CinePalium Fest 2017 – Presentazione
Dal 14 al 18 novembre la piccola cittadina pugliese Palo del Colle, alle porte di Bari, accoglierà la prima edizione di un festival che cerca di coniugare la necessità di lavoro sul territorio (per l’alfabetizzazione culturale e cinematografica delle persone che lo abitano) a un istinto concreto alla ricerca, e allo studio. Da Amir Naderi a Steven Spielberg, da Želimir Žilnik a Renato Berta, un viaggio nel cinema come elemento di apertura, e mai di chiusura. Quinlan sarà media partner dell’evento.
Cosa hanno in comune Amir Naderi e Želimir Žilnik, Renato Berta e Jonathan Rosenbaum, Bahman Maghsoudlou e Malastrada? Sicuramente il fatto di convergere, nell’uggioso metà novembre, in quel di Palo del Colle, poco più di ventimila abitanti alle porte di Bari, per la prima edizione del Cinepalium Fest, organizzato da Sun Film Group e diretto da Gemma Lanzo, già editrice della collana Moviement e tra i membri del consiglio nazionale del SNCCI.
Un progetto tutt’altro che da sottostimare, quello del Cinepalium Fest, anche perché sembra rincorrere un ideale punto di incontro tra le necessità più strettamente legate al territorio – un aspetto fondamentale per chi, come questa kermesse, si trova come interlocutori diretti gli amministratori dello stesso – con la voglia di aprire a una riflessione continua sulla macchina-cinema, sul suo senso, sulle infinite possibilità che cela al proprio interno.
Ecco dunque che all’interno del festival si trovano le esigenze più disparate, ma solo a uno sguardo superficiale in contrapposizione tra loro: se si apre CinePalium Fest con un incontro con l’attore Andrea Sartoretti lo si fa certo per la sua qualità di personaggio noto al pubblico televisivo (con partecipazioni a serie quali Squadra antimafia, Il bosco e Fuoco amico), ma anche e soprattutto per la sua interpretazione nello splendido Monte di Amir Naderi, scelto non a caso come film d’apertura del festival. In questo continuo gioco di equilibri, mai forzato e all’apparenza in realtà completamente naturale e lineare, si trovano l’uno a fianco all’altro La mia vita da zucchina e l’omaggio che Donatello Fumarola dedica a Želimir Žilnik, Smoking no Smoking di Resnais e Alarm di Malastrada, i film della critica per il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (che dovrebbero permettere al pubblico locale di recuperare gemme degli ultimi due anni che con difficoltà possono aver raggiunto Palo del Colle, come L’altro volto della speranza di Aki Kaurismäki, Tutti vogliono qualcosa di Richard Linklater, It Follows di David Robert Mitchell e Al di là delle montagne di Jia Zhangke) e quelli per i più piccoli, tra i quali anche I cormorani di Fabio Bobbio.
E poi convegni, masterclass, luoghi di incontro e di dibattito. Per finire ovviamente sui concorsi, la sezione ufficiale, rivolta a lungometraggi sul tema dell’identità; la sezione Filmmakers INPuglia, rivolta a cortometraggi girati in Puglia; la sezione dedicata ai giovani sceneggiatori tra i 18 e i 29 anni, rivolta a sceneggiature inedite per cortometraggi a tematica libera cha vedano la Puglia come fulcro narrativo.
Perché un evento come quello di Palo del Colle ha l’obbligo di dimostrare come i festival, spesso vituperati e considerati alla stregua di oggetti museali, siano in realtà ancora oggi un punto di incontro e di ripartenza, luogo aperto a tutti per confrontarsi, dialogare, aprire nuove e sempre vivide prospettive al futuro. Si vedrà cosa verrà partorito dal CinePalium in questi cinque giorni di cinema per tutti, dai semplici curiosi agli addetti ai lavori. L’impressione è che si sia partiti con il piede giusto, e che ci siano le carte in regola per crescere anno dopo anno. Chiudendo (per ora) su una curiosa, divertita e del tutto casuale coincidenza: la sindaca di Palo del Colle si chiama Anna Zaccheo. Quale festival può vantare un’amministrazione dai rimandi altrettanto cinefili?