Rotterdam 2015
Il Festival di Rotterdam 2015, quarantaquattresima edizione, primo grande appuntamento europeo dell’anno con il Cinema. Un caleidoscopio di visioni provenienti da ogni angolo del globo. Tutte le nostre recensioni…
La tradizionale tigre, logo dell’International Film Festival Rotterdam 2015, si presenta quest’anno con sovrimpresso un triangolo, simbolo del “play”, dell’accensione di un contenuto video. E anche quest’anno i play della manifestazione olandese saranno centinaia e centinaia, suddivise tra Hivos Tiger Awards Competition, le sezioni collaterali Bright Future e Spectrum e ben sette, più una, retrospettive.
Un concorso come ogni anno multicolorato, fatto di opere da tutto il mondo, Indonesia, Argentina, Perù, Tailandia, Grecia, Cuba e così via. A questo si aggiunge la sezione dedicata ai registi esordienti, Bright Future, e quella dei cineasti già affermati, Spectrum. Una nuova entrata è quella della sezione Limelight, più “mainstream” dedicata a opere vincitrici di altri festival, comunque anteprime olandesi tra cui il nuovo film di Paul Thomas Anderson, Inherent Vice. I ‘signal’, cioè le retrospettive, spaziano dalle personali al sudcoreano Jang Jin e al video artista sperimentale Bruce McClure, alle rassegne 24/7 sulle mutazioni nella percezione della realtà e del tempo nel nuovo sistema di informazioni, nella ‘social life’, ‘Everyday Propaganda’, sui messaggi nascosti dei nuovi media, sul vasto spettro delle forme di condizionamento occulto, ‘What the F?!’ sullo stato del femminismo nel contemporaneo, ‘Really? Really” sul cinema surrealista e ‘Regained’ sui documentari sul cinema, cui si aggiunge la nuova ‘Made in Taiwan’ sulla storia del cinema taiwanese.
Nelle ventitre sale della kermesse olandese, rifugiandosi dal vento gelido, tutti i giorni per dieci giorni, si accendono gli schermi, innumerevoli play simultanei.