Tibetan Dog
di Masayuki Kojima
Tibetan Dog è l’adattamento di un romanzo, e il target è infantilizzato al massimo. In più, c’è anche l’impiccio del coproduttore cinese, e la percepibilissima sensazione di voler aprirsi un varco sicuro in quel mercato. Eppure, era lecito aspettarsi un po’ di più, rispetto a questa minestrina riscaldata.
Zanna Musogialla
Dal bestseller dello scrittore cinese Zhijun Yang, il primo film prodotto dallo studio MadHouse in Cina racconta le relazioni sociali dell’uomo e quelle animali. Dopo la morte della madre, il piccolo Tenzin lascia la città di Xi’an dove viveva per raggiungere il padre, un medico che ha deciso da tempo di trasferirsi nelle spoglie praterie tibetane. Lo scontro con le difficoltà di un mondo inospitale e con la durezza di un padre che non conosce isolano ancor di più Tenzin, che scopre la vita selvaggia nella natura. Testimone della lotta spietata per la supremazia fra i cani tibetani, Tenzin salva dalla morte un misterioso mastino dal manto dorato: da questo momento tra i due si instaura un profondo rapporto di amicizia… [sinossi]
Bambini e cani. Si dice che una delle regole d’oro dell’attore cinematografico sia evitare come la peste polmonare di lavorare con questi due scene stealers. Beh, direi che vale anche per i monaci buddisti in Tibet, almeno nelle coproduzioni anime con la Cina Rossa. E sbrigato il coté pseudopolitico, passiamo di gran carriera al vero perché questo prodotto dei peraltro benemeriti Madhouse Studios si meriti un’insufficienza: è di un’irrilevanza… Nonostante la perizia tecnica, che comunque è discreta. Nonostante il concept design di Urasawa. Nonostante tutti i distinguo che si possono fare per cercare di non parlar male di chi ci ha “regalato” Nasu: Summer in Andalusia. D’altronde, Tibetan Dog è l’adattamento di un romanzo, e il target è infantilizzato al massimo. In più, c’è anche l’impiccio del coproduttore cinese [1], e la percepibilissima sensazione di voler aprirsi un varco sicuro in quel mercato. Eppure, era lecito aspettarsi un po’ di più, rispetto a questa minestrina riscaldata. Snodi di sceneggiatura prevedibili come la morte di un fratello nero in un B-movie. Tipi di personaggi che al prefisso “arche” preferiscono quello “stereo”. Scelte di regia così convenzionali da far rimpiangere Il fedele Patrash [2].
Intendiamoci. Non tutto è male, e fra questo soprattutto alcune sequenze animate e l’inconsueta ambientazione, che però più che al Tibet fa pensare alla Mongolia (no Joke). Però, se si vuole affrontare un tema così abusato come quello “a boy and his dog”, è necessario farlo con il freno a mano un po’ meno tirato. Soprattutto se a farlo è una realtà concreta, poliedrica e di lungo cabotaggio come può esserlo Madhouse. Le potenzialità immaginifiche in sede realizzativa della quale non sono state minimamente sfiorate. E così il tutto appare semplificato, girato col pilota automatico, tagliato con l’accetta (senza filo). Il bimbo nuovo, ad esempio, “ammamma” orfano di pacca e trasferitosi in quel della steppa col papi gelido e assente, è così insopportabilmente shonen manga, con quel suo improbabile, anacronistico taglio, da sembrare ritagliato da un Tv show e appiccicato ai rodovetri tramite i fluidi di un hentai. Ora, cari miei, è piuttosto improbabile che tale crimine di guerra sia imputabile a qualcun altro oltre ai nostri nipponici in quel di Catai. Che, con la scusa di andare sul sicuro, hanno commesso l’errore peggiore: cedere alla vigliaccheria. Non osare, mai [3]. Non so, forse ci sto andando troppo pesante, ma anche il confrontarlo con altri prodotti giapponesi presentati alla medesima edizione 2012 del Future Film Festival non gli ha certo giovato. In special modo per i suoi nobili natali, per lo spreco di patrimonio genetico da cui la lamentazione ivi sopra. Perché fosse stato solo della CFGC. Ma no, aveva il pedigree, lui. Figlio di un cane.
“Belle never had sex with Sebastien”
William J. Clinton, 42nd President of The United States.
Note
1. Che, per darvi un’idea, è IL produttore di Stato.
2. Adattamento seriale televisivo de Il cane delle Fiandre, Nippon Animation, 1975. E sì, questa era un’iperbole.
3. Fra l’altro, conta il cattivo più scialbo di ogni produzione Madhouse da me vista. Puah. Mentre i personaggi dei ladri delle steppe sono forse i più interessanti e sfaccettati.
Info
Tibetan Dog sul sito della MadHouse.
Il trailer di Tibetan Dog.
- Genere: animazione, avventura, drammatico
- Titolo originale: Tibet Inu Monogatari: Kin'iro no Dao Jie
- Paese/Anno: Cina, Giappone | 2011
- Regia: Masayuki Kojima
- Sceneggiatura: Naoto Inoue
- Fotografia: Yūki Kawashita
- Montaggio: Satoshi Terauchi
- Interpreti: Houko Kuwashima, Jiro Hiramiki, Kaori Yamagata, Mitsuaki Kanuka, Norio Wakamoto, Tatsuomi Hamada, Toshio Kakei, Yuko Minaguchi
- Colonna sonora: Shusei Murai
- Produzione: China Film Group Corporation, Madhouse
- Durata: 95'
