My Skinny Sister

My Skinny Sister

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Vincitore di tre riconoscimenti al 16° Festival del Cinema Europeo di Lecce, tra cui il Premio del Pubblico, My Skinny Sister della svedese Sanna Lenken tratta, con delicatezza e con un approccio fresco, sensibile e umano verso i personaggi, il tema dei disturbi alimentari.

Rompiamo il ghiaccio

Stella ama, tra le varie persone, qualcuno che ha quattro volte la sua età e non sa come dirglielo. Sua sorella maggiore, Katja, è una pattinatrice artistica di talento, è sempre impegnata tra scuola e allenamenti e a casa riceve le attenzioni quasi esclusive dei suoi genitori. Stella ammira la sorella e cerca di emularla, ma poi scopre che Katja soffre di seri disturbi alimentari. Vuole dirlo ai propri genitori ma Katja la costringe a giurare che non lo farà, una responsabilità fin troppo grande per una ragazza della sua età… [sinossi]

Non capita spesso di imbattersi in un film capace di trattare con delicatezza e con un approccio fresco, sensibile e umano verso i personaggi, un tema complesso come quello dei disturbi alimentari. Da una parte perché è di per sé difficile scovare in giro per il mondo opere che se ne siano occupate seriamente, dall’altra perché è altrettanto difficile trovare registi e sceneggiatori in grado di trattare la “materia” in questione con il suddetto approccio. La fortuna vuole, però, che il frequentare il circuito festivaliero possa aumentare le possibilità di trovarsi al cospetto di un film come My Skinny Sister che, altrimenti, con moltissime probabilità i poco lungimiranti distributori italiani non porteranno mai nelle sale nostrane. L’opera prima di Sanna Lenken ha nel DNA entrambe le caratteristiche che ai nostri occhi si trasformano in altrettanti meriti, che sono valsi alla pellicola, già vincitrice all’ultima edizione della Berlinale della Menzione Speciale della Giuria Internazionale e dell’Orso di Cristallo della Giuria Bambini come Miglior Film della sezione Generation Kplus, ben tre riconoscimenti al 16° Festival del Cinema Europeo di Lecce, tra cui il Premio del Pubblico.

Per il suo esordio nel lungometraggio, la regista svedese porta sul grande schermo un coinvolgente e commovente dramma generazionale sull’anoressia. Ma My Skinny Sister è prima di tutto un romanzo di formazione che affronta di petto una malattia ed un mondo dove è la Società a dettare i sogni appropriati. Sogni su come si dovrebbe apparire ed essere. Falsi sogni che generano angoscia esistenziale. Per raccontare la storia delle due sorelle Stella e Katja, la Lenken riparte da un’esperienza personale e dal plot di un cortometraggio dal titolo Eating Lunch, da lei stessa diretto nel 2013. Vita e Arte si intrecciano, diventando così il tessuto drammaturgico su e intorno al quale la Lenken costruisce la sceneggiatura prima e la sua trasposizione dopo. La qualità e la forza sprigionate dalla perfetta fusione simbiotica tra la scrittura e la regia, trova una spalla ideale nell’eccellente lavoro davanti alla macchina da presa delle due giovanissime protagoniste. Tale combinazione ben riuscita di fattori non può che generare un film di altissimo livello, capace di trasmettere alla platea una gamma di sentimenti, sensazioni ed emozioni contrastanti ed opposti. Di conseguenza, si passa dal sorriso alle lacrime nell’arco di pochissimi secondi. Il tutto dribblando abilmente le sabbie mobili della spettacolarizzazione del dolore, dei luoghi comuni sulla malattia e soprattutto della morale a buon mercato. In tal senso, la Lenken non ha mai paura di mostrare, ma allo stesso tempo non ha bisogno di indugiare nei passaggi più drammatici, così come non si tira indietro quando è giunto il momento di smorzare i toni e far divertire, ma sempre con un profondo e sincero rispetto nei confronti di una tematica che sembra conoscere molto bene. Il risultato è un concentrato di emozioni che arriva diritto al cuore e alla mente dello spettatore di turno, di quelli che restano attaccati alla retina e alle sinapsi anche dopo la fine dei titoli di coda.

Info
La scheda di My Skinny Sister sul sito del Festival del Cinema Europeo.
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