Crulic – The Path to Beyond

Crulic – The Path to Beyond

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Il tristissimo caso raccontato in Crulic – The Path to Beyond è proprio quello del giovanissimo Claudiu Crulic, divenuto protagonista suo malgrado di uno scandalo giudiziario dalle dimensioni internazionali, avvenuto tra il 2007 e il 2008.

Hunger in Krakow

Tra la vicenda di Stefano Cucchi e i racconti di Kafka. Tra Hunger di Steve McQueen e Gömd degli svedesi Hanna Heilborn, David Aronowitsch e Mats Johansson, altro esperimento cinematografico misconosciuto ma degno di nota. L’animazione è la via scelta dalla talentuosa cineasta romena Anca Damian (già segnalatasi con quel lungometraggio d’esordio, Crossing Dates, passato qualche anno fa anche al RIFF) per raccontare una storia tremenda, di quelle che ti mettono lo stomaco sottosopra e ti fanno ribollire di rabbia. Il tristissimo caso raccontato in Crulic – The Path to Beyond (ovvero Crulic – Drumul spre dincolo, in lingua rumena) è proprio quello del giovanissimo Claudiu Crulic, divenuto protagonista suo malgrado di uno scandalo giudiziario dalle dimensioni internazionali, avvenuto tra il 2007 e il 2008. Scandalo che gli è purtroppo costata la vita. E il film di Anca Damian, come a ricalcare la struttura di certi noir, inizia esattamente coi toni lividi e col mistero di un viaggio senza possibilità di appello, il viaggio della bara con cui lo sfortunato Crulic ha fatto ritorno dalla florida Cracovia alla più modesta Dorohoi, piccola città della Romania collocata nella regione storica della Moldavia.

Poc’anzi abbiamo citato il poco conosciuto Gömd, film scoperto nel corso dell’estemporaneo Festival del Nuovo Cinema Svedese svoltosi una decina di anni fa a Roma, perché aveva costituto per noi una delle prime occasioni di confronto col tentativo, anche in quel caso assai riuscito, di ibridare le forme del documentario e del cinema di animazione. Nella fattispecie si trattava comunque di un breve cortometraggio animato in 3D, appena otto minuti, che gli autori avevano realizzato per esprimere la condizione degli immigrati clandestini in Europa, con un occhio particolare verso l’infanzia emarginata e tradita. Anche in Crulic – The Path to Beyond le ragioni sociali (ed esistenziali) sono in primissimo piano. Mettendo pure da parte il minutaggio diverso, di gran lunga più consistente, la maggiore complessità stilistica sommata a un così forte appeal emotivo è l’elemento che ha offerto all’opera quella spinta, essenziale, robusta, da cui si è generato un piccolo e struggente capolavoro. Frammenti di realtà e frammenti di animazione. Soluzioni tecnico/artistiche tipiche del collage. Foto e oggetti personali del protagonista che prendono vita nei meandri della memoria. Momenti poi di maggiore astrazione. Le silhouette sinistre dei poliziotti e le sbarre della prigione che sembrano citare i deliri dell’espressionismo tedesco. E infine la cronaca televisiva, spietata, che fa capolino direttamente sui titoli di coda. Tutto concorre a rendere conturbante, a suo modo indimenticabile, la visione di un film in cui le suggestioni formali si mettono da subito al servizio di una parabola umana allucinante, quella del giovane rumeno precipitato in una trappola giudiziaria dal sapore kafkiano, tale da sbriciolarne progressivamente il corpo senza peraltro annullarne lo spirito.

Già, perché tra le mosse vincenti di Anca Damian vi è anche quella di immergere la tragicità della storia nella tenue malinconia del ricordo, rapportato all’infanzia e all’adolescenza del protagonista non senza quei lampi di ironia, che ne rendono ancor più sfaccettata e viva la presenza/assenza. Ed è un’assenza, questa, particolarmente dolorosa, se si pensa alle circostanze che l’hanno determinata: Claudiu Crulic, un giovane come tanti in fuga dalla povertà e dalla mancanza di lavoro del proprio paese, era giunto nella fiorente e turistica città di Krakow, tra le più note in Polonia, quando si aprivano ancora per lui delle opportunità; e vi era poi rimasto, con la propria compagna, conducendo un’esistenza povera ma dignitosa. È un accanimento giudiziario senza precedenti quello che si è poi sviluppato, determinato peraltro dall’atteggiamento xenofobo di autorità polacche capaci di incriminarlo per un furto al quale non poteva assolutamente aver preso parte, trovandosi in quel momento dai parenti in Italia! Ma l’arroganza poliziesca che lo ha preso di mira, unita alla crudele indifferenza dei tribunali locali e della stessa ambasciata rumena in Polonia, ha fatto sì che persino quando il giovane, testardamente, intraprese un prolungato sciopero della fame, si è preferito veder consumare il suo corpo fino alla morte, ritardando addirittura le cure che avrebbero potuto salvarlo, piuttosto che rendergli giustizia. E che sia l’animazione a rappresentare sullo schermo il successivo inesorabile deperimento del protagonista non ne attutisce di certo l’effetto, ma lo consegna a frontiere parimenti meste ed empatiche dell’immaginario collettivo; da cui una rabbia che non si attenua nemmeno quando si apprende, durante i titoli di coda, che contrariamente a quanto sarebbe forse accaduto in Italia il clamore del caso è stato tale da spingere addirittura un ministro, in Romania, a esprimere con le dimissioni la propria solidarietà con la vittima.

Info
Il sito ufficiale di Crulic – The Path to Beyond.
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