Intervista a Bradley Liew e Pepe Smith
All’interno della Settimana Internazionale della Critica è stato presentato anche Singing in Graveyards, film d’esordio del regista malaysiano Bradley Liew, girato nelle Filippine con protagonista la rockstar locale per eccellenza, Pepe ‘Joey’ Smith. Abbiamo avuto l’occasione di incontrare entrambi durante il loro soggiorno al Lido, per parlare di cinema e musica.
Innanzitutto volevo dire a Pepe che per me è un grande onore poterlo intervistare. Ho conosciuto la sua musica grazie al libro di Julian Cope Japrocksampler, e credo che i due album pubblicati con Speed, Glue & Shinki siano due veri e propri capolavori…
Pepe Smith: Oh, davvero? Grazie, grazie!
Bradley Liew: Abbiamo fatto un documentario su Speed, Glue & Shinki, a Tokyo. Li abbiamo trovati. Li abbiamo trovati tutti.
Devo vederlo! Tornando a Singing in Graveyards: come ti è venuta l’idea del film, con Pepe che interpreta due ruoli, se stesso e un sosia di se stesso?
Bradley Liew: Credo che tutto sia nato dall’incontro con Pepe. Lo conoscevo come icona musicale, ovviamente, ma quando l’ho incontrato ho conosciuto la persona prima di tutto. Così ho scoperto com’era dietro le quinte, perché sul palco è una leggenda, ma fuori da quella dimensione assomiglia a un nonno, lolo nel linguaggio filippino. Assomiglia davvero a mio nonno, che è morto un paio di anni fa, in particolare per il suo carattere solitario, un po’ scontroso. Quindi ho iniziato a immaginarmi un film in cui mettere in scena il Pepe ‘reale’, e non solo il Pepe rockstar.
E tu, Pepe, come hai lavorato su questa idea?
Pepe Smith: Quando ho incontrato Brad stavo girando Above the Clouds di Pepe Diokno, il primo film in cui ho recitato. Dopo la fine delle riprese è venuto da me e mi ha proposto di lavorare con lui, e c’era anche Bianca Balbuena come produttrice; quando mi ha spiegato cosa voleva fare non credevo alle mie orecchie. [ride, n.d.r.]
Brad, com’è stato lavorare con un supereroe del Pinoy Rock?
Bradley Liew: Credo sia stato davvero interessante, perché forse la mia generazione, e sicuramente quella successiva, conosce Pepe come un reperto da archivio della musica. Una leggenda, ovvio, ma oggi l’industria musicale ha preso tutta un’altra direzione; che sia un bene o un male, è tutta protesa verso il futuro. Anche per questo abbiamo cercato di catturare un sentimento di nostalgia all’interno del film.
In Singing in Graveyards insisti molto su quelli che potrebbero essere definiti ‘tempi morti’: vediamo Pepe che si muove per le stanze della sua casa, si aggira per la città ecc. Puoi spiegarci i motivi di questa scelta?
Bradley Liew: Bè, Pepe non è un attore, non recita di professione, anche se appare molto naturale sullo schermo. Per questo siamo partiti dal significato di ogni sequenza. Dicevo a Pepe “L’azione va da qui a qui. Tutto quello che c’è nel mezzo sei tu”. Non esistono cose sbagliate da fare, perché il film è interamente su di lui, fisicamente ed emotivamente, tutto ciò che vediamo è lui. Così non possono esistere errori, bisogna solo cercare di rimanere onesti.
Visto che è tutto così reale, è davvero così difficile scrivere una canzone d’amore?
Pepe Smith: Oh, sì! Io voglio suonare rock! Non ho mai pubblicato una canzone d’amore in un mio album, e le trovo anche noiose. Magari in futuro, quando sarò vecchio…
Bradley Liew: Quanti anni hai adesso?
Pepe Smith: 68.
Allora magari verso gli 85 anni…
Pepe Smith: Oh, allora farò un intero album di canzoni d’amore!
E subito dopo, un album di canzoni di Natale.
Pepe Smith: A Natale è anche il mio compleanno. [ride di nuovo, n.d.r.]
Attraverso i personaggi interpretati da Pepe, da Mercedes Cabral e anche da Lav Diaz tu metti in scena il sistema dello show business nelle Filippine, e lo fai con uno sguardo critico…
Bradley Liew: È divertente, perché tutti e tre questi personaggi rappresentano l’esatto opposto, il riflesso dei loro interpreti. Pepe interpreta il sosia di una leggenda del rock. Mercedes Cabral interpreta un’attrice che cerca di evadere da ruoli in cui deve sempre recitare nuda, e lei ha iniziato la carriera in film in cui spesso era nuda; ma erano ottimi film, e se ora la gente la incontra per strada pensa a lei come attrice, e non al suo fisico. Per non parlare di Lav Diaz, che interpreta un personaggio completamente al suo opposto, che è una figura chiave del cinema indipendente. Questo mi divertiva molto. Eppure penso che il film rifletta anche la realtà, perché i problemi di cui parla credo siano la prassi in buona parte del mondo.
Sono problemi che hai avuto anche tu per il tuo film?
Bradley Liew: Per questo film? No, è andato tutto per il meglio. Ho guadagnato milioni di dollari, ho dato dieci dollari a Pepe, in modo che potesse prendersi un caffè… [ride, n.d.r.]
Pepe Smith: Allora sono rovinato, questo è il mio terzo caffè!
Cosa rappresenta secondo te Lav Diaz per i giovani registi?
Bradley Liew: Nelle Filippine, intendi?
Certo, ma non solo. Il suo nome è celebre a livello internazionale, oramai.
Bradley Liew: Ritengo che l’esempio di Lav sia molto importante, perché tutti cresciamo con l’immaginario di Hollywood, ed è fondamentale che sia preservata un’alternativa a questo. È triste che il suo valore sia riconosciuto solo ora, perché fa film da venti anni, ne ha diretti tredici, e solo a partire dagli ultimi tre o quattro la maggior parte della gente ha iniziato ad accorgersi di lui. Ma lui ha continuato sempre a lavorare nello stesso modo, crede nel suo cinema. Credo che i giovani registi debbano capire questo principio, per poi trovare la propria voce.
Tu stai lavorando sul suo nuovo progetto?
Bradley Liew: Sì, sto producendo il suo nuovo film con Bianca [Balbuena, n.d.r.].
Un’altra domanda per Pepe. Il leader di una rock band è abitutato a mettere in scena se stesso su un palco; qual è la differenza principale tra questo e dover invece recitare davanti a una camera?
Pepe Smith: Recitare su un palco è il mio mondo. Recitare fuori da un palco è un mondo completamente nuovo, a cui sono arrivato quando avevo già superato i sessant’anni. Non sono un attore, quindi quando mi sono ritrovato sul set ho pensato: cosa ci sto facendo qui? Però quando devi fare una cosa la devi fare e basta, e sono molto felice di ciò che è successo. Bradley mi è stato molto vicino per spiegarmi cosa voleva da me. Ad esempio trovo sia molto interessante il fatto che debba parlare sia in tagalog che in inglese, perché quando parlo in tagalog sono Pepe, e quando invece parlo in inglese sono il sosia di Joey. In tagalog si esprime il sosia, in inglese la rockstar. Magari ora potrei esprimermi anche in italiano…
Bradley Liew: La verità è che giocavi sempre alla playstation. Ti ho visto!
Pepe Smith: Tu mi chiedevi solo di “fare tutto”! A parte gli scherzi, è stato davvero sorprendente lavorare con Brad, e con Bianca. Sorprendente, proprio sorprendente.
Come hai lavorato sulla sceneggiatura?
Bradley Liew: È stato un processo molto lungo. Ho iniziato a scrivere il film circa due anni e mezzo fa, ma la storia era molto diversa: era necessario avere del tempo a disposizione, con Pepe, per capire cosa doveva succedere e come si sarebbe dovuto comportare in determinate situazioni. Perché se avessi girato subito il film l’avrei fatto senza questa conoscenza, e sarebbe venuto fuori qualcosa di molto strano, e poco reale. Così abbiamo passato molto tempo in brainstorming, anche con Bianca, per sviluppare il tutto. La sceneggiatura è stata poi inviata al primo Southeast Asian Film Lab a Singapore, dove ha vinto il premio per il progetto più promettente. Il premio ha permesso di iniziare a sviluppare il progetto. Il film in senso stretto però è potuto partire solo otto mesi fa.
Solo una curiosità: tu sei malaysiano. Parli il tagalog?
Bradley Liew: Sì, un po’. Il mio tagalog è come quello dei bambini, ma lo capisco bene.
Hai progetti per un nuovo film?
Bradley Liew: Sì. La mia seconda sceneggiatura, Motel Acacia, è stato presentato quest’anno al Ties That Bind [organizzato anche dal Far East Film Festival di Udine, n.d.r.], e parla di un letto infestato da un demone filippino degli alberi che mangia gli uomini e fa sesso con le donne.
Fantastico! E tu, Pepe, stai lavorando su nuove canzoni?
Pepe Smith: Lavorerò su un nuovo album con la mia band appena sarò tornato a casa. Ma non ci sarà nessuna canzone d’amore!
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