Kooky

Kooky

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Kooky è un prodotto ibrido, atipico, in cui a essere animati con la stop motion sono pupazzi e altri oggetti inseriti in un contesto reale, caratterizzato da personaggi in carne e ossa come il ragazzino in trepidante attesa dell’orsacchiotto.

Favolistico Svěrák

Ondra è un bambino asmatico di sei anni. A causa  della sua malattia, la mamma lo costringe a buttare nella spazzatura il suo giocattolo preferito, un vecchio orsetto di pezza chiamato Kuky. Ondra si addormenta sconsolato e sogna il viaggio di Kuky verso casa, attraversando boschi e discariche, per tornare da lui. Il titolo cita il famoso film Torna a casa Lassie. [sinossi]
“L’animazione è una magia e l’animatore è uno sciamano”
Jan Švankmajer
All’interno dell’interessante spazio che il Bergamo Film Meeting ha voluto dedicare al cinema per ragazzi e in particolare all’animazione, con la denominazione Kino Club, abbiamo potuto recuperare un lungometraggio che ci incuriosiva parecchio, nel suo promettere tenerezza e avventure: Kooky (in lingua ceca Kuky se vrací, che pare voglia dire “Kuky torna a casa”, facendo un po’ il verso al leggendario Lassie), iperbolico racconto cinematografico sullo speciale legame creatosi tra un bambino e il suo orsacchiotto di pezza. Il primo elemento di curiosità era legato ovviamente all’autore. Trattasi del poliedrico Jan Svěrák, regista ceco che a livello internazionale ha avuto il suo momento di massima popolarità grazie a Kolya, col quale vinse l’Oscar per il miglior film straniero nel 1997. Premio meritatissimo, diciamo noi. Ma a interessarci è più in generale il percorso, quanto mai eccentrico e spregiudicato, di un autore che in seguito ha saputo appassionarci alle imprese (e al terribile rientro in patria) degli aviatori cecoslovacchi durante la Seconda Guerra Mondiale, con Dark Blue World, per poi tornare a commedie dal sapore agrodolce come Vuoti a rendere. E tra i suoi lungometraggi è stato questo l’ultimo a essere distribuito anche in Italia, perché a quanto pare Kooky da noi è ancora inedito, pur essendo stato realizzato nel 2010. Davvero un peccato. Ma in un mercato dominato da altri, non è certo facile per i migliori prodotti dell’animazione europea trovare posto nelle nostre sale.

Come abbiamo in parte accennato, a incuriosirci era anche l’approccio all’animazione di un regista della cui variegata produzione cinematografica conoscevamo finora altri aspetti. Non a caso questo Kooky è un prodotto ibrido, atipico, in cui a essere animati con la stop motion sono pupazzi e altri oggetti inseriti in un contesto reale, caratterizzato da personaggi in carne e ossa come il ragazzino in trepidante attesa dell’orsacchiotto “desaparecido”. Difatti la mamma di Ondra, bimbetto di 6 anni con problemi di asma, ha pensato bene (o male, per altri versi) di disfarsi del povero Kuky, il malridotto e già rattoppato animaletto di pezza così amato dal suo padroncino, gettandolo nella spazzatura. Ma l’intraprendente Kuky saprà affrontare un tragitto ricco di insidie, scappando dalla discarica e incontrando nella foresta altre curiose creature, al solo scopo di tornare tra le braccia di Ondra.

Certo, va detto che per Jan Svěrák i termini di paragone potevano essere davvero impegnativi, essendo egli connazionale di un maestro come Švankmajer, che attraverso l’animazione a passo uno ha sfornato capolavori su capolavori; senza contare che in Cecoslovacchia altre tecniche di animazione, anche a livello più commerciale, seriale, hanno sfornato miti come quello di Krtek (o Krteček), la popolare talpina disegnata da Zdeněk Miler già protagonista di tanti cortometraggi. Ma in definitiva il buon Svěrák non se l’è cavata affatto male, assicurando una regia vivace alla picaresca avventura di Kuky tra camerette, boschi, discariche; infarcendo poi di humour surreale e ironia quei momenti che vedono dialogare l’orsacchiotto con le strane e grottesche figure, da lui incontrate lungo il percorso. Poteva essere semmai approfondita l’attesa inquieta del ragazzino, che in preda all’ansia vede la propria stanzetta inclinarsi e diventare ostile, dovendosi addormentare senza che ci sia l’amichetto di sempre a fargli compagnia. Eppure, nonostante questo e altri difettucci, che ne limitano un po’ la tenuta narrativa, il film resta nel suo insieme godibile, simpatico, tecnicamente ben realizzato.

INFO
Il trailer di Kooky sul canale youtube di Jan Sverák.
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