300 – L’alba di un impero

300 – L’alba di un impero

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Con 300 – L’alba di un impero l’epopea guerriera nata dalle tavole disegnate da Frank Miller moltiplica i suoi campi di battaglia e inaspettatamente inneggia a democrazia, libertà ed eterosessualità.

Il guerriero democratico

Questo nuovo capitolo della saga epica sposta l’azione su un nuovo campo di battaglia – il mare – dove il generale greco Temistocle tenta di unire tutto il suo popolo contro la massiccia invasione da parte delle forze persiane, guidate dall’uomo trasformato in Dio, Serse, e da Artemesia, vendicativa comandante della marina persiana…. [sinossi]

Dopo qualche sparuto film programmato in occasione di S. Valentino (principalmente Storia d’inverno con il principe azzurro Colin Farrell e Sotto una buona stella di e con il nostro Carlo Verdone) ecco arrivare sul grande schermo una gustosa selezione di titoli per il weekend dell’8 marzo. Accanto ai documentari Registe (dedicato alle filmaker donne nostrane) e Felice chi è diverso (lavoro sull’omosessualità firmato da Gianni Amelio), per non tacere del ritorno di Ferzan Ozpetek con Allacciate le cinture, niente è meglio di uno stuolo di aitanti guerrieri vestititi di soli muscoli e gonnellino per celebrare la festività della donna e attirare nelle sale oltre alle signore, anche i loro virili – e altrettanto giubilanti – accompagnatori. A ben otto anni dal successo di 300, il fantasy eroico firmato da Zack Snyder che lanciò Gerard Butler entrando a gamba tesa nel gergo comune con un florilegio di motti leggendari (si va dall’oramai proverbiale “Questa è Sparta” al più tetro “Questa sera ceneremo all’inferno”), tornano dunque, con 300 – L’alba di un impero, a soffiare venti di guerra tra la dissoluta Persia e la nobile e civilizzata Grecia, sempre secondo il canovaccio offerto, come nell’episodio precedente, dalle tavole firmate da Frank Miller.

Non un sequel, né un prequel. Diretto questa volta da Noam Murro, ma scritto e prodotto da Snyder, il film costituisce una sorta di controcampo alla gloriosa battaglia di Leonida & Co., rendicontando un evento in gran parte contemporaneo al combattimento alle Termopili, ma altrettanto memorabile. Protagonista è ora il guerriero ateniese Temistocle (Sullivan Stapleton, noto per aver incarnato uno dei fratelli Cody in Animal Kingdom) che, per difendere la sua città e la democrazia dall’assalto dell’esercito persiano, ingaggia una lunga ed estenuante serie di battaglie navali, con un esercito composto di non molti ma valorosi guerrieri e senza – perlomeno inizialmente – l’auspicato aiuto degli spartani. A capo del cospicuo plotone nemico non c’è più però il glabro Serse (incarnato sempre da Rodrigo Santoro), che preferisce starsene assiso comodamente sul suo nobile trono, bensì la feroce guerriera Artemisia (Eva Green).

Dai bassorilievi di cadaveri ammassati, al rallenty atto a enfatizzare innumerevoli schizzi di sangue che stavolta, complice il 3D, disegnano geometriche scie emersive nell’aere, l’estetica adotatta da Murro riprende perfettamente i toni plumblei caratteristici della pellicola precedente e della graphic novel di Miller. L’azione è nel complesso più enfatica che rocambolesca, in parte  per via dell’imperante slow motion, ma anche probabilmente per il fatto che Murro non è un sofisticato stratega della messinscena, né tuttavia in questo ieratico fumettone tale talento era poi così tanto richiesto. Sufficientemente rozzo (si pensa qui soprattutto ai dialoghi) e anche ripetitivo nelle sue soluzioni (il suddetto rallenty, le scie di sangue), 300 – L’alba di un impero non fa una piega, intrattiene e galvanizza lo spettatore, avvolgendolo in una spira di polvere, fango e sostanza ematica al ritmo dell’opportuna musica guerresca.

Non mancano ovviamente le grida di battaglia (i personaggi spalancano le fauci per buona parte del film), né le istigazioni alla guerra, ma si fanno largo – segno distintivo che siamo, oltre che nella nobile Atene diegetica, anche nell’era Obama extradiegetica – peana ben più liberal a democrazia e libertà. Non a caso, Temistocle è ben più raffinato del rude spartano Leonida e, sebbene carente sul versante del carisma (alcune situazioni, specie a sfondo erotico, sembrano metterlo in seria difficoltà), appare come uno strenuo difensore dei valori ateniesi, un serioso combattente della tirannia persiana, nonché un fervido credente nell’unità panellenica. Ma c’è di più, 300 – L’alba di un nuovo impero, oltre a mettere in mostra i suoi muscoli democratici, ci tiene a spogliarsi anche di ogni sospetto omofobico ed omoerotico, mettendo da parte l’effeminato e corrotto Serse, per concentrarsi sul confronto di marca schiettamente eterosessuale tra Temistocle e Artemisia. Si tratta di una vera e propria guerra ad armi pari, con sfoggio da ambo le parti di valore, abilità strategica e tonici pettorali.

A differenza infatti di similari e più corrivi prodotti – si pensi al recente Pompei, fin troppo attento a non sobbarcarsi alcun divieto ai minori riducendo così il suo target – L’alba di un impero, oltre ad avere il pregio di non lesinare sul versante della violenza, si abbandona a momenti di esplicito erotismo, inscenando una sapida lotta per la supremazia al tempo stesso sessuale e militare, tra i due antagonisti. L’omoerotismo, elemento in ogni caso inscindibile dall’esaltazione dell’eroe muscolare, è ora riservato soltanto agli sguardi languidi d’intesa tra Temistocle e il poeta combattente Eschilo (Hans Matheson), la cui relazione cameratesca e intellettuale, resta però in gran parte sottratta alla visione.
Inutile dunque soffermarsi sulla composizione risibile di alcuni dialoghi così come sulla ripetitività di situazioni e soluzioni visive, se il genere aggrada, 300 – L’alba di un impero è un più che godibile fumettone epico, e che siano la gloria, l’onore, la libertà, la democrazia o l’attrazione fatale a starvi a cuore, con il suo imbandito, pantagruelico banchetto, riuscirà a saziare tutti i vostri appetiti.

Info
Il sito ufficiale di 300 – L’alba di un impero.
300 – L’alba di un impero su facebook.
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