Alfredo Bini, ospite inatteso
di Simone Isola
Chi fu Alfredo Bini, tra i più intelligenti produttori italiani del secondo dopoguerra? Cerca di svelarlo il documentario di Simone Isola, presentato a Venezia Classici.
Rischiare la posizione
Montalto di Castro, 2001. Di fronte al Motel Magic di Giuseppe Simonelli giunge un anziano signore. Il suo nome è Alfredo Bini, storico produttore cinematografico, noto soprattutto per la lunga e intensa collaborazione con Pier Paolo Pasolini, che aveva fatto esordire nel 1960 con “Accattone” e del quale aveva produtto tutti i film sino a “Edipo re” del 1967. L’uomo sta attraversando un periodo di difficoltà economica e si trova momentaneamente senza un alloggio. Giuseppe decide di ospitare Bini, e di lì a poco nasce un rapporto del tutto speciale, come tra padre e figlio. Attraverso testimonianze e materiale di repertorio viene così ripercorsa una vita per il cinema, dai successi degli anni Sessanta alla crisi degli ultimi anni… [sinossi]
“Producendo rischiò la sua posizione Alfredo Bini”: così canta Domenico Modugno, sulle note di Ennio Morricone e il testo di Pier Paolo Pasolini, mentre sullo schermo scorrono i titoli di testa di Uccellacci e uccellini. È il 1966, e Bini ha già prodotto alcune delle opere capitali del cinema italiano del boom economico: oltre alla stretta collaborazione con Pasolini (tutti i film da Accattone a Edipo re), da segnalare quantomeno i primi tre film di Mauro Bolognini e I nuovi angeli, prima incursione dietro la macchina da presa di Ugo Gregoretti.
La posizione Alfredo Bini l’ha rischiata in lungo e in largo nel corso della sua carriera di produttore, conclusasi con la fine degli anni Settanta, quando aveva poco più di cinquant’anni. Tra denunce, querele, richieste di sequestro delle pellicole e tagli della censura, Bini ha scosso le fondamenta dell’industria cinematografica italiana, dimostrandosi uno dei produttori più coraggiosi dell’epoca d’oro del nostro cinema. Il suo lascito ereditario è davanti agli occhi di tutti, e testimonia la volontà ferrea di un uomo che intendeva dimostrare, attraverso il lavoro, come fosse possibile rendere commerciali anche gli autori all’apparenza più indigesti al grande pubblico. La bagarre che si creò al Lido di Venezia durante i lavori dell’edizione del 1964 della Mostra, quando fu presentato Il vangelo secondo Matteo di Pasolini tra i fischi, i mugugni e le bave di rabbia di un’accozzaglia di fascisti pronti a tutto pur di impedire la proiezione, dà la misura del modo in cui Bini – tutt’altro che vicino alle posizioni politiche del poeta, regista, romanziere e saggista, ma spinto da un animo libertario ereditato con ogni probabilità dal nonno, ferroviere anarchico di Livorno – attraversò quegli anni tumultuosi di tensioni sociali.
Poi, l’oblio. Il mondo del cinema, dal quale Bini fu sempre visto come un personaggio troppo poco accomodante, quasi fastidioso, lo abbandonò al suo destino senza troppi rimorsi. E così, un giorno del 2001, a Montalto di Castro, meno di novemila abitanti nella Maremma Laziale, il gestore di un motel si ritrova Alfredo Bini alla porta, impossibilitato a rientrare nella sua casa di Capalbio, alla quale era stata cambiata la serratura d’ingresso. Giuseppe Simonelli, questo il nome del gestore del Motel Magic, decide di accoglierlo, pur sapendo che l’uomo che ha di fronte a sé non avrai mai i soldi per poter pagare l’alloggio.
Nasce da qui l’ultima parte di vita di uno dei più lungimiranti personaggi del cinema italiano, e sempre da qui prende forma Alfredo Bini, ospite inatteso, il documentario di Simone Isola presentato alla settantaduesima edizione della Mostra in Venezia Classici. Strutturato in forma d’indagine, scelta più che condivisibile vista la scarsa fama che Bini riscuote soprattutto tra le nuove generazioni di cinefili, il lavoro di Isola – presente al Lido anche come uno dei produttori di Non essere cattivo, il film postumo di Claudio Caligari – si muove in maniera piuttosto classica, alternando varie interviste a immagini di repertorio tratte dai film prodotti da Bini o dagli interventi televisivi dello stesso. In questo modo, giocando a comporre un puzzle, Isola porta in scena la vita a suo modo travagliata (per quanto gloriosa, almeno per quel che concerne il contributo dato alla Settima Arte) di un uomo alla costante ricerca di qualcosa di nuovo, di una sfida non ancora affrontata.
Alfredo Bini, ospite inatteso segue le impressioni e i ricordi di vari intervistati (a partire da Simonelli, che traccia la memoria più dolorosa e intima, avendolo accompagnato nel corso degli ultimi anni di vita come se fosse un figlio) ma non si limita a questo: nel mettere in scena un documentario su una delle figure cardine della produzione nostrana, Isola lancia un monito attraverso lo schermo. Un’altra produzione è possibile, l’insegnamento è già tutto nell’esperienza di Bini, un uomo che riuscì a rendere popolare un oggetto non identificato come Ro.Go.Pa.G., e mescolò l’alto e il basso senza abbellimenti di sorta.
Nell’ovvia sovrapposizione tra ciò che fu e ciò che potrebbe essere – Isola è prima di tutto un produttore, e con la sua Kimerafilm ha già dato dimostrazione di non prostrarsi di fronte alla prassi, come certifica, oltre al già citato film di Caligari, il bel Et in terra pax – Alfredo Bini, ospite inatteso si stacca dalla prammatica del documentario biografico e diventa altro: l’indagine sull’uomo si fa anche sguardo sull’odierno, sull’horror vacui di un sistema produttivo fallato, perbenista come quello di cinquant’anni fa. Magari meno avvezzo alla censura, ma pronto a tenere in un angolo tutti coloro che non accettano le regole (già scritte e immutabili) del gioco. In attesa di capire quale sarà l’apporto, sulla lunga distanza, dell’Isola/produttore, resta la memoria finalmente di nuovo viva di Alfredo Bini, la sua passionalità – anche verso il sesso femminile –, la sua classe, la sua visione del mondo e dell’industria. Quella che non c’è più. Stroncata e abbandonata al suo destino, proprio come Bini.
Info
La scheda di Alfredo Bini, ospite inatteso sul sito di Filmitalia.
- Genere: documentario
- Titolo originale: Alfredo Bini, ospite inatteso
- Paese/Anno: Italia | 2015
- Regia: Simone Isola
- Sceneggiatura: Simone Isola
- Fotografia: Edoardo Rebecchi, Luca Lardieri
- Montaggio: Mario Marrone
- Interpreti: Bernardo Bertolucci, Bruno Torri, Claudia Cardinale, Don Backy, Enrico Lucherini, Gianni Bisiach, Giuliano Montaldo, Giuseppe Simonelli, Manolo Bolognini, Piero Tosi, Rino Barillari, Ugo Gregoretti, Valerio Mastandrea
- Produzione: Axelotil Film, Istituto Luce Cinecittà, Kimerafilm
- Durata: 83'