Oculus

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Partendo da un corto del 2006, Mike Flanagan realizza con Oculus un horror più interessante che spaventoso, focalizzandosi (forse troppo) sugli incastri della sceneggiatura e sull’intreccio dei piani temporali.

Specchio riflesso

La famiglia Russell è stata colpita da una terribile tragedia che ha segnato per sempre la vita dei fratelli Tim e Kaylie. Dieci anni dopo, Tim, che era stato accusato del brutale assassinio di entrambi i genitori, lascia il carcere con l’unico desiderio di lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare. La sorella Kaylie invece, ancora ossessionata da quella fatidica notte, è fortemente convinta che la morte dei suoi genitori sia stata causata da qualcos’altro. Secondo la ragazza, una forza maligna risiederebbe in un antico specchio che si trovava nella casa di famiglia. Kaylie è determinata a provare l’innocenza del fratello: rintraccia lo specchio e scopre che nel corso dei secoli i diversi proprietari dell’oggetto sono stati tutti vittime di morti violente simili a quella dei suoi genitori. Ora che lo specchio è di nuovo nelle loro mani, Tim e Kaylie sono decisi a scoprire la verità… [sinossi]

Scorrono piacevolmente i centocinque minuti di Oculus, corto diventato lungometraggio, diretto da Mike Flanagan (Absentia, Ghosts of Hamilton Street) e distribuito nella sale italiane dalla M2 Pictures. Spulciando tra le case di produzione ci si imbatte nell’altalenante Blumhouse Productions: l’interminabile serie Paranormal Activity, ma anche Sinister, Le streghe di Salem e La notte del giudizio, nonché Insidious 2, il men che mediocre Dark Skies – Oscure presenze e una lunga serie di horror e thriller che vedremo prossimamente [1]. Insomma, nel bene e nel male, buona parte dell’horror a stelle e strisce contemporaneo, più disturbante che spaventoso, poco propenso al sangue e alla carne.

Flanagan si accoda alla tendenza e col fedele cosceneggiatore Jeff Howard architetta un giocattolo narrativamente accattivante, che sequenza dopo sequenza trascina personaggi e spettatori in una dimensione indefinibile, perennemente in bilico tra passato e presente, realtà e allucinazione. Incastro e inganno sono le parole chiave di questo horror geometrico, persino troppo levigato: a parte alcuni accenni grandguignoleschi, Oculus sembra troppo pulito, asettico. Ed è un peccato, perché il comparto trucchi funziona (si vedano le presenze/sveglia e l’efficace look della donna dello specchio) e qualche schizzo di sangue in più non avrebbe intaccato la geometria della scrittura, impreziosendo una messa in scena diligente ma priva di forza visionaria. Ed è un po’ un paradosso per un film che si prende la briga di ragionare sul valore e sull’attendibilità delle immagini, delle visioni, di quello che vediamo coi nostri occhi o attraverso un complesso apparato di videocamere, cellulari e computer. La vista, il ricordo di quello che abbiamo visto, l’incertezza di ciò che stiamo vedendo: Oculus intreccia flashback e tempo presente, ricordi e paure, mostrandoci l’impossibilità della certezza, la debolezza della mente e il potere della suggestione.

Flanagan non si accontenta di recuperare l’icona dello specchio come fonte demoniaca o malefica [2], ma si concentra sulla natura dei due ragazzi, sul processo di rimozione, sul rapporto tra traumi infantili ed età adulta. Nonostante le dinamiche tra i genitori siano un po’ abbozzate e frettolose, Oculus ci offre un interessante ritratto familiare, tra i leitmotiv delle pellicole targate Blumhouse Productions. Ora non ci resta che attendere l’annunciato horror-thriller Somnia, previsto per il 2015.

Note
1. Tra i tanti titoli completati o in cantiere, segnaliamo Visions di Kevin Greutert (2014), The Town That Dreaded Sundown di (2014), Area 51 di Oren Peli (2014), Anarchia – La notte del giudizio di James DeMonaco (2014), The Veil di Phil Joanou (2015), Amityville di Franck Khalfoun (2015) e Insidious: Chapter 3 (2015).
2. La lista di specchi dannati o quantomeno pericolosi è lunga, da Candyman a Harry Potter, passando per il sudcoreano Into The Mirror, il carpenteriano Il signore del male e per il piccolo cult inglese La bottega che vendeva la morte (l’episodio The Gate Crasher).
Info
Il trailer italiano di Oculus.
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Il sito ufficiale di Oculus.
Oculus su twitter.
Oculus su instagram.
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