Last Blood

I Licaoni, folle collettivo livornese, mettono in scena in Last Blood uno scenario post-apocalittico, proponendo una nuova versione dell’eterna lotta tra bene e male, tra umano e bestiale. Uno sci-fi horror silenzioso e letale, proprio come un cacciatore. Al Future Film Festival nella retrospettiva Apocalissi a basso costo.

Brutto, sporco e (forse) cattivo

Versi agghiaccianti echeggiano nel bosco. Un piccolo branco ha ucciso la sua preda. Gli animali affondano le loro fauci nella carcassa sanguinolenta. Ma non sono bestie. Sono umani. O quanto meno lo sono stati, vittime di una mutazione devastante e irreversibile. Tra la boscaglia un uomo li sta osservando. Un cacciatore. Tende l’arco. Scocca la prima freccia. È guerra. [sinossi]

Rivisto a distanza di quattordici anni dalla sua realizzazione, è difficile non rendersi conto di come Last Blood fu uno dei molti sassi lanciati in uno stagno sistemico che non prevedeva (e non prevede) uscite dal tracciato predefinito. Nel corso degli anni questo cortometraggio che vede accreditati alla regia Alessandro Izzo e Guglielmo Favilla ha girato per festival di mezzo mondo, raccogliendo premi ed encomi; arduo, in effetti, non rendersi conto della qualità di un lavoro a bassissimo costo che cerca di resuscitare lo spirito del b-movie, eleggendolo a faro autoriale dalla cui luce ripartire verso nuove avventure. Last Blood, presente all’interno delle “Apocalissi a basso costo” alla diciannovesima edizione del bolognese Future Film Festival, inizia con un occhio, quello di Alex Lucchesi (sorta di supereroe macho del cinema indie nostrano, che per un periodo con Guglielmo Favilla creò una coppia dagli effetti anche comici non indifferenti), che scruta il mondo. Tende l’arco tremante, il personaggio che interpreta, perché nelle vicinanze alcuni mostri che non sono umani e non sono bestie – come indica la sinossi ufficiale del film – stanno mangiando carne sanguinolenta servita su un letto di fogliame. La guerra sta per avere inizio…

I Licaoni, folle combo livornese che nel corso degli anni ha dimostrato di sapersi muovere attraverso i generi più disparati, senza alcun timore reverenziale ma anche con una grande sapienza espressiva, in qualche modo segnalandosi come i “cugini” dei pratesi John Snellinberg, hanno fino a oggi lasciato agli spettatori un pugno di cortometraggi (dal tarantiniano Santre alla kung fu-comedy Wang Revenge, fino al recentissimo algido sci-fi Olivia, a sua volta presentato a Bologna e con protagonisti solo bambini) e alcuni lavori sulla lunga distanza, il più compiuto dei quali rimane Kiss Me Lorena, sarabanda che passa con noncuranza da un genere all’altro, dalla fantascienza spaziale all’action, dalla commedia al film nel film. Anche Last Blood appartiene a un “genere” e lo mette in scena senza spaventarsi di codici o cliché: l’orrore post-apocalittico.
Tutto costruito senza perder tempo dietro spiegazioni particolari o subplot psicologici, Last Blood si lancia come un carro armato contro lo spettatore fin dalle primissime sequenze. Se guerra deve essere meglio entrare direttamente in media res. Permangono reminiscenze di quando il mondo non aveva ancora subito il collasso, ma sono scorie sonore, per di più dal vago sentore ironico, che ovattano una scena di macellazione, lotta per la sopravvivenza che può prevedere solo un superstite.

Izzo e Favilla utilizzano le location con intelligenza, giocando tanto sul fitto disparire della boscaglia quanto su improvvise aperture su scenari ben più “larghi”, donando in questo modo una geometria spaziale oltre che emozionale a ciò che avviene in scena. Ne viene fuori un lavoro sulla breve distanza rarefatto e angoscioso, sanguinoso e ferale, che proprio nella contrapposizione netta tra uomo e bestia, nella sua rappresentazione di scontro più archetipica e basica – il combattimento finale corpo a corpo ne è la dimostrazione più evidente – trova le sfumature per dimostrare l’assoluta paritarietà tra le due specie in lotta. Là dove non c’è più spazio per nulla, neanche per la formulazione di un pensiero. Un piccolo e meritato cult.

Info
Il trailer di Last Blood.

Articoli correlati

Array
  • FFF 2017

    Olivia

    di I Licaoni firmano un nuovo cortometraggio, diretto da Alessandro Izzo: Olivia è un'angosciante fiaba nera sci-fi, con protagonisti solo bambini in uno scenario desolato e post-apocalittico. Al Future Film Festival nel focus Apocalissi a basso costo.
  • FFF 2017

    Apollo 54

    di Apollo 54 è un esempio di fantascienza a costo zero, un'irriverente e ironica rilettura di alcuni miti dello sci-fi in chiave romana (gli esterni sono quelli di Manziana e del lago di Martignano), con un uso non banale della computer grafica.
  • Festival

    Future Film Festival 2017

    Al Future Film Festival 2017, dal 2 al 7 maggio nelle sale della Cineteca di Bologna e (solo per l'apertura) al Cinema Arlecchino, tornano a dominare l'animazione, la fantascienza e il fantastico, tra il concorso, i workshop e le apocalissi a basso costo...
  • FFF 2017

    Vigasio Sexploitation Sebastiano Montresor RecensioneVigasio Sexploitation

    di All'interno di Apocalissi a basso costo, il focus del Future Film Festival dedicato all'indie italiano dedito al fantastico, trova spazio anche Vigasio Sexploitation, folle pastiche ultra-pop in due parti creato da Sebastiano Montresor.
  • FFF 2017

    Apocalissi a basso costo al Future Film Festival

    Apocalissi a basso costo - Il nuovo cinema fantastico italiano, questo il titolo di un focus che accompagnerà le giornate del Future Film Festival di Bologna, ripercorrendo le tappe del cinema indipendente italiano che non teme il soprannaturale.