SciFi Club, la piattaforma del Trieste Science+Fiction Festival
Astronavi, mostri spaziali, viaggi nel tempo, invasioni, distopie e tutto quello che possiamo trovare tra le pieghe infinite della fantascienza. Nel crescente panorama delle piattaforme, festivaliere e non, accogliamo il nuovo arrivato SciFi Club, emanazione streaming dello scoppiettante Trieste Science+Fiction Festival.
Come per FarEastStream, la piattaforma del cinema asiatico del Far East Film di Udine, anche SciFi Club (scificlub.it, mymovies.it/ondemand/scificlub) nasce grazie alla partnership con MYmovies e pesca a piene mani da una library costruita edizione dopo edizione. Si inizia con una ventina di titoli, tra lungometraggi e cortometraggi, con aggiunte settimanali. Ogni titolo sarà accompagnato da una presentazione curata dai programmatori e dagli esperti del festival e de La Cappella Underground – sono previsti altri contenuti, come un talk show mensile e dirette insieme ai fan.
L’offerta è indubbiamente varia, il costo in linea con le altre piattaforme tematiche: abbonamento mensile di 5,90 euro oppure abbonamento di 6 mesi a 29,90 euro, con aggiunta di un kit di sopravvivenza nello spazio con i gadget ufficiali del Festival.
«Il progetto SciFi Club nasce dalla richiesta dei tanti spettatori del Trieste Science+Fiction Festival di vedere (o rivedere) i film programmati nel corso delle venti edizioni della manifestazione, nel palinsesto principale o nelle retrospettive» – spiega Daniele Terzoli, presidente della Cappella Underground e direttore del Trieste Science+Fiction Festival – «Uno spazio dedicato al cinema di fantascienza indipendente, a produzioni che provengono dai cinque continenti realizzate nel corso degli anni 2000 e alle gemme più rare della science fiction del ventesimo secolo. Una library che nel corso dei mesi si allargherà anche a film inediti e ai tanti titoli sfuggiti alle maglie della programmazione festivaliera, ma che rispecchiano quell’idea di “lo-fi sci-fi” che sta alla base delle scelte artistiche del TS+FF».
Gli attuali venti titoli sono catalogati in cinque sezioni: melies, neon, classix, spazio italia e shorts. Ad esempio, ritroviamo Man Divided di Max Kestner, che aveva fatto bella mostra di sé al S+F 2018, con la messa in scena realistica del futuro che verrà, tra catastrofi ambientali e grandi rimpianti; Embers di Claire Carré, vincitore del premio Asteroide nel 2016, un’opera prima che riflette sull’irrinunciabile centralità della memoria, della coscienza di sé e dei propri compagni di viaggio, sull’essenza dei rapporti umani; The Man with the Magic Box di Bodo Kox, altro premiato a Trieste, col suo futuro distopico e i viaggi temporali. E poi i noti Stake Land di Jim Mickle e Monsters di Gareth Edwards, i meno noti Polder di Samuel Schwarz e Julian M. Grünthal e Frostbiten di Anders Banke, i corti Clones di Rafael Bolliger, This Tome Away di Magali Barbé e via discorrendo.
In attesa di altri titoli, un solo ma fondamentale classico: Ikarie XB 1 (1963) di Jindřich Polák, opera chiave della science fiction d’oltrecortina. Intriso di sincero internazionalismo, il film cecoslovacco anticipa alcune scelte narrative ed estetiche della fantascienza che verrà, dai viaggi di Star Trek al design essenziale e geometrico di 2001: Odissea nello spazio. Un titolo che ci rimanda indietro nel tempo, alla prima edizione del Festival internazionale del film di fantascienza di Trieste, padre spirituale del Science+Fiction: Ikarie XB 1 fu accolto con grande entusiasmo e oggi lo ritroviamo per un altro primo passo, quello della piattaforma SciFi Club. Il viaggio continua…