Trieste Film Festival 2015
Il Trieste Film Festival 2015, dal 16 al 22 gennaio, principale appuntamento italiano dedicato al cinema dell’Europa centro-orientale. Tantissimi i film in anteprima, tra concorsi ed eventi speciali. Apertura affidata a Two Women di Vera Glagoleva.
Torna il Trieste Film Festival, principale appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro-orientale. Giunta alla sua 26esima edizione, la rassegna, diretta da Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli, dopo l’affollata edizione 2014, si allunga di un giorno e si terrà dunque dal 16 al 22 gennaio. I luoghi del festival saranno ancora il Teatro Miela e la Sala Tripcovich.
Il programma del Trieste Film Festival 2015 come di consueto darà spazio ai tradizionali concorsi internazionali (lungometraggi, cortometraggi, documentari), a eventi speciali, omaggi e incontri. Tra gli ospiti del festival, Krzysztof Zanussi che presenterà a Trieste in anteprima italiana il suo ultimo film Obce ciało (Corpo estraneo / Foreign Body), un dramma psicologico che è anche uno sguardo sulla Polonia contemporanea.
Il film d’apertura sarà Dve Ženščiny (Due donne / Two Women), della regista russa Vera Glagoleva, interpretato da Ralph Fiennes e da Sylvie Testud. Presentato a Trieste in anteprima internazionale, il film è tratto dalla pièce teatrale di Turgenev “Un mese in campagna” ed è ambientato nella Russia di metà Ottocento. Ma il nucleo centrale del programma rimangono i tre concorsi internazionali che ogni anno fanno il punto sulla produzione più interessante dei paesi di riferimento del festival. E anche quest’anno i premi al Miglior lungometraggio, al Miglior cortometraggio e al Miglior documentario saranno attribuiti dal pubblico.
Nel concorso internazionale lungometraggi sono stati selezionati quest’anno nove titoli: Urok (La lezione / The Lesson) dei registi bulgari Kristina Grozeva e Petar Valchanov; Simindis Kundzuli (L’isola del granturco / Corn Island) di George Ovashvili in cui vengono messi in scena i contrasti lungo il confine tra la Georgia e la Repubblica di Abcasia; Viktoria della regista bulgara Maya Vitkova che racconta la storia di una bambina nata – paradigmaticamente – senza cordone ombelicale; Varvari (Barbari / Barbarians) di Ivan Ikić; Cesta ven (La via d’uscita / The Way Out) di Petr Václav, incentrato sul divario fra ricchi e poveri nella Repubblica Ceca; Risttuules (Dove s’incrociano i venti / In the Crosswind) dell’estone Martti Helde, che racconta di quando, nel 1941, decine di migliaia di persone in Estonia, Lettonia, Lituania, vennero deportate dalle loro case su ordine di Stalin; Drevo (L’albero / The Tree) della slovena Sonja Prosenc, storia di un rifugio che si trasforma in prigione; Kozac (Il mietitore / The Reaper) di Zvonimir Jurić, coproduzione tra Croazia e Slovenia in cui vengono raccontate tre storie che si svolgono nel corso di una notte; Sto piti (A casa / At Home) del greco Athanasios Karanikolas, infine, è una vicenda individuale che si staglia sullo sfondo della crisi economica… [continua a leggere]