senso, i siparietti tra l’arcigno Woodrow Dolarhyde (Harrison Ford) e Pugnale Nero (Raoul Trujillo), smentiti dal finale che apre all’epoca della ferrovia, della corsa all’oro, dell’inarrestabile crescita economica. Anche la fantascienza dovrebbe avere dei limiti: non sono buoni i bianchi.

Giocano a favore del film, un blockbuster che non ha raccolto gli incassi sperati, la ricchezza del budget, con i conseguenti effetti speciali, alcuni dettagli orrorifici e qualche crudezza (l’incipit prometteva meglio…), l’iniziale ricorso al fuori campo e un cast selezionato con cura: Daniel Craig (Jake Lonergan) e Harrison Ford hanno lineamenti che sembrano scolpiti nella roccia, Olivia Wilde possiede fascino e bellezza in quantità e i tanti comprimari (Sam Rockwell, Keith Carradine, Clancy Brown, Paul Dano e Adam Beach) impreziosiscono e risollevano ruoli stereotipati.

In fin dei conti, Cowboys & Aliens sembra accontentarsi dello spunto di partenza, trattando in maniera superficiale sia la componente western che quella fantascientifica e adagiandosi su una sceneggiatura poco ispirata: più che un’occasione persa, sembra la conferma dei pregi e dei difetti di Jon Favreau, regista che interpreta fin troppo bene i dettami narrativi e visivi di Hollywood e dintorni.

Note
1. Le opere del celebre mangaka e animatore nipponico possono essere tranquillamente accostate alla monumentale produzione letteraria di Isaac Asimov. Entrambi hanno creato due universi narrativi di incredibile complessità e qualità artistica. Tratti dalle tavole di Matsumoto, ricordiamo quantomeno Corazzata Spaziale Yamato (Uchu senkan Yamato, 1977) di Toshio Masuda, lungometraggio che riassume la prima serie televisiva e che sarà seguito da numerose produzioni cinematografiche, e Capitan Harlock (Uchu kaizoku Capiutan Harokku, 1978-79) e Galaxy Express 999 (Ginga Tetsudo Suri Nain, 1978-81), gioielli per il piccolo schermo.
2. “In un film realistico, il sapere e la tecnica si mantengono nei limiti attuali del progresso delle società umane. […] L’intensificazione tecnologica della fantascienza consiste invece nell’oltrepassare questi limiti, sviluppando nel mondo possibile (nell’ontologia secondaria) competenze e applicazioni non concepibili allo stato attuale (nell’ontologia primaria)”. Luca Bandirali, Enrico Terrone, Nell’occhio, nel cielo – Teoria e storia del cinema di fantascienza, Lindau, Torino, 2008. Cogliamo al volo l’occasione per suggerire la lettura di questo corposo saggio.
3. Il 25 giugno 1876, nei pressi del torrente Little Bighorn, cinque squadroni del 7º Cavalleggeri dell’esercito degli Stati Uniti d’America furono sopraffatti e annientati dai Lakota, alleati con Cheyenne e Arapaho.
Info
Il sito ufficiale di Cowboys & Aliens.
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Il trailer italiano di Cowboys & Aliens.
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