The Idealist

The Idealist

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Un film inchiesta rigoroso e serrato su un fattaccio di politica internazionale poco noto: The Idealist della regista danese Christina Rosendahl. In concorso al TFF 2015.

C’è del marcio in Danimarca

Il 21 gennaio 1968 un bombardiere americano B-52, carico di testate nucleari, si schianta tra i ghiacci della Groenlandia. Le autorità statunitensi e danesi, che sorvegliano la zona, dichiarano che la situazione è sotto controllo e dopo otto mesi di bonifica fanno rientrare l’emergenza. Diciotto anni dopo, il giornalista Poul Brink, zelante e tenace, viene accidentalmente a conoscenza di alcune misteriose testimonianze sulla catastrofe aerea. Ben presto in lui i sospetti di trovarsi di fronte a un caso di insabbiamento di tipo politico si fanno sempre più forti e per Brink ha inizio un viaggio solitario alla ricerca della verità. [sinossi]

Anche la Danimarca ha i suoi loschi segreti di Stato, con relativo insabbiamento della verità e persino responsabilità a stelle e strisce. In The Idealist presentato in concorso al Torino Film Festival, la regista Christina Rosendahl riporta infatti alla luce un fattaccio di politica internazionale poco noto dalle nostre parti, che coinvolge ordigni nucleari americani e servizi segreti. A farne le spese, manco a dirlo, sono un centinaio di lavoratori danesi, ammalatisi di cancro dopo essere venuti in contatto con delle scorie radioattive.
Ma andiamo con ordine, il 21 gennaio 1969, nel pieno della guerra fredda, un B-52 statunitense precipita in territorio danese, nei pressi di Thule, in Groenlandia, a pochi passi dalla base militare americana. L’equipaggio riesce a paracadutarsi fuori dal velivolo, ma nello schianto esplodono tre ordigni atomici ben più potenti di quello di Hiroshima. Questo era infatti il ponderoso bagaglio stivato a bordo. Nonostante le misure precauzionali, un centinaio di persone impiegate nella bonifica, di lì a pochi anni inizia ad ammalarsi di tumore. E l’incubo probabilmente non è ancora finito, dal momento che un’altra testata nucleare, rimasta inesplosa, giace sotto ai ghiacci polari e con il tempo e l’usura inizia a secernere le sue sostanze tossiche.

A portare alla luce questa scomoda verità è, nel 1988, il giornalista radiofonico Poul Brink che inizia una caparbia inchiesta con lo scopo di far riconoscere, oltre alla verità, anche un giusto risarcimento alle vittime dell’increscioso incidente. Documentarista alla sua prima esperienza nel lungometraggio di finzione, Christina Rosendahl si affida al volto teso e sensibile del suo protagonista, Peter Plaugborg, per realizzare un film inchiesta che ha l’impeto civile e lo stile elegante e sobrio dei classici americani del genere. Nelle immagini di The Idealist ritroviamo il piglio di Pakula e la schiettezza di Lumet, accompagnati da uno stile diretto – evidente eredità del bagaglio documentaristico dell’autrice – che mette al centro del racconto la documentazione, le informazioni raccolte da Brink e dunque la sua sana ricerca della verità.

Gli aspetti privati sono infatti coerentemente lasciati ai margini, il personaggio della moglie del giornalista compare in poche e brevi sequenze e mai a sproposito. Esemplare in tal senso è la sua prima apparizione quando lei, che è di origini spagnole, informa il compagno e insieme lo spettatore del fatto che anche nella Spagna franchista era accaduto un caso simile di ordigni atomici made in USA depositati sul territorio. Ma in quel caso dell’insabbiamento di questa notizia si poteva accusare il regime dittatoriale, nella democratica e anti-nuke Danimarca, la faccenda assume connotati ben più preoccupanti.
È proprio la democrazia infatti ad essere messa in discussione, ma con il fermo desiderio di riaffermarla, dall’inchiesta di Brink: un percorso tortuoso che passa dagli uffici statali patrii a quelli americani, e che la regista arricchisce con inserti di splendidi filmati di repertorio. In uno possiamo addirittura osservare i soldati americani intenti a sollazzarsi con uno slittino tra le nevi della base di Thule.
Lavoro rigoroso, serratissimo e appassionante The Idealist è quasi un saggio sul giornalismo e sul suo principale obiettivo, la verità, ma anche un fulgido esempio di cinema civile che accanto alla denuncia esalta l’etica dell’individuo e infonde inquietudine e speranza nello spettatore. In fondo quello di cui parla è un tema universale, di segreti sommersi per ragioni di politica internazionale ce n’è in giro parecchi.

Info
La scheda di The Idealist sul sito del Torino Film Festival.
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