To the Wonder
di Terrence Malick
Il primo parto creativo del post big bang ha i contorni inevitabili del passo indietro, dell’opera “minore”, in cui la dialettica uomo-infinito si riduce, se così si può dire, a un dialogo interiore su alcune forme d’amore, terreno e divino. Ed ecco che “minore”, definizione quasi sconsiderata, assume il giusto significato se rapportata alle ambizioni intellettuali e artistiche di Malick: To the Wonder è complementare a The Tree of Life, una reprise meno stratificata, più lineare e ambientata non a caso nella contemporaneità.
A caccia di raggi di luna
Dopo essere stati a Mont Saint-Michel (una volta conosciuta in Francia come “la Meraviglia”) all’apice del loro amore, Marina e Neil tornano in Oklahoma, dove nascono presto dei problemi. Marina conosce un prete, anche lui straniero, che non è più sicuro della propria vocazione, mentre Neil riallaccia i rapporti con una sua amica d’infanzia, Jane. Un’esplorazione dell’amore nelle sue molteplici forme… [sinossi]
Non può passare inosservato il brusco cambio di ritmo produttivo di Terrence Malick, geniale cineasta che sembrava destinato a girare pochi ma monumentali lungometraggi. Poi è arrivato The Tree of Life, a suo modo il film definitivo, capolavoro (in)discusso, fischiato, offeso, ma anche profondamente amato. Qualcosa è mutato nelle dinamiche creative del regista statunitense e adesso, come fosse passato un istante, ci troviamo nuovamente di fronte allo schermo, alla grande tela di Malick. E dopo To the Wonder, che alla sessantanovesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia ha diviso (come ampiamente previsto) la critica, i nostri occhi si riempiranno presto dei prossimi film, tra pellicole di finzione e documentari: Voyage of Time (2013), Knight of Cups (2013) e, ancora senza un titolo ma già in post-produzione, il lungometraggio con Christian Bale, Ryan Gosling, Natalie Portman e Cate Blanchett.
Il primo parto creativo del post big bang ha i contorni inevitabili del passo indietro, dell’opera “minore”, in cui la dialettica uomo-infinito si riduce, se così si può dire, a un dialogo interiore su alcune forme d’amore, terreno e divino. Ed ecco che “minore”, definizione quasi sconsiderata, assume il giusto significato se rapportata alle ambizioni intellettuali e artistiche di Malick: To the Wonder è complementare a The Tree of Life, una reprise meno stratificata, più lineare e ambientata non a caso nella contemporaneità.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona. Non è facile accostarsi all’ultimo Malick, oramai giunto a una sorta di essenza del (proprio) cinema, di fusione tra poesia e pittura, in barba alle consuetudini comunicative mainstream. To the Wonder, nonostante la linearità narrativa e l’evidente semplificazione rispetto a The Tree of Life, è un’opera che richiede un coinvolgimento emotivo totale per non risultare respingente. Più delle teorizzazioni sulle dinamiche di coppia e sul sofferto e dubbioso rapporto tra Padre Quintana (Javier Bardem) e Dio o dei monologhi interiori programmaticamente sovraccaricati, è il flusso immagini-musiche-parole a cercare, sequenza dopo sequenza, frame by frame, un contatto diretto con lo spettatore: il cinema di Malick, oggi più che mai, cerca di penetrare conscio e subconscio spettatoriale, stimolandone reazioni estremamente positive o categorici rifiuti (dettati, in buona parte, anche dalle derive religiose).
La colonna sonora strumentale, la leggiadria degli archi, i primi e primissimi piani, i volteggi della macchina da presa e degli attori, l’immersione nella natura, la macchina a mano usata come un pennello, l’estrema limpidezza della fotografia, la ricercatezza dei paesaggi e dei luoghi e la voice over sono gli strumenti poetici di Malick, il veicolo per cercare di rappresentare l’irrappresentabile. Quello che vediamo sullo schermo travalica i destini amorosi di Marina (Olga Kurylenko, -issima in qualsiasi ordine: bellissima e bravissima, bravissima e bellissima), cercando di cogliere l’infinito, la scintilla della vita e dell’amore. Malick cerca l’assoluto attraverso la perfezione estetica, attraverso gli occhi della Kurylenko, la presenza scenica di Bardem e Ben Affleck (Neil), la solarità di Rachel McAdams, l’abbacinante bellezza di Le Mont-Saint-Michel: la vita, nella sua espressione più alta, più vicina al cielo, è Marina immersa in un campo di grano, al tramonto, vestita di rosso. La ragazza a caccia di raggi di luna.
La vita, come l’amore, è anche nel mascaret dell’argillosa baia di Mont-Saint-Michel, nella luce del mattino, nella neve che ricopre i paesaggi rurali invernali: in questo senso, la continuità e la coerenza estetica di Malick coincide con la volontà di proseguire la ricerca di The Tree of Life, spostando l’attenzione dal rapporto genitori-figli, negli Stati Uniti degli anni Cinquanta, alle dinamiche di coppia di oggi, indagando in una prospettiva più umana il rapporto con Dio. Ecco, un film “minore” rispetto a un’opera assoluta, “minore” perché più vicino a noi. Eppure, ancora una volta, Malick ci mostra la Meraviglia.
Info
Il sito ufficiale di To the Wonder.
La pagina facebook di To the Wonder.
Il trailer italiano di To the Wonder.
- Genere: drammatico, sentimentale
- Titolo originale: To the Wonder
- Paese/Anno: USA | 2012
- Regia: Terrence Malick
- Sceneggiatura: Terrence Malick
- Fotografia: Emmanuel Lubezki
- Montaggio: A.J. Edwards, Christopher Roldan, Keith Fraase, Mark Yoshikawa, Shane Hazen
- Interpreti: Ben Affleck, Bobby Davis Horsley, Casey Williams, Charles Baker, Danyeil Inman, Francis Gardner, Gregg Elliott, Jack Hines, Jamie Conner, Javier Bardem, Lois Boston, Marshall Bell, Michael Bumpus, Olga Kurylenko, Paris Always, Rachel McAdams, Romina Mondello, Samaria Folks, Tatiana Chiline, Tony O'Gans
- Colonna sonora: Hanan Townshend
- Produzione: FilmNation Entertainment, Redbud Pictures
- Distribuzione: 01 Distribution
- Durata: 112'
- Data di uscita: 04/07/2013
