Far East 2016 – Presentazione
Inizia oggi il Far East 2016, diciottesima edizione del festival dedicato al cinema popolare dell’estremo oriente. Ospite d’eccezione Sammo Hung, maestro dell’action hongkonghese.
“18 anni. La Cina, negli ultimi 18 anni, e diventata il secondo mercato cinematografico mondiale (6,8 miliardi di dollari) al posto del Giappone, sceso al terzo gradino del podio (2 miliardi di dollari).”
Ha inizio così la presentazione della diciottesima edizione del Far East Film Festival, la kermesse dedicata al cinema popolare dell’estremo oriente e del sud-est asiatico; quale modo migliore di celebrare la maggiore età se non ricordando quanto l’industria cinematografica mondiale debba a quell’area del mondo che dalle nostre parti continua ad apparire esotica e distante? Cina e Giappone, certo, ma anche Indonesia, Thailandia, Filippine, Corea del Sud, Malesia, Singapore, Taiwan, Vietnam… In diciotto anni il FEFF di Udine ha dato spazio e aria a un universo a se stante, fatto di action, noir, wuxia, jidaigeki, comicità slapstick, melodrammi fiammeggianti, horror e thriller, dimostrando una volta di più come i preconcetti sul cinema asiatico (sempre duri a morire, a giudicare dallo scarso feeling con il pubblico medio riscontrabile ogni qual volta un film proventiente da quelle zone raggiunge la sala) siano bolsi e per niente aderenti alla realtà.
D’altro canto il Far East ha contribuito a formare una nuova generazione di homo videns, spettatori perfettamente a loro agio con evoluzioni fuori dalle leggi di gravità e via discorrendo: spettatori che celebrano il culto di autori altrove misconosciuti come Michael Hui, Patrick Tam, Nobuhiro Yamashita, Erik Matti. Come si è già fatto notare in più occasioni, è anche grazie al lavoro portato avanti a Udine che registi oramai divenuti habitué di Cannes e Venezia come Johnnie To e Takashi Miike sono riusciti a raggiungere l’Olimpo della Settima Arte.
E proprio da Johnnie To il Far East 2016 riparte per spegnere le diciotto candeline: è infatti lui il produttore di Trivisa, thriller metropolitano diretto in condivisione da Frank Hui, Jevons Au e Vicky Wong che apre ufficialmente le danze di questa edizione. Un’edizione che come al solito cerca di trovare il punto di incontro tra le esigenze più direttamente spettacolari e un’autorialità mai dimentica delle radici popolari della Settima Arte. Ecco così dialogare vecchi classici e nuove speranze, oltre ai registi svezzati proprio davanti agli occhi del pubblico che affolla il Teatro Nuovo Giovanni da Udine: quest’anno c’è spazio per i vari Cao Baoping con il thriller The Dead End, Wilson Yip con il terzo capitolo della saga dedicata a Ip Man, Herman Yau e il suo The Mobfathers, Shuichi Okita e Mohican Comes Home, Honor Thy Father di Erik Matti, Yoshihiro Nakamura che torna all’horror con The Inerasable.
È l’horror a far da collante di questo Far East 2016, come testimonia il ritorno a Udine di due grandi registi come Kiyoshi Kurosawa (Creepy) e Wisit Sasanatieng (Senior); per non parlare della retrospettiva dedicata al “fantastico” nipponico, con corposo omaggio a Nobuhiko Obayashi – suo il cult-movie Hausu, delirante horror ultra-pop che non ha eguali a quasi quarant’anni dalla sua realizzazione – o dell’ospite centrale di questa edizione, quel Sammo Hung di cui verranno proposti The Game of Death (tra i classici restaurati, il film postumo di Bruce Lee) e il recentissimo The Bodyguard, action dolente su una guardia del corpo in pensione e malata di Alzheimer.
Insomma, di carne al fuoco come sempre ce n’è molta, e per otto giorni Udine tornerà come ogni anno a essere la capitale mondiale del cinema asiatico (e per il terzo anno consecutivo Quinlan sarà media partner dell’evento), promettendo sangue, risate, lacrime e tremori. Che inizino le visioni!