È morto Giulio Andreotti
Si è spento a novantaquattro anni Giulio Andreotti, politico, giornalista e scrittore, senatore a vita e sette volte Presidente del Consiglio, otto volte ministro della Difesa, cinque volte ministro degli Esteri e via discorrendo.
I panni sporchi
Roma, 06 maggio 2013 – Si è spento a novantaquattro anni Giulio Andreotti, politico, giornalista e scrittore, senatore a vita e sette volte Presidente del Consiglio, otto volte ministro della Difesa, cinque volte ministro degli Esteri e via discorrendo. Protagonista assoluto della politica italiana fin dai tempi della Consulta Nazionale (1945-46), ha incarnato l’immagine della defunta Democrazia Cristiana ed è stato al centro di un clamoroso processo giudiziario sui suoi rapporti con Cosa Nostra, inevitabilmente scivolato nelle sabbie mobili della prescrizione.
Nato a Roma il 14 gennaio 1919, Andreotti ha lasciato il segno anche nel mondo del cinema. Sarà ricordato per l’ironica partecipazione a Il tassinaro (1983) di Alberto Sordi e soprattutto per Il Divo (2008) di Paolo Sorrentino, ritratto sagace e spietato. Ma sarebbe molto più utile ricordare l’attacco al neorealismo e la celebre e infelice frase “i panni sporchi si lavano in famiglia”, sintesi perfetta di un modo di agire e pensare [1]. Del 1949 è infatti la legge sul cinema di Andreotti, allora sottosegretario allo spettacolo, che frenava l’invasione delle pellicole statunitensi ma che teneva a bada con la censura (preventiva) e i contributi il cinema più politico e impegnato.
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