Geronimo

Geronimo

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Tony Gatlif racconta, con Geronimo, le tensioni tra diversi gruppi etnici nel sud della Francia. Film di chiusura a Locarno 2014.

Lucky e Nil

Nel Sud della Francia, nella calura del mese d’agosto, Geronimo, una giovane educatrice, è impegnata a placare le tensioni tra i giovani del quartiere di Saint-Pierre. Tutto precipita quando Nil Terzi, un’adolescente di origini turche, si sottrae a un matrimonio forzato per ritrovare il suo innamorato, Lucky Molina, un giovane gitano. La loro fuga accende la miccia tra i due clan, e quando, tra invettive verbali e «battaglie» musicali, lo scontro esplode, Geronimo farà di tutto per cercare di fermare la follia che incendia il quartiere. [sinossi]

Per descrivere Geronimo a coloro che non l’hanno ancora incontrato sulla propria strada di spettatori, basta con ogni probabilità rintracciare nella memoria cinefila sprazzi di Rue du départ, Latcho Drom, Gadjo dilo, Vengo, Exils, Liberté: nel corso degli ultimi trent’anni, infatti, il cinema di Michel Dahmani – più noto con il nome d’arte Tony Gatlif – ha continuato imperterrito a interrogarsi sulle stesse relazioni umane, sui medesimi scontri di civiltà, sulla musica e sul potere che ne sprigiona, sulla vita come eterno, incessante movimento, spesso senza meta alcuna.
Un cinema quasi ossessivo, quello di Gatlif, che è andato via via disperdendo il proprio potenziale espressivo, ingabbiato in una regola fin troppo ferrea, loop tematico destinato a impoverirsi film dopo film. L’idea di cinema tzigano, rom, con cui venivano identificate da principio le sue creature in celluloide, si è annacquata, muovendosi sullo stesso pendio su cui ha sdrucciolato l’arte di Emir Kusturica, altro regista ammaliato dalla cultura gitana.

Può dunque essere considerata quasi una sorpresa Geronimo, ultimo parto immaginifico di Gatlif, presentato in anteprima mondiale a maggio al Festival di Cannes e scelto da Carlo Chatrian e dal suo staff come film di chiusura, in Piazza Grande, della sessantasettesima edizione del Festival Internazionale del Film di Locarno. Per quanto la storia di Geronimo, ragazza dal cipiglio di ferro decisa a mettere fine alle scaramucce più o meno violente che incendiano i rapporti tra gitani e turchi nel sud della Francia (il film è girato nella regione Rhône-Alpes), non rappresenti di certo una novità all’interno della filmografia di Gatlif, Geronimo racchiude al suo interno squarci di cinema che il regista transalpino di origine algerina non sembrava più in grado di dirigere.
Nella fuga sincopata di Lucky e Nil, novelli Romeo e Giulietta decisi a vivere il proprio amore nonostante le ritrosie dei rispettivi clan di appartenenza è nascosto un germe di umorale vitalità che riscatta in parte le derive più retoriche e prevedibili della trama architettata da Gatlif.

Non manca in Geronimo il sempiterno sguardo paternalista di Gatlif, né si eclissa il peso di un cinema pedagogico e fin troppo tematizzato (ed è proprio il personaggio di Geronimo a spingere con forza in una direzione simile), ma questi aspetti vengono mitigati dalla “verità” sprigionata dai giovani protagonisti: un gruppo di ragazzi sbalestrato, maldestro, inadeguato, ma che rappresenta meglio di qualsiasi giro di parole il tentativo di un cinema sinceramente dalla parte degli ultimi, quali essi siano.
Non avrebbe bisogno di alcun spargimento di sangue, Geronimo, e neanche dell’amore folle e incontrollabile tra Nil e Lucky, per centrare il bersaglio: sarebbe stato sufficiente il viaggio in autobus verso il mare, quella Costa Azzurra agognata e odiata allo stesso tempo. Una sequenza emozionante e quasi dolorosa nella sua semplicità, che vale da sola la visione di un film per il resto già visto, già analizzato, già dimenticato…

Info
Geronimo sul sito del Festival di Locarno.
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