Anina
di Alfredo Soderguit
Anina è un ottimo esempio di come si possa fare animazione senza budget spropositati, optando per scelte stilistiche adeguate ed evitando di scimmiottare le produzioni statunitensi o europee.
La bambina dai capelli rossi
Anina Yatay Salas è una bambina coi capelli rossi che non sopporta il proprio nome. Anina Yatay Salas è infatti un triplo palindromo e tutti i compagni di scuola, soprattutto l’insopportabile Yisel, la prendono in giro. Un giorno, durante la ricreazione, Anina e Yisel vengono alle mani… [sinossi]
Tieni, questo San Valentino è per te,
dolce ragazzina coi capelli rossi…
[Charlie Brown]
Tra le pieghe del magmatico programma di Generation (Kplus 14plus), sezione della Berlinale dedicata a bambini e ragazzi, si riesce sempre a scovare qualche interessante lungometraggio animato. Preso atto dello spassoso The Croods di Kirk De Micco e Chris Sanders, blockbuster targato DreamWorks Animation presentato fuori concorso, vale la pena soffermarsi su Anina di Alfredo Soderguit, coproduzione uruguagio-colombiana [1].
L’opera prima di Soderguit, evidentemente rivolta a un pubblico di giovanissimi, sposa il punto di vista della minuta protagonista, scrutando il mondo con gli occhi e l’ingenuità dei bambini. La semplicità della trama, del linguaggio e delle psicologie è infatti la base d’appoggio di questa delicata storia di formazione, capace di non impantanarsi in stucchevoli birignao. Alla coerenza di sguardo si aggiunge una confezione tecnico-artistica di buona fattura: l’animazione essenziale e il character design caricaturale sono accompagnati da una particolare attenzione ai colori, alle sfumature e ad alcuni dettagli significativi. L’animazione di Anina è indubbiamente essenziale, limitata in molti fondali e nella fluidità dei movimenti, ma mette in mostra un’ispirata composizione delle inquadrature. Le linee rotonde e le teste deformed si adattano perfettamente alla dimensione fanciullesca del racconto, come gli alberi, le case stilizzate e le evidenti pennellate che colorano il cielo.
Soderguit e i suoi collaboratori tratteggiano un microcosmo vivacizzato dalla presenza dei piccoli protagonisti, vere e proprie esplosioni di colore: si vedano, ad esempio, alcuni fondali grigi rivitalizzati dal rosso acceso dei capelli di Anina. Giustamente incurante di proporzioni e prospettiva, il regista di Rocha utilizza tecniche diverse per alcuni flashback (ad esempio, la festa di compleanno) e si esalta nelle sequenze oniriche/orrorifiche, fantasiosi incubi che tormentano Anina. Merita una citazione l’articolato e visionario incubo nell’ufficio della preside, una sorta di musical claustrofobico con una serie di “tremende” punizioni (il cappello da asino, i libri da tenere in equilibrio). Ancora una volta, lo sguardo di Soderguit coincide con quello di Anina: sono le piccole preoccupazioni di un bambino che senza l’intervento di un adulto possono crescere a dismisura.
Anina è un ottimo esempio di come si possa fare animazione senza budget spropositati, optando per scelte stilistiche adeguate ed evitando di scimmiottare le produzioni statunitensi o europee. Educativo ma non moraleggiante, il film di Soderguit riesce a raccontare le dinamiche interpersonali dell’infanzia, tra sciocche rivalità, prime infatuazioni e timori infondati.
NOTE
1. Cogliamo l’occasione per segnalare, tra le produzioni recenti, il documentario d’animazione colombiano Pequeñas voces (Little Voices, 2010), diretto da Jairo Carrillo e Oscar Andrade, e il lungometraggio in stop motion Selkirk, el verdadero Robinson Crusoe (Selkirk, the Real Robinson Crusoe, 2012) di Walter Tournier, coprodotto da Uruguay, Argentina e Cile.
INFO
Il sito ufficiale di Anina: anina.com.uy
- Genere: animazione, avventura
- Titolo originale: Anina
- Paese/Anno: Colombia, Uruguay | 2013
- Regia: Alfredo Soderguit
- Sceneggiatura: Alejo Schettini, Alfredo Soderguit, Federico Ivanier, Germán Tejeira, Julián Goyoaga
- Montaggio: Germán Tejeira, Julián Goyoaga
- Interpreti: César Troncoso, Cristina Morán, Federica Lacaño, Florencia Zabaleta, Gimena Fajardo, Guillermina Pardo, Lucía Parrilla, María Mendive, Petru Valenski, Roberto Suárez
- Colonna sonora: Bruno Boselli, Gastón Otero
- Produzione: Antorcha Films, Palermo Estudio, Rain Dogs Cine
- Durata: 80'