Intervista a Patrice Leconte
Autore di alcuni tra i film più importanti del cinema francese recente, Tandem, Il marito della parrucchiera, L’uomo del treno, La ragazza sul ponte, Ridicule, grande direttore di attori a partire da Jean Rochefort con cui ha stretto un lungo sodalizio artistico. Stiamo parlando di Patrice Leconte, omaggiato al Ca’ Foscari Short Film Festival 2019, dove l’abbiamo incontrato.
Nella tua carriera, lunga, eclettica, c’è un film che risulta davvero anomalo, Dogora – Ouvrons les yeux, una sinfonia di immagini della Cambogia. Come lo hai concepito?
Patrice Leconte: Non molte persone lo conoscono. Si tratta di un film che è partito dalla musica che è mi è stata donata da un compositore, con l’auspicio che potesse ispirarmi delle immagini. Non avevo idee particolari, ma mi è capitato di fare un viaggio in Cambogia che mi ha molto emozionato. Durante il viaggio mi è tornata in mente questa musica e da lì è nato il progetto del film. Quando poi ho visto il film Koyaanisqatsi ho avuto l’ispirazione. In fondo l’essenza del cinema è quella di riuscire a far scaturire delle emozioni nel pubblico con musica e immagini, e senza alcun bisogno della parola.
Rispetto ai film di Godfrey Reggio, il film è inscritto nelle due riprese dell’orchestra, che lo avvicina semmai a Fantasia di Walt Disney. Come mai questa scelta?
Patrice Leconte: Non ci avevo mai pensato, però effettivamente il film di Walt Disney ha questo stesso prologo. Ormai quando andiamo al cinema diventa difficile capire quando inizia davvero il film, perché c’è un gran quantità di pubblicità, volevo quindi che ci fosse un vero stacco che faccia capire che il film comincia. Proprio per questo sono scene in bianco e nero, quelle dell’orchestra, e c’è il direttore d’orchestra che entra per far capire al pubblico l’inizio.
Un altro momento con l’orchestra nel tuo cinema è quello del cortometraggio Le batteur du boléro. Puoi raccontarmi invece come hai concepito questo film?
Patrice Leconte: Ho fatto questo corto mentre lavoravo a due lunghi. Amo molto Ravel ma non mi piace il Bolero. Quando penso a questo brano, non posso che figurarmi il battitore del tamburo, che regola tutto il ritmo per quindici minuti. Ho sempre immaginato questo povero musicista. Magari sua moglie l’ha appena lasciato, magari ha problemi in banca, ma lui deve essere lì, concentrato su quello che sta facendo.
Uno dei temi principali della tua filmografia è quello dell’amicizia virile, dell’incontro di due vite, un tema peraltro molto classico nel cinema, nel western, nel noir. Perché questo tema riveste per te un interesse drammaturgico?
Patrice Leconte: Parlo molto di amicizia, a volte diventa anche amore. Ho notato io stesso, vedendo i miei film, una cosa di cui non mi ero reso conto mentre li realizzavo: che all’inizio i personaggi non si conoscono. Ciò a cui tengo di più è l’incontro.
Altro tema che torna nella tua filmografia, è quello del suicidio, o del tentato suicidio. C’è in Il marito della parrucchiera, in La ragazza sul ponte per arrivare a La bottega dei suicidi. Perché questo tema?
Patrice Leconte: Non amo il suicidio, amo piuttosto la vita, però c’è una parte di me, quella più pessimista, che spesso prevale e che trova espressione in molti film. Non mi suiciderei mai, non è una cosa che abbia mai preso in considerazione, però comprendo l’atto del suicidio. Oggi passeggiando per Venezia, ho visto un uomo molto anziano, e malandato, in giro per strada. Mia moglie mi ha detto: «Pensi che diventeremo anche noi così?» Ecco, in queste situazioni potrei pensare al suicidio.
Veniamo al tuo film L’insolito caso di Mr. Hire, tratto da Georges Simenon, con le straordinarie interpretazioni di Michel Blanc e Sandrine Bonnaire. Mi pare che in questo film trapeli tutta la celebre misoginia del grande scrittore. Cosa ne pensi?
Patrice Leconte: Simenon amava troppo le donne. Mi distanzio da questa cosa, però quello era il personaggio. Il prossimo film che farò sarà un altro adattamento di Simenon, da un romanzo di Maigret, un progetto molto forte dal punto di vista emozionale, ci sono molto legato. Userò un meccanismo di stilizzazione per rendere la narrazione. Cominceremo a girare il prossimo autunno. Il protagonista è Daniel Auteuil.
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