Un Natale stupefacente

Un Natale stupefacente

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Lillo e Greg prendono in mano le redini del cinepanettone e ne rinnovano il meccanismo: Un Natale stupefacente, al netto di una regia fiacca, è scritto in modo tale da esaltare le capacità dei suoi interpreti. Sembra l’uovo di Colombo, ma per il cinema comico italiano è comunque una piccola conquista.

Così ridevano

Alla vigilia di Natale, il piccolo Matteo di otto anni viene affidato agli zii Remo e Oscar quando i genitori vengono arrestati, accusati di coltivazione di marijuana. I due tutori, completamente diversi l’uno dall’altro per attitudine e carattere, proveranno in ogni modo a mostrarsi adeguati, intrecciando però questo gravoso compito con le rispettive difficoltà personali. [sinossi]

Non ci vuole molto per fare un film comico che si rispetti e che sappia far ridere. Basta mettere cinque attori di livello in una villa di campagna, un bambino, qualche pecora e il gioco è fatto. Lo dimostrano Lillo e Greg, in compagnia di Ambra Angiolini, Paola Minaccioni e Paolo Calabresi (affiancati dal piccolo Niccolò Calvagna) in Un Natale stupefacente, nuovo cinepanettone targato De Laurentiis. Non ci vuole molto, in effetti, ma è quello che non vogliono saper fare o non riescono più a fare Aldo, Giovanni e Giacomo in Il ricco, il povero e il maggiordomo, la banda ex-Boris in Ogni maledetto Natale e Boldi-Neri Parenti in Ma tu di che segno 6?.
Ci vuole scrittura innanzitutto, ci vuole una costruzione che – seppur labile – permetta di dare luogo a gag e variazioni comiche che siano al servizio della narrazione. Ma serve anche sapienza nel saper scegliere i tempi delle battute e, banalmente, servono degli attori che sappiano dirle.

Dopo aver trovato spazio in due degli episodi di Colpi di fulmine e Colpi di fortuna, Lillo e Greg hanno saputo conquistarsi sia la fiducia degli spettatori che quella di De Laurentiis, il quale aveva annunciato tempo addietro a suon di tromba che Luca e Paolo sarebbero stati i nuovi detentori del cinepanettone Filmauro. Ma, da produttore scaltro qual è, De Laurentiis ha capito l’andazzo (e cioé che l’episodio incomparabilmente peggiore di Colpi di fortuna era proprio quello con Luca e Paolo) e ha fatto saltare in aria tutti i suoi piani. E a ragion veduta, perché Lillo e Greg dimostrano di poter reggere un lungometraggio da soli, senza bisogno di far ricorso a un cast mal studiato col misurino geografico (un comico toscano, uno milanese, uno napoletano, ecc.) e anzi dando spazio a un gruppo di attori con cui poter interagire in modo naturale, Paolo Calabresi su tutti. Questi infatti, da Boris a Smetto quando voglio, si sta giustamente ritagliando uno spazio sempre maggiore e in Un Natale stupefacente eccelle nei panni del tatuatore rozzo e semi-analfabeta, con il capello lungo e un po’ unto, nonché privo di freni inibitori.

Restano alcune incertezze, inevitabili forse, in Un Natale stupefacente. In particolare, una regia raffazzonata e sbrigativa, che emerge in tutta la sua pochezza soprattutto nell’incipit (forse, non a caso, l’unica sequenza in cui sono assenti Lillo, Greg e tutti gli attori principali). Volfango De Biasi, chiamato a dirigere il suo primo film di Natale, sembra infatti aver preso pericolosamente a modello la sciatteria registica di un Neri Parenti. Resta anche la forzatura di un ultimo passaggio narrativo, che però si finisce per accettare soprattutto perché dà luogo a delle svolte surreali nel percorso di alcuni dei protagonisti del film.
Ma in fin dei conti si può passare sopra di fronte a queste incertezze, anche perché per una buona volta si assiste a delle gag costruite con assennatezza e meticolosità. Basti pensare alla scena in cui Lillo e Greg si sottopongono obtorto collo al test di Rorschach e in una delle immagini che vengono mostrate ai due – come si vede già nel trailer – si riconosce immediatamente un pene maschile. È una gag elementare e, di suo, ben poco originale che però, nonostante tutto, riesce ad essere divertente, perché costruita su una precisa strutturazione e su un crescendo ben orchestrato. E basti pensare, invece, in negativo alla gag della pallina da golf in Il ricco, il povero e il maggiordono. Una gag altrettanto vecchia che Aldo, Giovanni e Giacomo mettono in scena stancamente, senza pensare a come rielaborarla.
Allora, vien da concludere che non è solo e non tanto questione di talento, è anche questione di voglia di fare e di lavorare per cercare di far divertire davvero gli spettatori. Lillo e Greg hanno – bontà loro – ancora questo desiderio e si appropriano dunque del brand cinepanettonesco donandogli nuova linfa e portando in sala per la disfida natalizia un film comico, che sarà pure di qualità tutt’altro che eccelsa, ma che sa rispondere al bisogno (primario?) di intrattenere lo spettatore..

Info
Il trailer di Un Natale stupefacente.
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