Amor fati

Amor fati

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Presentato al 50 International Film Festival Rotterdam, dopo l’anteprima a Visions du Réel, Amor Fati è la nuova opera della filmmaker del reale Cláudia Varejão, incentrata sul concetto di gemellanza, di storie di esistenze che trovano nella coppia, nella complementarietà con un altro essere vivente, la propria essenza. Un inno alla biodiversità umana ancorché di matrice binaria.

Inseparabili

Un misterioso eremita e il suo cavallo bianco, due ragazzi biondi ultra-ossigenati, anziane donne di campagna, una corpulenta drag queen e il suo cagnolino. Sono solo alcuni esempi dei ritratti forniti da Cláudia Varejão, personaggi accomunati dall’esprimere la loro vita nella complementarietà di un rapporto di coppia. [sinossi]

Platone nel Simposio fa raccontare ad Aristofane un racconto che concerne la tensione umana alla ricerca dell’anima gemella, della persona complementare. C’era una volta un mondo primordiale popolato da esseri con quattro braccia, quattro gambe, due volti e due apparati genitali. Vennero puniti per la loro superbia da Giove che con un fulmine li tranciò in due parti uguali, in modo che ciascuna delle due avrebbe poi ricercato la sua metà mancante, con cui ricongiungersi e ritrovare la complementarietà perduta. Questa pulsione umana rappresenta il nucleo del film Amor fati della filmmaker portoghese Cláudia Varejão, film presentato nell’edizione di giugno del 50 International Film Festival Rotterdam, dopo l’anteprima a Visions du Réel.

L’espressione latina “amor fati” è un concetto dello Stoicismo poi ripreso anche da Nietzsche, che indica l’amare il destino che la vita ci riserva. Nell’opera di Varejão questo si traduce nelle esistenze binarie dei personaggi con le rispettive dolci metà. Il film è il risultato di un lavoro di ricerca durato due anni, in tutto il Portogallo, per trovare esempi di affinità e affetti di coppia, tra volti identici fisicamente ma non solo. Nel film ci sono tanto i gemelli biologici, omozigoti, quanto i gemelli di fatto, legati da stretti legami affettivi di natura varia. In fondo le facce di quelli che si amano tendono ad assomigliarsi, come si dice nel film. E il concetto di anima gemella contempla anche l’amore per gli animali. Così è quello della drag queen, già un personaggio dall’esistenza binaria, che vive in simbiosi con il suo adorato carlino. Oppure il falconiere per il suo rapace, o quell’eremita, un Adamo che ha ceduto la sua costola a Eva, e il cavallo bianco.

I gemelli omozigoti, rappresentati nel film dalle signore che gestiscono un bar e da altre due sorelle anziane, sempre rigorosamente vestite identiche. Simmetrie, specularità, geometrie sono anche quelle formali della regista. Con la ricerca della fine composizione dell’immagine e i suoi raccordi tra le storie fatti di montaggi analogici. I due biondini tatuati che si accarezzano affettuosamente e la stessa gestualità è replicata nel segmento successivo dove il ragazzo accarezza una statua. La scena della partita allo stadio rivista subito dopo nel tablet del ragazzo. In generale molte risonanze con la televisione o il video. Con gli homemovie che mettono in dialogo personaggi di diverse età. Oppure la specularità nella scena del falconiere che assiste a un documentario sugli uccelli in televisione (peraltro del popolarissimo documentarista spagnolo Félix Rodríguez de la Fuente che João Pedro Rodrigues ha dichiarato aver preso come fonte di ispirazione per il suo O Ornitólogo). E poi le scene che funzionano come nature morte o tableau vivant. Con Amor fati Cláudia Varejão tratta dei legami d’amore, affetto, affinità attraverso una sinfonia visiva, un inno alla biodiversità umana di matrice binaria.

Info
Amor fati sul sito di IFFR.

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