The Conjuring – Il caso Enfield

The Conjuring – Il caso Enfield

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Realtà e soprannaturale si fondono in The Conjuring – Il caso Enfield di James Wan, secondo capitolo di un franchise che non ha esaurito il suo fascino e gioca con classe e arguzia tutte le sue carte.

Killing in the Name of

I coniugi Ed e Lorraine Warren, rinomati ricercatori del paranormale, si recano a Londra per aiutare la madre single di quattro bambini a liberare la sua casa da uno spirito maligno… [sinossi]

Quando William Friedkin parlando de L’esorcista lo definiva “un documentario sulla fede” probabilmente qualcuno avrà pensato a una provocazione o alla volontà da parte del regista di ricollegare quello che è poi divenuto uno degli horror più famosi di tutti i tempi al suo apprendistato documentaristico. Eppure è un dato di fatto che per molti, sono gli aspetti “realistici” di quel film, pensiamo a tutta la sequenza degli esami clinici cui viene sottoposta la piccola Reagan, a inquietare, ancor più della possessione demoniaca in sé, questa è infatti ascrivibile in qualche modo a un universo del fantastico e del paranormale, verso il quale lo spettatore scettico può pur sempre opporre una rassicurante non sospensione dell’incredulità.
Ecco forse è da qui che nasce la fortuna e la buona tenuta di un franchise come The Conjuring, in quel suo posizionarsi sul confine tra realtà (le storie che racconta sono veramente accadute) e immaginazione (le possessioni sono sempre messe in dubbio), tra scienza e occultismo, per ricercare così un possibile “realismo del paranormale” che trova il suo avallo sia nella fede religiosa dei suoi protagonisti che nella loro costante ricerca dell’approvazione della Chiesa Cattolica.

A tre anni di distanza dal primo capitolo L’evocazione – The Conjuring, e a due dallo spin-off sulla terribile bambola Annabelle diretto da John R. Leonetti, James Wan (Saw, Fast & Furious 7) con The Conjuring – Il caso Enfield torna dunque a indagare, al seguito dei coniugi Warren, su un caso di casa (e bambina) posseduta che ha avuto realmente luogo in un quartiere a nord di Londra (l’Enflield del titolo) nel 1977. Questa volta a trovarsi circondata da strane manifestazioni paranormali è la madre single (Frances O’Connor) di quattro ragazzini: i mobili di casa iniziano a spostarsi autonomamente, una voce inquietante risuona nell’oscurità domestica della notte, una vecchia poltrona di pelle tutta consunta dondola da sola e, soprattutto, la piccola Janet inizia a mostrare qualche inquietante sintomo di possessione. In tutto ciò, la polizia riconosce di non avere le competenze giuste per affrontare il caso, mentre i Warren tardano ad intervenire, dal momento che Lorraine (Vera Farmiga), ancora scossa dai fatti di Amytiville avvenuti un anno prima, ha avuto una fosca premonizione: se proseguiranno le loro indagini paranormali l’amato marito e sodale Ed (Patrick Wilson) farà una brutta fine.

Dopo un breve prologo che li vede protagonisti, Wan ritarda dunque l’ingresso in campo dei suoi detective dell’occulto e si concentra sulla casa di Enfield, prodigandosi in fluidi movimenti immersivi che ripetutamente ci portano, senza soluzione di continuità, dall’esterno all’interno della magione, cancellando finestre, pareti e qualsiasi tipo di ostacolo posto dall’edilizia abitativa. Il virtuosismo è palese, ma a lungo andare si fa sempre più evidente quanto non sia affatto gratuito: fino all’epilogo del film, e compreso quest’ultimo, ogni finestra getterà infatti sullo spettatore un’insopprimibile inquietudine.
La tensione in The Conjuring – Il caso Enfield è costante e, nonostante qualche lungaggine (soprattutto nella prima parte) e una soluzione dell’enigma un po’ calata dall’alto (i nastri magnetici incrociati), il film di Wan riesce sempre a recuperare l’attenzione dello spettatore, anche grazie all’ottima trovata narrativa del sogno premonitore, che fa costantemente temere per la vita del protagonista maschile, ovvero il tenero e apprensivo Ed, family man impeccabile e perennemente abbigliato con rassicuranti cardigan a rombi, in perfetto stile anni ’70.

La fede, e questa è una caratteristica della saga, è poi naturalmente un elemento fondamentale in questa storia, e James Wan la maneggia con cura, utilizzandone tutto il portato teorico. Non c’è dunque solo il dissidio interiore dei coniugi Warren, ferventi credenti ma, in quanto ricercatori del paranormale, esposti perennemente al sospetto di impostura; in The Conjuring – Il caso Enfield è messa in discussione soprattutto la nostra credulità in quello che stiamo vedendo o, meglio, la nostra naturale voglia di credere che in quella casa ci sia davvero una manifestazione demoniaca. Altrimenti perché mai saremmo seduti lì in sala?
La teorizzazione della questione assume poi contorni più chiari e al tempo stesso giocosi, quando dallo zootropio del piccolo Billy prende vita l”uomo storto” che nel passaggio dallo strumento pre-cinematografico alla “realtà” modifica naturalmente il suo status, da rassicurante a terrificante: ancora una volta il dentro e il fuori, la realtà e l’immaginazione infantile si mescolano a fini orrorifici.

E a corollario di questa nobile intenzione ecco che James Wan, scaltro rivisitatore dell’horror del passato, fornisce al suo elegante esercizio di stile vintage (ben sorretto dalla fotografia di Don Burgess, premio Oscar per Forrest Gump) un gustoso contorno di critica storico-sociale, sempre all’insegna del già citato “realismo”. Siamo infatti agli albori dell’era thatcheriana, Londra non è più tanto “swinging” – tutt’altro – e si prepara a un lungo periodo di infausta possessione da parte della Lady di ferro. Non a caso, mentre la piccola Janet è a casa con l’influenza, ecco che lo spirito “occupante”, evidentemente di preferenze conservatrici, cambia continuamente canale al televisore domestico, intervallando una sitcom con le immagini che vedono la Thatcher, elegantemente abbigliata, tenere uno dei suoi discorsi pubblici. Ecco allora che chi cerca l’orrore nella realtà, ha davvero qualcosa di cui seriamente spaventarsi.

Info
Il sito ufficiale di The Conjuring – Il caso Enfield.
La pagina dedicata al film sul sito della Warner Bros.
La pagina Facebook.
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