Million Dollar Crocodile

Million Dollar Crocodile

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Creature-movie di produzione cinese, Million Dollar Crocodile si arrende alle necessità censorie della Mainland e rinuncia in partenza a mostrare le sequenze più splatter del coccodrillo assassino, rifugiandosi malamente in ripetitive trovate farsesche. Al Far East 2013.

Lacrime di coccodrillo

Non parlar, non sorrider mai
se per caso un coccodrillo incontrerai
lui ti sta a guardar, e tranquillo sta
mentre pensa al modo in cui ti può mangiar.
Dal Peter Pan di Walt Disney
In un giardino zoologico di Huangzhou vive Amao, un gigantesco coccodrillo thailandese lungo più di otto metri. Visto che il parco versa in cattive acque da un punto di vista economico, Amao viene venduto con gli altri coccodrilli, e finisce nella mani losche di un traffichino che gestisce un ristorante specializzato in carne di coccodrillo. Ma il bestione riesce a fuggire, pronto a seminare il panico, proprio mentre nella zona arriva una donna che tiene sempre con sé nella borsetta i 100.000 euro guadagnati in otto anni di vita in Italia… [sinossi]

Nel corso degli anni la storia del cinema è stata costellata di efferati delitti sanguinari commessi da bestioni di ogni forma e dimensione: dagli squali ai piranha, dai varani agli sciami di api, dai serpenti ai topi, dalle tarantole alle formiche, l’uomo sul grande schermo vive in uno stato di perenne angoscia, pronto a essere ghermito da esseri mostruosi, assetati di sangue e pressoché indistruttibili – fatta eccezione, nella stragrande maggioranza dei casi, del catartico finale.
Anche i coccodrilli e gli alligatori hanno spesso fatto la loro apparizione negli horror, con la loro famelica attitudine predatoria stigmatizzata: lo dimostrano i vari Quel motel vicino alla palude di Tobe Hooper (autore, nel 2000, dell’assai più dozzinale Crocodyle), Alligator di Lewis Teague, per non parlare gli italiani Il fiume del grande caimano di Sergio Martino e Killer Crocodyle di Fabrizio De Angelis – seguito dall’ancor più deteriore secondo capitolo firmato da Giannetto De Rossi. Insomma, con la famiglia dei loricati c’è ben poco da scherzare, pena la perdita di qualche arto (non era forse un coccodrillo la nemesi del Capitan Uncino in Peter Pan?) o della vita stessa.

A quanto pare tutto ciò l’hanno scoperto oramai anche a Hangzhou, fiorente centro economico e paesaggistico della Cina continentale: è quel che racconta infatti Million Dollar Crocodile, creature-movie presentato nel programma della quindicesima edizione del Far East Film Festival di Udine. Sullo schermo del Teatro Nuovo Giovanni da Udine la prima proiezione mattutina del 23 aprile è stata irrorata dal sangue – ben poco, purtroppo, e sempre rigorosamente fuori campo – delle vittime di Amao, un gigantesco coccodrillo lungo più di otto metri scampato alla mattanza dei suoi parenti in un ristorante.
Il problema del visibile, in un cinema dalla persistente opera censoria come quello cinese, rende il film di Lin Lisheng un caso più unico che raro di opera dell’orrore che cerca in tutti i modi di dissimulare l’angoscia dietro improvvise bordate ironiche. Così non solo Amao si ciba solo ed esclusivamente dei “cattivi” – scegliendo accuratamente di non colpire tutti coloro che vorrebbero catturarlo evitando di arrecargli ulteriore danno – approfittando tutt’al più della tenera carne di una capretta di passaggio, ma questi rari attacchi vengono abilmente mutilati da un montaggio che preferisce concentrarsi sugli sguardi terrorizzati degli astanti piuttosto che sulle membra squartate.

L’unico modo per sopperire a una tale deviazione dal percorso del genere resta dunque quello di condire Million Dollar Crocodile di un sottofondo farsesco perfino fastidioso nella sua reiterata insistenza sui medesimi punti. Una volta raccontata la fuga di Amao dalle grinfie del ristoratore – interpretato da un comunque monumentale Lam Suet, unica nota lieta di un film dimenticabile – la sceneggiatura si concentra sempre sui medesimi dettagli: l’amicizia tra il piccolo figlio del poliziotto e Amao, la pessima mira del suddetto poliziotto, e ovviamente la ricerca da parte della ragazza appena tornata dall’Italia dei 100.000 euro guadagnati in otto anni di vita nel Belpaese (sic!) e ora finiti nella pancia del coccodrillo, che si è mangiato la borsa della giovane.
Tutto questo dovrebbe trasformare, almeno nelle intenzioni il film in un’avventura picaresca dai toni amabili e, di quando in quando, avvezzi alla tenerezza. Peccato che Million Dollar Crocodile si configuri invece come un’accozzaglia senza senso di sciocchezzuole, senza ritmo e senza nulla che ridesti l’attenzione di un pubblico che vorrebbe, di quando in quando, divertirsi con un pizzico di sana goliardia splatter.

Ma, fatta salva la non eccezionale ispirazione artistica di Lin, probabilmente il problema che affligge Million Dollar Crocodile è produttivo: fosse stato girato a Hong Kong, o magari in Thailandia – patria di Amao, come racconta l’incipit del film – questo deforme incrocio tra horror e commedia avrebbe potuto alimentare un piccolo culto tra gli amanti del genere. Difficilmente invece qualcuno ne serberà memoria negli anni a venire.

Info
La scheda di Million Dollar Crocodile sul sito del Far East.
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