I soliti idioti: Il film
di Enrico Lando
Il duo comico composto da Mandelli e Biggio passa dalla TV al cinema, perdendo per strada parecchia incisività. Ancora una volta Pietro Valsecchi ci ha visto lungo dopo la fortunata produzione di Che bella giornata di Checco Zalone, decidendo con grande tempestività di battere cassa finché il ferro e I soliti idioti è caldo.
Stupido è chi stupido fa
Ruggero, padre autoritario, volgare e disonesto, trascinerà Gianluca, ragazzo dall’animo sensibile, amante dell’arte e della tecnologia, in situazioni rocambolesche per far assaporare al figlio la “vita vera” e farlo crescere a modo suo… [sinossi]
Roma giace là, col suo gran cuore frantumato…
I papi ne avevano fatto – a modo loro, s’intende – un’acquasantiera;
noi italiani ne abbiamo fatto, a modo nostro, un portacenere.
D’ogni paese siamo venuti qua a scuotervi la cenere del nostro sigaro,
che è poi il simbolo della frivolezza di questa miserrima vita nostra e dell’amaro e velenoso piacere che essa ci dà.
Luigi Pirandello – Il fu Mattia Pascal
Sul tema della romanità e dei suoi significati non si discute mai abbastanza. A livello mediatico la romanità continua ad essere un sicuro cavallo di battaglia. Ad esempio non passa un’edizione del grande fratello che non sia riempita da almeno un romano, che già con la sua parlata crea l’empatia e i tormentoni che il pubblico dimostra di desiderare. In questo, MTV è arrivata abbastanza tardi, forse perché mai troppo attenta a dare un’ immagine realistica, “di strada”, da “real tv” del nostro paese. Ci hanno pensato invece Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli, che nel 2009 hanno creato per la prima emittente musicale d’Italia (e del mondo), una serie tv – in particolare una situation comedy – in cui appunto si dava risalto a una figura doc del “romano de roma”, che con grande volgarità, politicamente scorrettissimo e dissacrante faceva abuso dei luoghi comuni della parlata romanesca e di atteggiamenti tipici. I risultati, soprattutto tramite Youtube, sono stati un successone, tanto che chiunque si approcci al film in uscita de I soliti Idioti, difficilmente non conosce qualcuno dei tormentoni che imperversano sulla rete. Ancora una volta Pietro Valsecchi ci ha visto lungo dopo la fortunata produzione di Che bella giornata di Checco Zalone, decidendo con grande tempestività di battere cassa finchè il ferro è caldo. Non crediamo infatti in un’epoca così volatile che durerà moltissimo il ciclone del duo di MTV, anche perché di sostanziale non c’è granchè da conservare nel tempo.
I soliti idioti ha dunque un’anima profondamente commerciale, ed è nel senso più letterale del termine una commedia di pura traduzione da tv a cinema, con grande appiattimento della regia e grande fatica nel cercare di dare unità alle vicende narrate. Nessuno sindaca sul fatto che il cinema comico, forse unico tra i generi, sia in grado di spezzettare, fare continue digressioni e prendersi licenze di sceneggiatura rispetto alla canonicità della struttura di un film. Senza arrivare alla genialità dei Monty Python, esperimenti interessanti in questo senso erano l’accumulo di sketch totalmente naive di Le barzellette di Carlo Vanzina, o prima ancora di Tutti gli uomini del deficiente di Paolo Costella, che senza finti rammendi e cuciture raffazonate non si beavano minimamente di mimetizzare una trama, quasi a voler creare un altro genere a sé stante rispetto alla stessa commedia. Purtroppo invece I soliti Idioti, la cui regia è firmata da tale Enrico Lando (lo stesso della serie tv), cerca quel compromesso, quella via di mezzo per cui si dà spazio a tanti sketch ma si vuole dar da bere allo spettatore che rispetto a quello che ha visto a casa c’è qualcosa in più (a cui aggiungiamo la consueta attrice bellissima, qui chiamasi Madalina Ghenea), ovvero una storia. A ciò si aggiunge anche il difetto che quando (non molto spesso) si giunge alla risata nelle singole situazioni comiche create dai personaggi del romano doc, Ruggero De Ceglie, e del figlio un po’ bamboccione – i protagonisti della storia – improvvisamente poi si passa ad altre mini storie con altri caratteri (sempre impersonati dai due attori, tranne un’inutile particina di trenta secondi di Gianmarco Tognazzi) che fanno perdere ritmo e intensità alla comicità.
Visti questi non lievi difetti e cercando dunque di salvare il salvabile, le gag sulla romanità cafona e irriverente sono le uniche degne di nota, nel bene e nel male, del film. Come diceva Gigi Proietti in un suo famoso pezzo: la parolaccia è un’arte, bisogna averla nel sangue, dirla con gusto e non buttarla via perché in essa vi è insita la cultura popolare. Il problema della volgarità centra appunto nel momento in cui manca totalmente di necessità in un contesto, e la coppia sembra talvolta crearla ad hoc per arrivare al facile eccesso, alla parolaccia ripetitiva che a uno spettatore su tre fa scappare la risata o il sorriso in modo piuttosto forzato. Quando invece nella parolaccia si ravvisa qualcos’altro, che può essere crudeltà, fantasia nel formularla, o l’ambivalenza di affetto e burbera incapacità di esprimerlo, che possono essere tipici di una romanità vera, ancora genuina, allora il duo comico, in particolare la maschera artefatta di Francesco Mandelli dimostra di poter arrivare alla risata vera, quella di pancia e di testa. Ma sono davvero pochi quei momenti, anche meno rispetto a quelli della serie tv (sicuramente più riuscita), mentre per la maggior parte del tempo si assiste a una parata di turpiloqui che servono a riempire un certo vuoto di idee, cercando di cavalcare una moda infinita come quella della parlata romanesca, forse anche per un’incapacità di rapportarsi ad un minutaggio così lungo. Che cos’è dunque lo specchio dei tempi attuali che molti argomentano riguardo al film? Sono i caratteri rappresentati da Mandelli e Biggio oppure il vuoto d’idee dei loro stessi inventori? A chi vedrà il film l’ardua sentenza.
Info
La pagina Facebook de I soliti idioti.
Il trailer de I soliti idioti.
- Genere: commedia, grottesco
- Titolo originale: I soliti idioti
- Paese/Anno: Italia | 2011
- Regia: Enrico Lando
- Sceneggiatura: Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli, Martino Ferro
- Fotografia: Massimo Schiavon
- Montaggio: Giovanni Gritti, Pietro Morana
- Interpreti: Elisabetta De Palo, Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli, Gianmarco Tognazzi, Giordano De Plano, Madalina Ghenea, Marco Foschi, Rocco Tanica, Valeria Bilello
- Colonna sonora: Dino Lenny, Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli, Gaetano Cappa
- Produzione: Taodue Film
- Distribuzione: Medusa
- Durata: 98'
- Data di uscita: 04/11/2011
