FCAAAL 2014
Il FCAAAL 2014, ovvero la ventiquattresima edizione del festival milanese dedicato ad Africa, Asia e America Latina: tutte le nostre recensioni.
Ancora una volta la scelta per l’opening film della 24esima edizione del Festival Cinema Africano, d’Asia e d’America Latina (FCAAAL) è caduta su una pellicola proveniente da una delle kermesse cinematografiche più importanti. Quest’anno, direttamente dal concorso della Berlinale 2014 arriva Two Men in Town, l’ultimo lavoro del regista franco-algerino Rachid Bouchareb, un habitué del festival diretto da Annamaria Gallone e Alessandra Speciale.
Di anno in anno questa manifestazione rinnova sempre più insistentemente questa domanda: è possibile realizzare un festival di qualità, amato e frequentato da tanti spettatori e non solo da addetti ai lavori senza ricorrere alle star con red carpet di rito? Forse ancor più con un budget molto ridotto rispetto allo scorso anno, i primi a fare i conti con questo interrogativo provocatorio e al contempo concreto sono gli organizzatori, che su oltre 700 film visti, ne han selezionati più di 50 tra cui due prime mondiali, sei prime europee e ventotto anteprime nazionali.
Dopo la scelta di spostarsi a maggio in vista dell’Expo 2015, dedicandogli una sezione speciale che ritroviamo anche quest’anno – Films that Feed -, ci sono delle novità che immaginiamo siano dovute sia a un problema di fondi, ma anche al desiderio di costruire sempre più una propria identità. La programmazione presenta, infatti, dei cambiamenti come l’unione di fiction e documentario in un’unica sezione – il Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo – e la scelta di ridurre il numero di titoli e sezioni per dare maggiore rilievo ai singoli film e agli eventi.
Tra i titoli più attesi vi segnaliamo il denso Matar a un hombre del cileno Alejandro Fernandez Almendras (film vincitore del World Cinema Grand Jury Prize al Sundance Film Festival 2014), Palestine Stereo di Rashid Masharawi, Einstein and Einstein di Cao Baoping (appena presentato al Far East di Udine) e il documentario An Inconsolable Memory del regista-artista sudafricano Aryan Kaganof.
Il FCAAAL si pone come vetrina sia dando voce ai cineasti provenienti dall’Asia, dall’Africa e dall’America Latina, sia dedicando una sezione, Concorso Extr’A, riservata alle opere di cineasti italiani ambientate in questi tre continenti o con temi che vi sono in qualche modo legati. Tra i vari titoli l’attenzione cade subito su Il futuro è troppo grande di Giusy Buccheri e Michele Citoni e su Il lago di Yukai Ebisuno e Raffaella Mantegazza, che si concentra su un microcosmo del Sol Levante in Piemonte. [continua a leggere]