Bergamo Film Meeting 2015 – Presentazione
Classici, cinema di genere, documentari, film di registi indipendenti contemporanei e cinematografie inesplorate in una prospettiva in prevalenza europea, per un totale di 120 film in 9 giorni. Questi gli ingredienti del Bergamo Film Meeting, la cui trentatreesima edizione si svolgerà dal 7 al 15 marzo prossimi.
Centoventi film in nove giorni, intervallando classici con filmmaker indipendenti contemporanei, esordienti o quasi, cinema di genere e documentari, sguardi al femminile e animazione, cinematografie inesplorate in una prospettiva in prevalenza europea, film sull’arte e film sul teatro, anteprime. Sono gli ingredienti del Bergamo Film Meeting, del tutto coerenti con la filosofia di questa manifestazione giunta al traguardo della trentatreesima edizione, che si svolgerà dal 7 al 15 marzo prossimi, nel ricordo del suo ideatore e fondatore, Sandro Zambetti, scomparso lo scorso giugno.
La mostra concorso prevede sette opere, tutte del vecchio continente eccetto un film colombiano, Gente de bien, con spazio al cinema di genere: tre commedie, un thriller, e con un’opera che contamina generi diversi, l’ungherese Utóélet che tratta il tema dell’elaborazione del lutto attraverso la presenza di un fantasma e altre bizzarre situazioni. E incuriosisce un film turco, Nedem Tarkovski olamiyorum… che racconta di un regista di film spazzatura che sogna di diventare come il grande Tarkovski (cui peraltro il BFM dedicò una memorabile retrospettiva).
Non anglosassone quest’anno la retrospettiva principale ma dedicata al cinema francese, che pure il BFM ha omaggiato più volte nella sua storia. Il polar, il noir d’oltralpe, con ben venti titoli, tanti capolavori come Il buco, che vanno dagli anni quaranta ai sessanta, di autori noti, Clouzot, Becker, e ovviamente Melville, e meno noti.
Più classici hollywoodiani, ma non solo quelli, nella seconda retrospettiva, “Dopo la prova: schermi e palcoscenico” su quando il cinema incontra il teatro, con storie che vedono una continua interferenza tra vita e messa in scena.
E, in un festival dove le varie sezioni non sono a compartimenti stagni, il teatro tornerà nella abituale Fantamaratona notturna, che quest’anno cade proprio nella notte di un venerdì 13, dove troveremo un Vincent Price attore shakespeariano in Oscar insanguinato, che uccide uno per uno i critici che l’hanno stroncato ricreando le scene più cruente delle opere di Shakespeare. Proprio al cinema tratto dal grande Bardo è stata dedicata una delle retrospettive storiche del BFM, che i frequentatori assidui ricordano con nostalgia.
Spazio anche ai documentari nella sezione “Visti da vicino”, dove un tema che torna è quello dell’arte, dalla scultura agli spettacoli di strada. Il gesto delle mani di Francesco Clerici segue la genesi di una scultura in bronzo, Pixadores di Amir Escandari tratta di giovani writer delle favelas brasiliane che scalano edifici per realizzare graffiti, Thomas Hirschhorn. Gramsci Monument di Angelo A. Lüdin documenta la realizzazione di un monumento a Gramsci in pieno Bronx.
Previste anche due sottosezioni: con “Films from the North” ci sposteremo nella regione artica del Barents, con una selezione di corti documentari in collaborazione con il Tromsø International Film Festival; “The Best of Cilent Proze in Doc” propone invece i film di diploma delle scuole di cinema europee che aderiscono al CILECT, l’associazione internazionale delle scuole di cinema e di televisione.
Giunta alla sua seconda parte è la sezione “Europa: femminile singolare” con le personali di quattro registe dal vecchio continente: l’inglese Andrea Arnold, la portoghese Teresa Villaverde, la bosniaca Aida Begić e l’ungherese Àgnes Kocsis. L’animazione, che pure fa parte del DNA del Meeting, è rappresentata da un autore di quella scuola cecoslovacca che ha partorito i più importanti geni in questo settore. Si tratta di Pavel Koutský, cui oltre alla personale delle opere sarà dedicata una mostra dei suoi disegni originali e storyboard, allestita alla Sala alla Porta di S. Agostino.
E poi le anteprime. Una nuova amica di Ozon e i documentari A spasso con Alberto Signetto di Marilena Moretti, sul filmmaker torinese, e Il figlio di Hamas. The Green Prince di Nadav Schirman che racconta l’incredibile storia di un ragazzo palestinese, figlio di un leader di Hamas, diventato collaborazionista di Israele. E poi il re dei documentaristi, Frederick Wiseman che anticiperà l’apertura del festival, con la proiezione di National Gallery nella suggestiva cornice del Teatro Sociale, nel cuore della Bergamo Alta.
Ancora una volta, per nove giorni, la capitale del cinema sarà ai piedi delle Orobie.