Il magico Natale di Rupert

Il magico Natale di Rupert

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Il magico Natale di Rupert: è giunto il momento di riabilitare la memoria di questo bizzarro film “natalizio” di Flavio Moretti, che omaggia Joe Dante e Tim Burton portando a termine un’operazione incompresa fin dalla sua genesi.

Il Super-3D

È la vigilia di Natale, la nonna lascia a Rupert alcuni incarichi tra cui quello di riassettare la soffitta. Rupert suo malgrado si appresta a eseguire l’ordine ma viene sopraffatto da molte sorprese. In soffitta trova, tra le svariate invenzioni del nonno accumulate dopo la sua scomparsa, una rudimentale macchina per la visione in 3D. I veri guai per Rupert arrivano quando attacca alla presa della corrente una strana lampada che, a sua insaputa, emana segnali che si propagano nello spazio e raggiungono un’astronave aliena di passaggio intorno alla Terra. Proprio in quell’attimo il ragazzo intravede una luce che solca il cielo e un piccolo pacco che sta precipitando. Una volta aperto ne fuoriescono dei piccoli, micidiali alieni. Sono pronti a invadere la casa… [sinossi]

A distanza di due mesi dal suo esordio nel panorama italiano, Distribuzione Indipendente sembra essere arrivata a un fondamentale giro di boa: il solco che sta infatti scavando nel mercato distributivo nazionale, attraverso la riscoperta del genere e di opere concettualmente e materialmente libere da supervisioni, tagli e (auto)censure, rappresenta una speranza concreta nella riscoperta del cinema italiano meno allineato, lontano da lusinghe “istituzionali”. Appare a suo modo quasi paradossale constatare che l’esempio più fulgido di quanto appena affermato lo si possa rintracciare in un film che all’epoca della sua produzione ricevette ingenti finanziamenti statali, finendo perfino sotto l’egida di Cinecittà Luce. Nel 2004 Il magico Natale di Rupert, dopo aver ottenuto applausi convinti in molti festival nazionali (e in attesa di sbarcare al Fantasporto nel febbraio del 2005), si preparava per affrontare il pubblico italiano a ridosso delle festività natalizie: una pia illusione, a ben vedere, visto che Cinecittà Luce pensò bene di non credere minimamente in questo piccolo gioiello di fantascienza, abbandonandolo al proprio destino commerciale in un pugno di sale sparpagliate per la penisola.

Da allora, l’oblio sembrava calato su quella che fin dalla sua prima apparizione si segnalò come una delle pellicole italiane più coraggiosi, consapevoli e cariche di potenziale visionario viste negli ultimi tre decenni: veramente da applaudire dunque l’operazione di recupero portata avanti da Distribuzione Indipendente, che permette al primo lungometraggio di Flavio Moretti di trovare nuovi adepti al proprio culto cinefilo. Il film tra l’altro sarà visibile gratuitamente, fatta eccezione per le spese relative a eventuali tessere associative da sottoscrivere nel circuito delle sale d’essai.
Da un punto di vista strettamente cinematografico Il magico Natale di Rupert racchiude al proprio interno tutto ciò che sembra attualmente mancare alla stragrande maggioranza delle produzioni nazionali: un impianto narrativo classico, a pochi passi dal fiabesco (Rupert deve andare a trovare la terribile e dispotica nonna), collegato a un fascino per la fantascienza d’antan e gli anni Ottanta a stelle e strisce e bombardato da una serie pressoché infinita di intuizioni geniali, colpi di scena che lavorano direttamente sulla materia cinematografica. Perché Flavio Moretti porta a termine un’operazione intellettuale tutt’altro che di second’ordine, lavorando sulle suggestioni derivati dal cinema di genere degli anni Cinquanta con lo stesso spirito visionario e fuori dagli schemi che ha fatto la fortuna di alcuni tra i più importanti nomi della Hollywood dell’ultimo trentennio. Se alcune suggestioni tra il gotico e il cartoonesco possono far tornare alla mente le forme impossibili del primo Tim Burton (e le timbriche della bella colonna sonora composta da Andrea Tosi sono lì a sottolinearne i rimandi), l’approccio ludico, etico e perfino registico si aggira forse più dalle parti del Joe Dante di Gremlins e Small Soldiers: non si sta comunque in ogni caso avallando l’ipotesi del plagio, piuttosto quella della suggestione autoriale. Moretti, già autore di alcuni apprezzati cortometraggi tra i quali appare quantomeno indispensabile citare Il disognatore, Fantasmi di luce e Il cerchio, trascina infatti sullo schermo un immaginario straordinariamente personale, in cui fumetti e b-movie vanno a braccetto, insieme a certe crudeltà jacksoniane – qui meno accentuate, ça va sans dire – e a un’atmosfera fiabesca e divertita allo stesso tempo.

Tra macchine del tempo, alieni decisi a conquistare il mondo (o quantomeno la casa della nonna di Rupert!), strabilianti occhiali in Super-3D che permettono di dare vita agli inanimati disegni dei fumetti, una nonna forzuta che non disdegna di passare una serata al bowling, cugini vanesi e corpulente vicine di casa innamorate, Il magico Natale di Rupert si sviluppa come un’esplosione di fuochi d’artificio, destinati a rubare gli occhi degli spettatori assoggettandoli al proprio volere.
La dimostrazione di un regista che avrebbe potuto segnalare una strada diversa a parte del cinema italiano ed è stato invece ridotto al silenzio, pressoché epurato dalle mappe nostrane relative alla Settima Arte. Non lasciatevi dunque sfuggire l’occasione di recuperare il film in sala, durante le imminenti feste di Natale, preferendolo a cinepanettoni e via discorrendo: si tratta di una gemma preziosa, che aspetta da sette lunghi anni la meritata riabilitazione. Perché errare sarà anche umano, ma perseverare è diabolico. E masochista.

Info
Il magico Natale di Ruper, il trailer.
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