Gelosia
di Pietro Germi
Presentato ai Mille occhi nell’ambito di una mattinata di “gelosie”, Gelosia è un’opera giovanile di Pietro Germi, secondo adattamento del romanzo verista di Luigi Capuana, Il marchese di Roccaverdina, già portato su grande schermo dieci anni prima da Ferdinando Maria Poggioli.
Gelosia all’italiana
Il marchese di Roccaverdina è innamorato di una donna della servitù, Agrippina, ma questa relazione viene ostacolata dalla sua nobile famiglia. Il marchese trova così un marito per Agrippina e si sposa a sua volta con una donna del suo lignaggio. Accecato però dalla gelosia, uccide il marito di Agrippina e per l’omicidio verrà incolpato e condannato un innocente. Il marchese finirà così roso dai rimorsi… [sinossi]
Secondo adattamento dal romanzo di Luigi Capuana Il marchese di Roccaverdina del 1901, la pellicola di Pietro Germi del 1953 succede alla versione di Ferdinando Maria Poggioli nel 1942 in un film dallo stesso titolo, Gelosia. Raffrontando le due versioni, com’è stato possibile nella matinée sulla “gelosia” dei Mille Occhi, possiamo trovare in quest’opera giovanile, generalmente sottovalutata, già la capacità autoriale di Germi, capace di andare bel oltre il testo narrativo di partenza.
Se nel film di Poggioli veniva preservata la follia finale del marchese, un comodo punto di fuga a ben vedere, Germi toglie anche questo spiraglio per schiacciare la vicenda e i suoi protagonisti in una prospettiva di desolazione assoluta senza possibilità di consolazione o redenzione se non i rimorsi del protagonista. Rimorsi che quasi non ha neanche Fefè, il protagonista di Divorzio all’italiana, figura che, con il marchese di Roccaverdina presenta non pochi punti in comune, entrambi appartenenti a un’aristocrazia latifondista decadente ancora al potere in Sicilia. Entrambi in grado di stare al di sopra delle leggi riservate ai comuni mortali, o di volgerle a proprio favore.
Il protagonista di Gelosia sembra intoccabile dalla giustizia e per l’omicidio da lui compiuto viene incolpato un altro, nessuno si permetterebbe di indagare su di lui. L’omicidio commesso da Fefè è invece volutamente manifesto e dichiarato, in un sistema giuridico che è accondiscendente al delitto d’onore per cui prevede pene irrisorie. E tra i due personaggi si sviluppano anche delle specularità, entrambi amano due donne, una per un’attrazione carnale e l’altra come moglie stabilita da regole sociali. Il marchese di Roccaverdina passa dalla donna del primo tipo alla seconda, mentre per Fefè il rapporto è cronologiamente invertito e in entrambi i casi tra le due relazioni intercorre uno sparo. Destinato in Gelosia al marito della donna carnale per poter continuare idealmente a possederla, anche considerando che per il suo strato sociale un tale lutto non sarebbe diventato un divorzio all’italiana. Destinato alla moglie in Divorzio all’italiana per poter far assurgere all’amante il ruolo di nuova moglie.
Sono passati nove anni tra i due film e nel ritratto della società siciliana, e italiana, tratteggiato dall’autore poco è cambiato, e se è cambiato è stato in senso gattopardesco. Dal romanzo di Capuana, Germi distilla il forte senso anti-aristocratico e anti-borghese nella rappresentazione di una società che continua a celebrare i propri fasti, a erigersi al di sopra delle leggi e delle regole comuni, vivendo secondo propri codici morali e moralistici. Società incarnata nella figura della opprimente e austera matrona. Ma, e ancora spicca nel confronto con la versione di Poggioli, l’adattamento di Germi che passa dal verismo del romanzo a una chiave di genere noir e melò, usando luci espressioniste in quei reticoli di ombre disegnati negli ampi corridoi e negli interni della villa patronale, dove colpiscono simboli religiosi come la scultura di Cristo in croce. Dimora che a sua volta, con quelle grandi scalinate divergenti e convergenti esterne richiama quelle analoghe in interni delle architetture patrizie tipiche dei melò, come quelli a venire di Douglas Sirk. Una conversione al cinema di genere della letteratura come quella, clamorosa, che Germi avrebbe fatto “normalizzando” Quer pasticciaccio brutto de via Merulana in Un maledetto imbroglio.
Info
La pagina Wikipedia di Gelosia.
Il sito de I Mille Occhi.
- Genere: drammatico, melodramma, storico
- Titolo originale: Gelosia
- Paese/Anno: Italia | 1953
- Regia: Pietro Germi
- Sceneggiatura: Giuseppe Berto, Giuseppe Mangione, Pietro Germi
- Fotografia: Leonida Barboni
- Montaggio: Rolando Benedetti
- Interpreti: Alessandro Fersen, Assunta Radico, Erno Crisa, Giovanni Martella, Grazia Spadaro, Gustavo Serena, Liliana Gerace, Maresa Gallo, Marisa Belli, Paola Borboni, Pasquale Martino, Renato Pinciroli, Vincenzo Musolino
- Colonna sonora: Carlo Rustichelli
- Produzione: Excelsa Film
- Durata: 86'

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