X-Men – Dark Phoenix

X-Men – Dark Phoenix

di

Penultimo episodio della saga dedicata ai mutanti di casa Fox, X-Men – Dark Phoenix chiude idealmente un cerchio, cercando di recuperare e rinvigorire – per l’ultima volta – l’epica della saga: il risultato è in parte riuscito, nonostante alcuni passaggi affrettati e forzature.

Mutare per sopravvivere

1992: gli X-Men sono una squadra ormai inserita nelle istituzioni statunitensi, tenuti in gran conto anche dai piani alti del Pentagono. Quando, durante una missione di salvataggio nello spazio, la giovane Jean Grey viene investita da una tempesta solare, il gruppo saluta come un miracolo la sua sopravvivenza. Eppure, dall’incidente Jean sembra cambiata, preda di un nuovo potere che semplicemente non riesce a controllare. Nel frattempo, una misteriosa donna si mette sulle tracce della ragazza, apparentemente interessata al potere che sta crescendo dentro di lei… [sinossi]

Arrivato a poco più di un mese di distanza da Avengers: Endgame, film che molti fans del Marvel Cinematic Universe stanno ancora analizzando, smontando e dissezionando, un lavoro come X-Men – Dark Phoenix sembra destinato, quasi inevitabilmente, a un ruolo di secondo piano. È noto, infatti, come il franchise dei mutanti di casa Fox stia per concludersi, prima del suo riavvio all’interno dell’universo Marvel: il film di Simon Kinberg, nello specifico, rappresenta il penultimo episodio in ordine di uscita della saga, precedente al previsto spin-off New Mutants (che dovrebbe arrivare in sala per il 2020). Ed è anche intuibile – e del tutto evidente guardando il film – come il vero “ultimo episodio”, almeno idealmente e programmaticamente, sia proprio questo: nonostante il suo carattere di prequel, infatti, il film di Kinberg dà l’impressione di voler chiudere idealmente un cerchio (aperto nell’ormai lontano 2000 con l’X-Men di Bryan Singer), sforzandosi nel contempo di (ri)costruire un’epica e portare a compimento le evoluzioni dei principali personaggi, salutando idealmente i fans con una discreta componente emotiva, oltre a qualche soluzione più “forte”. In questo senso – quello di creare un hype che il film, per la contingenza in cui esce, fatica a raggiungere – va letto anche il già discusso spoiler (che non riveliamo), anticipato dal trailer e confermato dallo stesso regista.

Quello di Simon Kinberg – sceneggiatore storico della saga, qui al suo esordio dietro la macchina da presa – è uno sforzo certamente apprezzabile, che in un film come questo X-Men – Dark Phoenix risulta almeno in parte coronato da successo. La saga dei mutanti, al cinema come sulle strisce disegnate, si colloca su un piano leggermente diverso da quello della maggior parte degli altri personaggi Marvel: i suoi protagonisti non si limitano al “tipo” del supereroe con superproblemi sdoganato da Stan Lee, con Spider-Man e compagni, ma vi uniscono una precisa riflessione sulla diversità e sulla sua possibile valorizzazione. La dimensione intrinsecamente sociale della saga, già nella sua incarnazione fumettistica (arrivata in un periodo – gli anni ‘60 – di grande fermento per i diritti civili) rende più arduo l’inserimento di quell’umorismo scanzonato e pop, teso a smontare programmaticamente la figura del supereroe, che è diventato un po’ il marchio di fabbrica del Marvel Cinematic Universe. Qui, gli eroi sono già problematici di loro, sempre a un passo dal diventare dei freak reietti: non c’è bisogno di ulteriori sottolineature, in questo senso. Non è un caso che, in un film già non esente da limiti come il precedente X-Men – Apocalisse, i momenti meno riusciti fossero proprio quelli in cui si cercava di scimmiottare le battute e gli scherzi di Avengers e compagni; oltre a quelli in cui – un po’ furbescamente – il regista inseriva i consueti, vieti riferimenti nostalgici agli anni ‘80.

In questo senso, il film di Simon Kinberg compie un deciso passo avanti, recuperando la specificità della saga (distante tanto dall’approccio smitizzante dei colleghi/rivali Marvel, quanto dal superomismo serioso di marca DC) ed evitando di giocare slealmente con la memoria dello spettatore (gli anni ’90, periodo di ambientazione della storia, sono presenti quale sfondo solo quel tanto che è necessario). La sceneggiatura, complice il focus specifico su un personaggio, evita la dispersività narrativa che aveva appesantito il precedente film, in difficoltà nella gestione dei suoi personaggi e subplot: qui, al contrario, la narrazione è abbastanza compatta, e riesce invero a gettare anche uno sguardo – relativamente – nuovo su una figura iconica come quella del Professor X/Charles Xavier. La sottolineatura delle prime crepe nel gruppo capitanato da Xavier (un James McAvoy efficace anche in versione calva) unitamente al motivo portante del nuovo potere/demone da cui la Jean con volto di Sophie Turner è controllata, rappresenta un elemento che ben si integra nella mitologia della saga, arricchendone le basi senza smontarne la coerenza. Anche la figura dell’Erik Lehnsherr/Magneto interpretato da Michael Fassbender riesce a ritagliarsi il suo spazio all’interno dell’economia narrativa del film, pur restando più in secondo piano rispetto ai precedenti episodi.

Nella sua regia sicura, nel suo buon dispendio di energie produttive, e nella volontà da parte del suo regista di chiudere la saga principale in modo degno, X-Men – Dark Phoenix non è comunque un film perfetto: le forzature narrative non mancano, così come non manca qualche passaggio eccessivamente affrettato – viene in mente proprio il personaggio di Magneto, e la sua evoluzione – che si va ad aggiungere a una risoluzione finale della vicenda che appare un po’ retorica e pretestuosa. Un limite, quest’ultimo, che tuttavia può essere compreso alla luce del concept del film e della “morale” (esplicita) che vi è sottesa. Si fa invece più fatica a mandar giù il poco spazio dato dalla sceneggiatura a un personaggio potenzialmente interessante, qual è la killer aliena col volto di Jessica Chastain: di lei e dei suoi soldati vediamo e sentiamo poco, davvero troppo poco, specie considerato il potenziale che il gruppo esprimeva. E specie considerato che probabilmente, almeno nella veste qui presentata, questa resterà la loro prima e ultima apparizione cinematografica.
Simon Kinberg, comunque, inserisce nel film una sequenza finale (e non una sequenza post-credits: quella, lo specifichiamo subito, non c’è) che non potrà non provocare un fremito di emozione a chi ha amato la saga – nelle sue oscillazioni qualitative – fin dal primo episodio: in questo senso, l’idea di un cerchio che si chiude è più forte. Per gli X-Men, questo è letteralmente un arrivederci – in un’altra forma – a un altro universo.

Info
Il trailer di X-Men – Dark Phoenix.
  • X-Men-Dark-Phoenix-2019-Simon-Kinberg-001.jpg
  • X-Men-Dark-Phoenix-2019-Simon-Kinberg-002.jpg
  • X-Men-Dark-Phoenix-2019-Simon-Kinberg-003.jpg
  • X-Men-Dark-Phoenix-2019-Simon-Kinberg-004.jpg
  • X-Men-Dark-Phoenix-2019-Simon-Kinberg-005.jpg
  • X-Men-Dark-Phoenix-2019-Simon-Kinberg-006.jpg
  • X-Men-Dark-Phoenix-2019-Simon-Kinberg-007.jpg
  • X-Men-Dark-Phoenix-2019-Simon-Kinberg-008.jpg
  • X-Men-Dark-Phoenix-2019-Simon-Kinberg-009.jpg

Articoli correlati

Array
  • Archivio

    Avengers: Endgame RecensioneAvengers: Endgame

    di , È imponente Avengers: Endgame, ma a tratti anche impotente, costretto a scendere a patti coi film che lo hanno preceduto e lo seguiranno, con regole contrattuali e paletti disneyani, col bilancino del dramma e della commedia...
  • Archivio

    Captain Marvel RecensioneCaptain Marvel

    di , Prendendo le distanze dai facili schematismi di una "storia delle origini" e concentrandosi sulle caratteristiche umane della sua protagonista, Captain Marvel di Anna Boden e Ryan Fleck conferma il talento narrativo e autorigenerativo del Marvel Cinematic Universe.
  • Archivio

    Ant-Man and the Wasp RecensioneAnt-Man and the Wasp

    di Come il suo protagonista maschile, Ant-Man and the Wasp funziona bene nella dimensione micro della spensieratezza, meno quando le sue dimensioni si fanno titaniche per misurarsi con i veri giganti della squadra Marvel.
  • Archivio

    Deadpool 2 RecensioneDeadpool 2

    di Il sequel del fortunato Deadpool spinge a tutto spiano sul medesimo pedale dell’acceleratore del primo, abbondando ulteriormente con le stilizzazioni pulp, l’ironia irriverente, il fiume in piena di scorrettezze, strizzate d’occhio e volgarità assortite. Rispetto al primo film però c’è poco di cui stupirsi.
  • Archivio

    Avengers: Infinity War RecensioneAvengers: Infinity War

    di , Miracolosamente in equilibrio tra le mille star che mette in scena, Avengers: Infinity War è l'attesa e riuscita resa dei conti all'interno del Marvel Cinematic Universe, dove tutto si tiene e nulla sfugge.
  • Archivio

    Black Panther RecensioneBlack Panther

    di Accolto trionfalmente in patria, Black Panther non si discosta dai consueti valori produttivi, narrativi ed estetici del Marvel Cinematic Universe, nonostante le utopie del Regno di Wakanda, il Black Power e la colata di buoni sentimenti e propositi. Asgard e la Galassia sono distanti.
  • Archivio

    Logan – The Wolverine

    di Mangold costruisce una realtà parallela, futuribile, assai distante dai colori sgargianti e dalle spacconate del Marvel Cinematic Universe. Polvere, sangue, carne e sofferenza: l'ultima avventura di Logan è una ballata dolente.
  • Archivio

    X-Men: Giorni di un futuro passato

    di Terzo capitolo sugli X-Men diretto da Bryan Singer: un contorto e sostanzialmente riuscito gioco autocitazionista, un sequel di prequel spezzato in due tra il passato (gli anni '70) e il futuro (l'apocalisse).
  • Archivio

    Wolverine L'immortale RecensioneWolverine – L’immortale

    di Seguito di X-Men - Le origini: Wolverine, questo secondo capitolo è una poco emozionante lotta per la sopravvivenza di un pesce fuor d’acqua in una terra ostile, combattuta a colpi di artigli, spade e arti marziali.
  • Archivio

    X-Men: L'inizio RecensioneX-Men: L’inizio

    di Film di personaggi, prima ancora che di effetti speciali e scontri coreografici, X-Men: L'inizio è un buon esempio di blockbuster che cerca di offrire puro intrattenimento e momenti di riflessione.
  • Archivio

    X-Men le origini: Wolverine

    di Prequel e parziale spin-off della saga degli X-Men, questo capitolo Marvel interamente dedicato a Wolverine fa luce sul passato del personaggio interpretato da Hugh Jackman.
  • Archivio

    Watchmen RecensioneWatchmen

    di Avventuroso, misterioso e complesso, Watchmen è ambientato in una realtà alternativa del 1985, in America, dove un gruppo di supereroi in costume è parte integrante della realtà sociale quotidiana...
  • Archivio

    X-Men: Conflitto finale

    di La problematica etica, innata nelle avventure dei mutanti Marvel, assume un ruolo centrale X-Men: Conflitto finale di Brett Ratner, terzo capitolo della saga.