Uscite in Sala 09 aprile 2015
Se state ancora digerendo il pranzo pasquale e la scorpacciata di Pasquetta non agitatevi: in sala questa settimana non si avverte particolare movimento, a parte il grazioso sci-fi di Neill Blomkamp. Per il resto molta Italia e due “autori” europei sui quali si può sorvolare senza troppi crucci.
HUMANDROID
di Neill Blomkamp
I tempi di District 9 sembrano già piuttosto lontani, ma Humandroid (o Chappie, come recita il poco fortunato titolo originale) dimostra comunque ossessioni e capacità di Neill Blomkamp. Ancora il Sud Africa, ancora la fantascienza, meno ambizione e riferimenti più mainstream – Robocop e Corto circuito. Ironico ma non superficiale, un prodotto interessante. Ma era lecito attendersi di più.
In un prossimo futuro, a sorvegliare sul crimine c’è una forza di polizia oppressiva meccanizzata. Quando un poliziotto droide, Chappie, viene rubato e riprogrammato, si trasforma nel primo robot con la capacità di pensare autonomamente. Quando forze potenti e distruttive cominciano a vedere Chappie come un pericolo per l’umanità e l’ordine, non si fermeranno davanti a nulla per mantenere lo status quo e garantire che Chappie sia l’ultimo della sua specie… [sinossi] [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=Ly02_jcS8xY[/youtube]
L’AMORE NON PERDONA
di Stefano Consiglio
Quello del cinema sul tema dell’immigrazione è oramai un vasto sottogenere della produzione drammatica d’autore europea. Stefano Consiglio mette mano alla materia senza troppa originalità e senza capacità di scavare nel profondo, ma affidandosi solo alla verve attoriale di Ariane Ascaride. Troppo poco.
Adriana è una donna di quasi sessant’anni: francese di nascita, vive da molto tempo in Italia, ha una figlia, un nipote e un lavoro da infermiera nell’ospedale della sua città. Un giorno, in corsia, conosce Mohamed, un giovane arabo di trent’anni: tra i due nasce una storia destinata a dare scandalo. Riusciranno Adriana e Mohamed, così profondamente soli prima di incontrarsi, a difendere il loro amore, a farlo sopravvivere al fuoco incrociato del mondo che li circonda? [sinossi] [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=OEeS1lnD81s[/youtube]
SE DIO VUOLE
di Edoardo Falcone
L’esordiente Edoardo Falcone dirige una commedia che si regge sugli stereotipi e le macchiette che in Italia hanno caratterizzato il genere (e il suo rapporto con la realtà del Paese) da almeno quindici anni a questa parte; con soltanto un piccolo, e tardivo, sussulto nei minuti finali. Da evitare.
Quella di Tommaso è una famiglia borghese come tante: lui, cardiochirurgo stimato quanto scontroso, lei ex contestatrice, ora casalinga con qualche rimpianto, la figlia Bianca fatua fidanzata di un agente immobiliare, il figlio Andrea brillante studente di medicina, predestinato a seguire le orme paterne. Osservando Andrea, tuttavia, Tommaso intuisce che il ragazzo nasconde un segreto: preparato a un coming out di natura sessuale, l’uomo apprende invece, con sorpresa, che suo figlio ha intenzione di entrare in seminario e diventare prete… [sinossi] [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=N22I64hgYXA[/youtube]
LA DOLCE ARTE DI ESISTERE
di Pietro Reggiani
Pietro Reggiani mira alto puntando a costruire un apologo morale sul genere di Mon oncle d’Amerique – con tanto di preminenza assoluta della voice over – ma finisce per costruire una esile storiella incentrata sulla “invisibilità” esistenziale dei due protagonisti, anime gemelle destinate a innamorarsi. Qualche momento divertente, ma il mood è quello che un tempo sarebbe stato attribuito al classico film “carino” italiano. Peccato.
In un mondo in cui si suppone esista l’invisibilità psicosomatica, ovvero in cui le persone con difficoltà di relazione, in certe situazioni, diventano letteralmente invisibili, seguiamo l’incontro tra Roberta, che ha bisogno di attenzione, altrimenti scompare, e Massimo, che al contrario, ansioso, scompare se sente attenzione su di sé… [sinossi] [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=Ar8PKByfagA[/youtube]
IL PADRE
di Fatih Akin
Fatih Akin è con ogni probabilità uno dei grandi bluff della storia del cinema europeo d’autore, fin dai tempi de La sposa turca, il lungometraggio che lo lanciò nell’empireo del cinema continentale. Questa epopea della diaspora armena dimostra in pieno le falle della sua ambizione e della sua messa in scena. Provare (ma non è consigliabile) per credere.
Mardin, 1915. Una notte la polizia turca fa irruzione nelle case armene e porta via tutti gli uomini della città, incluso il giovane fabbro Nazaret Manoogian, che viene così separato dalla famiglia. Anni dopo, sopravvissuto all’orrore del genocidio, Nazaret viene a sapere che le sue due figlie sono ancora vive. L’uomo decide così di ritrovarle e si mette sulle loro tracce. La ricerca lo porterà dai deserti della Mesopotamia e l’Avana alle desolate praterie del North Dakota. In questa odissea, l’uomo incontrerà molte persone diverse: figure angeliche e generose, ma anche incarnazioni demoniache… [sinossi] [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=U5HuiAsUHJg[/youtube]
WHITE GOD – SINFONIA PER HAGEN
di Kornél Mundruczó
Altra sinfonia carica di mal riposta ambizione, per un film che lo scorso anno a Cannes (dove era posizionato in Un certain régard) fece sussultare il cuore di una parte del mondo cinefilo. E cinofilo. Molto rumore per nulla.
Privilegiando i cani di razza, una nuova legge impone una tassa sui “bastardi”. Gli animali che incorrono in questa condanna sono presto banditi e abbandonati. La tredicenne Lili si batte per proteggere il suo Hagen con l’ostilità del padre che alla fine l’ha vinta e lo abbandona in mezzo a una strada. Lili continuerà a cercare vanamente il suo cane, finché si troverà a perdere la speranza di ritrovarlo. Hagen, nel frattempo, si batte per sopravvivere… [sinossi] [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=AK4JWrBPggY[/youtube]
AMELUK
di Mimmo Mancini
Ecco il classico film italiano che, titolo a parte, sembra destinato a scomparire dalla mente di chi l’ha visto nel giro di pochi minuti. Bozzettismo, regionalismo, semplicismo, retorica. Tutte malattie dalle quali è difficile per un film uscire vivi. Ameluk non ci riesce.
È Venerdì Santo. A Mariotto, un minuscolo paese della Puglia, tutto è pronto per la Via Crucis, ma l’interprete di Gesù, il parrucchiere Michele, si siede per sbaglio sulla corona di spine. È l’inizio del calvario. Il tecnico delle luci, Jusef, detto Ameluk, è mandato inconsapevolmente allo sbaraglio dall’amico parroco per sostituirlo nel ruolo di Cristo, ma è un musulmano. La notizia desta scalpore e fa il giro del mondo e l’opinione pubblica del piccolo paese pugliese si spacca in due… [sinossi] [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=3k9Ba8rSJAk&t=11[/youtube]
Qualora questo parterre de roi non bastasse, val la pena ricordare come oggi escano anche Drake’s Homecoming – The Lost Footage (2014) di Evan Kosiner, Qualcosa di noi (2014) di Wilma Labate, Uno, anzi due (2015) di Francesco Pavolini, Ci devo pensare (2015) di Francesco Albanese e Ooops! Ho perso l’arca (2014) di Toby Genkel e Sean McCormack. Buona visione!