Pesaro 2019
Dal 15 al 22 giugno Pesaro 2019, cinquantacinquesima edizione del festival marchigiano: dall’omaggio a Lee Anne Schmitt al cinema di genere italiano, passando per Alberto Grifi, Satellite e ovviamente il concorso internazionale. Quinlan è media-partner della kermesse.
Arrivata alla 55a edizione, la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro si svolgerà nella città marchigiana dal 15 al 22 giugno, sotto la direzione artistica di Pedro Armocida. Saranno sette le opere presentate in concorso, prese in esame da due giurie, una di studenti e l’altra composta da personalità quali Olimpia Carlisi, Amir Naderi, Andrea Sartoretti. Dal Giappone Kamagasaki Cauldron War (2018) di Leo Sato, film ambientato in uno slum, girato in 16mm con una lavorazione durata cinque anni; dal Cile Nona. Si me mojan, yo los quemo (2019) di Camila José Donoso, ritratto di un’anziana donna alle prese con gli incendi boschivi; dall’India That Cloud Never Left (2019) di Yashaswini Raghunandan, racconto fiabesco della vita di un villaggio sconvolta dalla luna che vira al rosso; da Singapore Demons (2018) di Daniel Hui, già passato alla Berlinale; dal Brasile Bring Me The Head Of Carmen M. (2019) di Felipe Bragança e Catarina Wallenstein, incentrato su un’attrice portoghese che deve interpretare la leggendaria Carmen Miranda; dalla Spagna Inland/Meseta (2019) di Juan Palacios, documentario contemplativo sul mondo rurale; e infine Square (2018) dell’artista polacca Karolina Bregula che indaga i segreti della comunità di una piccola cittadina taiwanese. Come ogni anno la sezione Satellite propone una selezione di cinema d’avanguardia italiano. Quest’anno i titoli proposti sono tra gli altri Watna di Lorenzo Casali e Micol Roubini, Giacomo Laser e il demone di Giacomo Laser, Non c’è nessuna dark side di Erik Negro, Variazioni luminose nei cieli della città di Giuseppe Spina. Al cinema di genere italiano, dai suoi autori più di culto come Leone, Argento, Di Leo, Fulci fino ai nuovi come Mainetti o i Manetti, è dedicata una retrospettiva, con proiezioni in 35mm, per i film girati in pellicola, nel Cinema in spiaggia. Una personale completa, curata da Rinaldo Censi, è invece dedicata a Lee Anne Schmitt, la filmmaker che lavora con i suoi ‘essay film’ nei territori di intersezione tra fiction e documentario, tra paesaggi e storia americana, come in Purge This Land (2017) sull’eredità del leader abolizionista John Brown, The Last Buffalo Hunt (2011) sugli ultimi cowboy e la caccia al bisonte, California Company Town (2008) sul declino industriale, The Farnsworth Score (2017), composizione meditativa di immagini e musica, natura e architettura, con la collaborazione del compositore Rob Mazurek. [continua a leggere]
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