The Forest
di Siniša Dragin
Mirabile esempio di documentario di scrittura, The Forest è una riflessione sul rapporto contrastato tra la Jugoslavia e la Romania comuniste, osservate a partire da un quadro regalato e poi conteso. Nel concorso documentari alla 26esima edizione del Trieste Film Festival.
Le sorprese della storia sono infinite
Nel 1947 il presidente jugoslavo Josip Broz Tito visitò la Romania per la prima volta. Il regime comunista lo omaggiò di un dipinto del grande artista rumeno Ion Andeescu: La foresta senza foglie. Negli anni Sessanta, un critico d’arte, Radu Bogdan, decise di scrivere una monografia dedicata al grande pittore, includendo la riproduzione del dipinto regalato a Tito. Ma qui cominciarono i problemi… [sinossi]
D’ora in poi quando si vorrà negare, malignamente, al documentario la dignità di potersi qualificare anche come cinema di scrittura, bisognerà tenere sempre a mente un film come The Forest (Pǎdurea in originale), presentato nell’ambito del concorso documentari alla 26esima edizione del Trieste Film Festival. Diretto dal serbo Siniša Dragin, The Forest è la disamina articolata, spietata e complessissima dei rapporti intercorsi tra la Jugoslavia comunista e titina e la Romania, sempre comunista. Il tutto a partire da un quadro: La foresta senza foglie del pittore ottocentesco rumeno Ion Andreescu e donato a Tito proprio dalle autorità rumene in occasione della sua visita nel 1947.
Questo dipinto, che non vedremo mai, diventa il nucleo oscuro attraverso cui ruota tutto quanto: i rapporti improvvisamente conflittuali tra Tito e il resto del blocco sovietico, il recupero dell’amicizia tra i due paesi confinanti, la ricerca di un critico d’arte rumeno (Radu Bogdan) che senza quel dipinto non può portare a termine la sua monografia su Andreescu e che dunque si trova a districarsi tra spinose questioni diplomatiche, l’abbattimento di una foresta quale simbolo concreto della fine di un preciso periodo storico o forse del Novecento tutto, la morte dei rispettivi leader e le opposte reazioni popolari (da un lato la morte di Tito, subito rimpianto; dall’altro quella di Ceaușescu, processato e ucciso).
Dragin riesce a gestire un materiale tanto complesso facendo affidamento proprio su un’abilità di scrittura che ha del sublime e che non teme il confronto con i migliori esempi del cinema di finzione (e che, volendo, dà anche una lezione a tutti i manualetti dei vari guru della sceneggiatura americana). Il regista infatti usa contemporaneamente diversi registri e diverse formule narrative: dà voce – fuori campo – a dei passi del libro che Bogdan è riuscito comunque a scrivere su Andreescu e lo fa diventare in questo modo il narratore della vicenda, lo omaggia mostrando la vedova in viaggio fino alla tomba del critico, mette in scena – sempre in voice over – dei grotteschi dialoghi tra i funzionari dei due paesi (ed è questo, naturalmente, il più evidente elemento di finzione del film), infine mette in contrapposizione il grottesco con la tragedia (le morti violente causate da guerre e dittature, i sospetti reciproci, il clima di terrore che si va man mano delineando per poi esplodere dopo l’89…).
La digressione e l’elogio del dettaglio (del resto, tutto parte da un quadro) come cifra stilistica diventano allora le componenti attraverso cui costruire un affresco storico, sociale e artistico, dove nulla sfugge al discorso e tutto vi è compreso, in un’architettura perfetta tendente al cupio dissolvi.
Ed è di fronte alla grandezza di un film come The Forest che ci arriva la conferma – in tempi così difficili per le istituzioni festivaliere – di come sia ancora e sempre più cruciale l’esistenza di manifestazioni quali il Trieste Film Festival, perché ci permettono di osservare da vicino e con raziocinio (vale a dire attraverso una programmazione ragionata) l’esistenza stessa delle cinematografie dei paesi dell’Est Europa e la loro indiscutibile vivacità. Cosa che, se fosse solo per la distribuzione italiana (con la recente e notevole eccezione di Class Enemy), rimarrebbe altrimenti uno dei tanti misteri della fede.
Info
La scheda dedicata a The Forest sul sito del Trieste Film Festival.
- Genere: documentario
- Titolo originale: Pǎdurea
- Paese/Anno: Romania, Serbia | 2014
- Regia: Siniša Dragin
- Sceneggiatura: Eugen Oprina, Siniša Dragin
- Fotografia: Eugen Oprina, Siniša Dragin
- Montaggio: Siniša Dragin
- Produzione: Mrakonia Film
- Durata: 73'