This Whole Life of Mine

This Whole Life of Mine

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Presentato al Cinema ritrovato nell’ambito dell’omaggio al cinema cinese degli anni Quaranta, This Whole Life of Mine del regista e attore Shi Hui metteva in scena le disgrazie e le umiliazioni di un pover’uomo al cospetto dei rovesci della storia mandarina della prima metà del Novecento.

Addio Pechino bella

Un anziano uomo senza nome ripercorre la propria vita in flashback, mentre giace, povero e morente, nel gelo invernale delle strade di Pechino alla fine degli anni Quaranta… [sinossi]

Già visto nel 2005, quando a Venezia 62 Marco Müller organizzò l’indispensabile retrospettiva Storia Segreta del Cinema Cinese, This Whole Life of Mine del regista e attore Shi Hui è stato ripresentato – in pellicola, su copia francese messa a disposizione dal CNC – nel corso della 32esima edizione del Cinema ritrovato, confermando sostanzialmente le sue innegabili qualità e i suoi inevitabili limiti. Girato nel ’50, infatti, il film di Shi Hui dovette fare i conti in prima istanza con i prodromi della censura maoista – la Repubblica Popolare Cinese era stata da poco fondata – che impose un finale posticcio ed esageratamente ottimista a un racconto venato da un cupo pessimismo.
Tratto infatti da un breve scritto del romanziere Lao She, pubblicato nel 1937, e dunque ben lontano dal poter immaginare la riuscita della Lunga marcia, This Whole Life of Mine mette in scena le traversie di un pover’uomo – fattosi poliziotto per mancanza di altri sbocchi lavorativi – che assiste sbigottito e impotente al dispiegarsi caotico e tragico della Storia: dalla caduta della dinastia Manciù nel 1911 fino alla dichiarazione di guerra del 1937. Intorno a lui tutto cambia, la moglie muore d’inedia, la figlia va via di casa per sposarsi, gli amici muoiono, i bambini che lo prendevano in giro appellandolo come “sporco sbirro” indossano a loro volta la divisa, il figlio si unisce ai rivoluzionari comunisti (questo fu uno degli elementi imposti dal nuovo regime), ma quel che resta uguale – di rivoluzione in rivoluzione, di regime in regime, di dinastia in dinastia – è la condizione di emarginazione e di indigenza della povera gente, tanto che il nostro protagonista senza nome si troverà a morire di stenti per strada, in una fredda notte nevosa, poco prima dell’avvento del maoismo (che fu proprio il finale imposto, facendo arrivare così il tempo narrativo fino al 1949). E quel che appare davvero interessante è proprio il fatto che la condizione di poliziotto, di tutore dell’ordine pubblico, non aiuta il nostro protagonista a emanciparsi, e anzi lo condanna ad assistere impotente ai soprusi dei potenti, tanto da essere più volte costretto ad assecondarli, come nella drammatica sequenza in cui deve accompagnare gli occupanti giapponesi a fare incetta di giovani donne cinesi per dare modo di allietare le loro truppe.

Costruito tutto in flashback, a partire proprio dall’immagine del protagonista moribondo ai bordi di una strada in mezzo alla neve, This Whole Life of Mine fa largo uso della voice over per sintetizzare alcuni passaggi storici e, a volte, cade inevitabilmente in alcune semplificazioni e in alcune ellissi grossolane. Il dramma che Shi Hui ci racconta di tanto in tanto sovrasta le capacità di scrittura e di regia per quanto appare insostenibile: ne è un esempio la sequenza della morte della moglie del protagonista, gestita in modo decisamente troppo sbrigativo. Ma, in ogni caso, This Whole Life of Mine appare un indispensabile strumento di codifica per chiunque voglia capire qualcosa della storia della Cina del Novecento, e l’incipit del film sta lì a testimoniarcelo in maniera lampante: prima la voice over ci mostra le meraviglie architettoniche di Pechino, la sua immutabile e inespugnabile bellezza, poi volge lo sguardo sulla povertà endemica degli hutong, l’altra faccia della storia cinese, il volto nascosto e rimosso, in cui in qualche modo l’una sembra indispensabile all’altra, l’una sembra essere il frutto marcio dell’altra, o viceversa.
Shi Hui, che nasceva come attore e che infatti, oltre a dirigere, interpreta anche il protagonista, morì poi suicida nel 1957, perché preso di mira ed emarginato nel corso della campagna anti-destra. E lo stesso Lao She, l’autore del racconto, si suicidò nel 1966, al tempo della Rivoluzione Culturale. Ecco che allora la dimensione tragica di This Whole Life of Mine accresce al cospetto del suo paratesto, una dimensione che il film è riuscito a mostrare solo in parte, proprio perché incontrollabile nelle sue nefaste proporzioni.

Info
La scheda di This Whole Life of Mine sul sito del Cinema ritrovato.
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